
Covid, come gestire il pranzo o la cena di Natale? Tutte le risposte e cosa sapere
In questi giorni gli esperti hanno dato vari consigli su come evitare nuovi contagi durante le feste, a partire dal pranzo (o la cena) di Natale. Si va dai ritrovi limitati alle finestre aperte, fino alla raccomandazione di indossare la mascherina quando possibile. La regola numero uno resta la stessa: vaccinarsi

Non sarà un altro Natale in zona rossa, ma ogni assembramento comporta un rischio. Compresi i classici ritrovi con amici e parenti. Gli esperti, che si trovano a far fronte a una nuova ondata di Covid, raccomandano per questo prudenza e suggeriscono di adottare alcuni accorgimenti. Uno in particolare: la vaccinazione
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VACCINI - “Abbiamo un vaccino che protegge al 90% dal Covid sintomatico, con una tecnologia avanzata e ben consolidata dal punto di vista dell'efficacia e della sicurezza”, ha detto il presidente dell’Aifa Giorgio Palù. Chi non è ancora stato immunizzato, “si dovrebbe convincere che è bene vaccinarsi”
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Sull’importanza di vaccinarsi è intervenuto anche l’infettivologo Matteo Bassetti. “Il Natale deve essere quello che conosciamo da sempre, con gli abbracci e passandolo con le persone care. È chiaro che dobbiamo spingere sulle terze dosi ai nonni e recuperare con le prime dosi”
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Tutte le persone a tavola dovrebbero essere vaccinate, compresi i bambini. “L'infezione corre, anche nelle fasce più giovani e sappiamo che anche tra di loro ci sono ricoveri e long Covid”, ha detto il presidente dell’ISS Silvio Brusaferro
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TAMPONI - Andrea Crisanti ha detto che chiederà ai suoi invitati di fare un tampone molecolare. “Come si sa il test rapido nella migliore delle ipotesi ha una attendibilità del 70% se non del 50%", ha spiegato. Secondo altri esperti, il rapido è comunque meglio di niente, così come il test fai da te. È quindi consigliato recarsi in un laboratorio o in farmacia quanto più possibile a ridosso del pranzo o della cena
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RITROVI - Diversi esperti consigliano di passare le feste con un numero limitato di invitati, meglio se inferiore a dieci. In un’intervista, il virologo Fabrizio Pregliasco ha detto che si potrà far visita ai familiari ma bisogna fare “attenzione soprattutto ai parenti fragili, over 70 o over 60 con comorbidità” ed è meglio evitare che ci siano troppe persone nello stesso ambiente. “Per stare più tranquilli”, ha aggiunto “si può anche pensare di non fare un intero pranzo insieme, ma di vedersi per una fetta di panettone”
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Precauzioni in più, dicono gli esperti, vanno adottate se a tavola c’è una persona non vaccinata. “Sarebbe opportuno, per ragioni prudenziali, evitare contatti stretti o diretti e soprattutto per lungo tempo”, ha detto Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la Medicina personalizzata. “Nessuno di noi immagina le preoccupazioni di un anno fa, ma le misure protettive vanno adottate”
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Più netto il professor Pierluigi Lopalco: “Se invito da me, i non vaccinati non entrano”, ha detto in un’intervista al Corriere della Sera. “Se sono io ad essere ospite, mi accerto che i convitati siano muniti di passaporto verde. Altrimenti mi dispiace, non vado"

MASCHERINE - Quasi tutti gli esperti concordano sul fatto che è importante indossare la mascherina quando possibile. “Il fatto di riunirsi tra persone vaccinate riduce il rischio di infezione, ma non lo esclude”, ha spiegato Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit)

AMBIENTI ARIEGGIATI - Altro accorgimento che gli esperti consigliano di adottare è quello di aprire ogni tanto le finestre per favorire il ricorcolo dell’aria. “È un piccolo gesto fondamentale, soprattutto se si è molti in una piccola stanza”, ha spiegato Pregliasco

CONTATTI - Sergio Abrignani, immunologo e membro del Cts, ha detto che, per precauzione, lui non farà abbracciare nonni e nipoti, e consiglia di fare altrettanto. Più condiscendente Lopalco secondo cui il rischio zero non esiste ma va bene baciare e abbracciare persone che si frequentano abitualmente. “Mai invece la stretta di mano a uno sconosciuto anche se la porge e anche se, non restituendo il gesto, passiamo da maleducati”

A TAVOLA - Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) ha detto che si possono pensare a tavoli separati tra nipoti e nonni. Altri esperti, meno intransigenti, raccomandano di limitarsi a distanziare le sedute e di tenere a portata di mano una boccetta di gel igienizzante

BRINDISI - Carlo Signorelli, professore di Igiene e salute pubblica all'università Vita Salute San Raffaele di Milano, consiglia di evitare di scambiare il proprio bicchiere con quello degli altri commensali. Secondo Pregliasco, è inoltre importante evitare di far toccare i bicchieri quando si brinda “perché se è vero che l’85% dei contagi è legato al contatto interumano, il 15% è legato a situazioni di contaminazione ambientale, di trasmissione indiretta”