"Ristoranti aperti nel nuovo decreto Covid se migliorano dati contagi", maggioranza divisa
Lega e Forza Italia premono per la ripartenza delle attività commerciali in caso di abbassamento della curva relativa alla diffusione del coronavirus. E anche alcuni governatori locali e associazioni di categoria sono in pressing. Ma all'interno del governo i ministri di Leu, Pd e M5s sarebbero schierati per una linea di massima prudenza
Inserire nel nuovo decreto anti-Covid la riapertura dei ristoranti a pranzo a partire dal 7 aprile, se i contagi dovessero diminuire. E’ questa una delle richieste avanzate non solo da Lega e Forza Italia, ma anche da diversi governatori locali e da associazioni delle attività commerciali. Ma il tema divide la maggioranza con un'ala dura del governo che è contraria all’allentamento delle restrizioni per tutto il mese di aprile
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Palazzo Chigi ha fatto sapere, che in vista del Cdm di oggi pomeriggio, si sta lavorando ad un meccanismo che da una certa data di aprile, probabilmente tra il 15 e il 20, potrebbe portare ad alcuni allentamenti, sempre che la situazione epidemiologica lo consenta. In quel caso, si valuterebbe la riapertura non solo di bar e ristoranti a pranzo, ma anche di cinema e teatri. Il provvedimento sarà comunque in vigore almeno fino al 30 aprile, quando scadrà anche lo stato d’emergenza
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Il centrodestra spinge per un meccanismo di revisione delle misure non aleatorio, che dia concretezza alla possibilità di riaprire ("lavoro, sport, vita", dice la Lega). Mentre i ministri di Leu, Pd e M5s sarebbero schierati per una linea di massima prudenza, senza "illudere" i cittadini con ipotesi che poi in concreto sarebbero i dati stessi del contagio a smontare. "Vedremo come finirà, bisogna sempre passare dal Cdm", dice un ministro "rigorista" non escludendo che la norma per le aperture salti
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La richiesta per la riapertura dei ristoranti arriva anche da governatori e amministratori locali. ”Ho detto al premier Mario Draghi che secondo me ad aprile sarebbe opportuno reinserire tutte le zone, dopodiché se non ci saranno zone gialle perché la pandemia non lo consente il meccanismo automatico di fatto le esclude". Così Giovanni Toti ha sollecitato il ripristino delle zone gialle e bianche ad aprile
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Nel nuovo decreto dopo Pasqua, ha aggiunto Toti, "avrei lasciato tutto com'é. Le zone hanno funzionato meglio che altrove, continuerei a usare lo stesso presupposto. Anzi cominciamo a programmare l'estate, diamo delle date in cui i ristoranti possano prendere le prenotazioni alla sera o una persona possa sposarsi”
Maggioranza divisa sulla riapertura dei ristoranti: VIDEO
"Non è equo sospendere l'esistenza della cosiddetta zona gialla fino alla fine di aprile. Dopo Pasqua i territori che hanno dati da zona gialla devono poter applicare le relative regole che permettono, ad esempio gli spostamenti al di fuori del comune o la riapertura fino alle 18 di bar e ristoranti”, ha detto il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher
“Ritengo che, anche alla luce di quanto sta accadendo, sia necessario dare quanto prima un segnale al settore turistico e in generale al mondo economico, con l'introduzione già nel nuovo decreto dell'automatismo verso la zona gialla". Lo afferma l'assessore al Turismo del Veneto, Federico Caner. "Questo - spiega Caner in una nota - consentirebbe ad alcune Regioni, compatibilmente con lo scenario epidemiologico, di poter tornare già a partire dalla metà del mese di aprile alla riapertura di bar e ristoranti. Un modo per ridare fiato alle nostre attività”
“L'Abruzzo già dalla scorsa settimana mostra valori da zona gialla, e a Pasqua avrà 'scontato' due settimane in arancione invece che in giallo”, ha detto il governatore dell’Abruzzo Marco Marsilio. “Chiedere a bar e ristoranti di restare chiusi altre quattro settimane - ha aggiunto - è eccessivo e sproporzionato”
Anche alcune associazioni di categoria premono per la riapertura. "Da mercoledì 7 aprile 1.200 ristoranti, pub, birrerie, pizzerie in tutta Italia apriranno a pranzo e a cena. Non è una provocazione né un atto dimostrativo, ma una questione di sopravvivenza". Lo ha annunciato Paolo Santangelo, referente in Molise di "Mio Italia", Movimento imprese ospitalità
"Di fronte al funerale certo di bar, ristoranti, pizzerie, pub - ha aggiunto Santangelo - il direttivo di Mio Italia domenica 21 marzo si è riunito per deliberare l'unica opzione possibile, una scelta obbligata: andare contro le norme e aprire, seguendo tutte le misure anti-Covid, ma aprire. A pranzo e a cena". In Molise hanno già dato la loro adesione una cinquantina di esercizi