
Funivia del Mottarone, le ipotesi degli esperti sulla rottura della fune
Sarebbero due le categorie di possibili cause che hanno portato alla rottura: la ridotta resistenza oppure la sollecitazione eccessiva. I primi indizi importanti arriveranno dall'esame diagnostico delle estremità rotte. Si attende, intanto, anche il primo sopralluogo nella zona dove domenica 23 maggio è precipitato l'impianto

Sarebbero due le categorie di possibili cause che hanno portato alla rottura della fune della funivia del Mottarone che, domenica, è precipitata causando la morte di 14 persone: la ridotta resistenza oppure la sollecitazione eccessiva. I primi indizi importanti arriveranno dall'esame diagnostico delle estremità rotte
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"A un occhio esperto la diagnostica permette di avere già un'idea chiara sulle possibili cause della rottura della fune", dice all'Ansa Gianpaolo Rosati, docente di Tecnica delle costruzioni del Politecnico di Milano. "Dall'esame diagnostico delle estremità rotte della fune - prosegue l'esperto - si può risalire facilmente e con ragionevole certezza a come sia avvenuta la rottura"
LE FOTO DELLA TRAGEDIA
Diagnosi di questo tipo si basano su tecniche simili a quelle utilizzate anche in campo medico, come la tomografia a raggi X, ma naturalmente è possibile sfruttarle a potenze molto più elevate, "fino a ottenere una capacità di visione all'interno della fune nell'ordine del millesimi di millimetro" e permette in questo modo di distinguere se sono presenti, per esempio, fenomeni di ossidazione
LE VITTIME
Dello stesso avviso Giovanni Molinari, emerito della facoltà di Ingegneria dell'Università Sapienza di Roma e membro della Commissione funicolari aeree e terrestri del ministero dei Trasporti. Sarebbe importante sapere, osserva, se la fune della funivia del Mottarone "si sia rotta nel senso della lunghezza oppure all'attacco della sospensione che traina il veicolo"
COME FUNZIONA LA FUNIVIA
La fune, spiega Molinari, "è una società di fili sollecitati da una trazione, ma dentro la compagine ci sono altre sollecitazioni, dovute a fenomeni di attrito e flessione e che di solito generano fenomeni di fatica". Bisogna poi considerare, prosegue, che "contrariamente alla fune portante, che è fissa, quella di trazione gira intorno alle pulegge ed è mossa dal vento perché è più sottile”
Mottarone, le ipotesi degli esperti sulla rottura della fune. VIDEO
Per resistere a queste sollecitazioni c'"è un complesso di fili intorno a un'anima tessile o di plastica: questo consente le curvature intorno alle pulegge”. Le ripetute sollecitazioni possono quindi ridurre la resistenza, insieme a "fenomeni di corrosione, in quanto la fune è esposta ad agenti atmosferici, variazioni di temperatura e umidità", aggiunge Rosati

La resistenza può essere compromessa anche dalle sollecitazioni dovute ai cambi di direzione, oppure nei punti in cui la fune viene stretta da morsetti. Anche la mancanza di lubrificazione, dice Molinari, può provocare la corrosione dei fili interni. Altre possibili cause sono dovute all'aumentata sollecitazione, in quanto in alcune situazioni una fune può essere sottoposta a una forza maggiore rispetto a quella per cui è stata progettata. Questo può accadere se la fine resta bloccata in qualche punto perché esce dalla sua sede, osserva ancora l'esperto

"Per esempio - aggiunge l'esperto - se l'argano continua a tirarla, potrebbe romperla per trazione. Non si può escludere a priori l'evenienza che la fune venga tagliata da qualche organo meccanico”

Intanto, il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi, il 26 maggio, ha spiegato, in merito all'eventuale collegamento tra la fune spezzata e il mancato azionamento del freno di emergenza della funivia del Mottarone: "Non abbiamo elementi per ritenere che i due fatti siano reciprocamente collegati, non sono in grado di dirlo”

"Sulla fune siamo in attesa di verifiche tecniche”, ha inoltre precisato il procuratore. Si attende il conferimento dell'incarico per la consulenza tecnica a uno o più ingegneri del Politecnico di Torino. Poi dovrebbe essere effettuato il primo sopralluogo sulla cabina precipitata e nella zona attigua dove, a monte del pilone, c'è la fune spezzata