
Covid, restrizioni solo per non vaccinati in Italia: quali regioni sarebbero a favore
Alla luce dell’aumento dei contagi nella quarta ondata che sta investendo l’Europa, il modello austriaco di limitazioni per i non immunizzati entra a far parte degli scenari ipotetici anche nel nostro Paese. Convinti i governatori di Liguria e provincia autonomia di Bolzano, più incerti quelli di Emilia-Romagna e Lombardia, mentre secondo Zaia “da noi sarebbe di difficile applicazione dal punto di vista costituzionale”

Dalla mezzanotte di lunedì è in vigore in Austria il lockdown duro per i non vaccinati. Circa due milioni di cittadini non immunizzati possono uscire solo per lavoro, acquisti di prima necessità e attività motorie. Una misura presa per contrastare la quarta ondata della pandemia di Covid che sta colpendo l’Europa, e che è entrata anche nel dibattito italiano. Alcuni presidenti di Regione si dicono favorevoli all’eventuale adozione di una restrizione simile, altri invece sono più incerti o temono le tensioni sociali
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Favorevole è il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti: "Chiederemo al Governo come Regioni che le misure restrittive legate alle fasce di colore valgano per le persone che non hanno fatto il vaccino, non per le persone che lo hanno correttamente fatto"
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"Se qualcuno deve essere convinto sono coloro che non si sono vaccinati - dice Toti - le misure che devono essere prese, lo devono essere solo per i non vaccinati, non certo per chi ha fatto fino in fondo il suo dovere"
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Poi sul green pass, Toti osserva: “Si può condizionarlo con un regime a 'due velocità': il certificato verde vale per tutti gli usi ad oggi concessi solo se ottenuto con la doppia dose di vaccino, non con il tampone. Chi si è vaccinato, proteggendo sé stesso e la sua famiglia, ha diritto di vivere una vita normale. Chi no, con il tampone potrà solo accedere ad attività essenziali alla sopravvivenza: potrà lavorare, fare acquisti indispensabili, ma non frequentare luoghi dove mette a rischio la propria salute e quella altrui"
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Al modello Austria guarda anche il governatore altoatesino Arno Kompatscher: "L'andamento della pandemia in Alto Adige non è soddisfacente. Guardando i dati è ormai sotto gli occhi di tutti che dove il tasso di vaccinazione è basso ci sono più ricoveri. Abbiamo chiesto a Roma di consentire vantaggi per i vaccinati, come già avviene in alcuni Paesi europei con la regola 2-G (vaccinato o guarito, ndr)"
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Non esclude l’idea nemmeno il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga: "Nel caso in cui dovessimo andare verso una zona arancione, e da quella in su, penso che il prezzo delle chiusure non lo possano pagare i vaccinati, che hanno difeso se stessi e gli altri, partecipando alla campagna vaccinale"

Simile il pensiero del presidente del Piemonte, Alberto Cirio. "Se ci saranno nuove restrizioni - ha detto - queste non potranno essere pagate da coloro i quali si sono vaccinati, perché sarebbe una ingiustizia profonda. Chi si è vaccinato ha dato prova di fiducia nelle istituzioni e io credo che questa fiducia debba essere ripagata"

Più incerto il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, che interpellato sull'ipotesi di avere anche in Italia un lockdown solo per i non vaccinati risponde: "Non lo so, dovremo discuterne. Intanto credo che la prima cosa da fare sia quella di proseguire con le vaccinazioni”

A un lockdown solo per i non vaccinati come in Austria, "dal punto di vista dell'opportunità" il governatore della Lombardia Attilio Fontana direbbe sì, ma "dal punto di vista della tensione sociale mi lascerebbe un po' perplesso"

Invece secondo il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, il modello austriaco “credo che da noi sarebbe di difficile applicazione dal punto di vista costituzionale. E a me piacerebbe pensare a noi stessi come a una comunità, non riempirci di divieti”

"La scelta del green pass - aggiunge Zaia - è stata fatta proprio in questa direzione, per evitare diversità di trattamento nei confronti dei cittadini. Noi non stiamo valutando misure del genere"