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Ville e maxi-yacht, ecco i primi "congelamenti" dei beni degli oligarchi russi in Italia

Cronaca
GDF

Congelata dalla Guardia di Finanza l'imbarcazione "Lady M" nel porto di Imperia: appartiene a Mordashov e vale 65 milioni di euro. Stessa sorte per Villa Lazzareschi, di 3 milioni di euro, riconducibile a Savchenko. Le Fiamme Gialle agiscono ai sensi del decreto legislativo numero 109 del 2007, che prevede misure per "prevenire, contrastare e reprimere il finanziamento del terrorismo e l'attività dei Paesi che minacciano la pace e la sicurezza internazionale"

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Valgono 140 milioni di euro i beni che l'Italia sta sequestrando agli oligarchi russi per dar seguito alle sanzioni internazionali contro la Russia, dopo l'invasione in Ucraina. Le prime operazioni sono due: una è quella svolta dalla Guardia di Finanza nel porto di Imperia, dove è stato "congelato" il maxi-yacht Lady M, l'imbarcazione di 65 metri dell'oligarca russo Alexei Mordashov, presidente di Severstal. Il valore del mezzo è stimato in circa 65 milioni di euro. Stessa sorte per Villa Lazzareschi in provinca di Lucca, per un valore di 3 milioni di euro, riconducibile a Oleg Savchenko. Le Fiamme Gialle agiscono ai sensi del decreto legislativo numero 109 del 2007, che prevede misure per "prevenire, contrastare e reprimere il finanziamento del terrorismo e l'attività dei Paesi che minacciano la pace e la sicurezza internazionale, in attuazione della direttiva 2005/60/CE" (GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE DI SKY TG24 SULLA GUERRA).

Il maxi-yacht 'congelato' a Imperia

Le sanzioni agli oligarchi russi

Gli oligarchi russi hanno nel nostro Paese molti interessi 'mobili ed immobili'. In tutto, le persone colpite dalle sanzioni europee sono 680. Ventisei sono i 'super ricchi' russi. Nei giorni scorsi, fra le altre misure, anche in Francia e Germania ci sono stati i primi sequestri di mega-yacht, In Italia, ad occuparsi della questione è il ministero dell'Economia e delle Finanze, che ha riunito il Comitato di sicurezza finanziaria. Ed è poi arrivata anche la richiesta della Uif di Bankitalia a banche e operatori finanziari di comunicare "non appena possibile" le "misure di congelamento di fondi e risorse economiche" dei soggetti russi colpiti dalle sanzioni europee. Il Csf, fondato nel 2001 e presieduto dal direttore generale del Tesoro, è composto da rappresentanti del Mef, dell'Interno, della Giustizia, degli Affari esteri, della Banca d'Italia, della Consob,  dell'Isvap, dell'Unità di informazione finanziaria, della Guardia di Finanza, della Dia, dei Carabinieri e della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. "Il Comitato - spiega il Mef - ha condotto una ricognizione delle misure di congelamento di fondi, risorse economiche mobili e immobili, sinora adottate nei confronti delle persone ed entità russe individuate nelle liste allegate ai suddetti regolamenti, e degli scambi informativi in corso". Il comitato "continuerà a garantire il massimo raccordo delle iniziative e azioni amministrative e investigative necessarie ad assicurare l'efficacia delle sanzioni".

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Le contromosse degli oligarchi

Diversi oligarchi russi hanno già attuato contromosse contro le sanzioni, ad esempio vendendo in anticipo le partecipazioni. In alcuni casi, possono anche contare sul doppio passaporto concesso da Malta o Cipro negli anni scorsi per attrarre capitali. Intanto, il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ha dato l'ok alla task force che si dovrà occupare dei contraccolpi per le imprese italiane che operano direttamente in Russia e Ucraina. Inoltre, Sace (Servizi assicurativi e finanziari per le imprese) ha annunciato la sospensione temporanea della "valutazione dell'assunzione di nuovi rischi per l'attività di export credit in Russia e in Bielorussia".

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