
Il Dpcm entrato in vigore oggi ha previsto la sospensione delle attività in presenza in tutte le scuole nelle zone rosse, così come nelle zone arancione scuro i presidenti di Regione possono adottare specifiche misure in base al rischio epidemiologico. In queste circostanze, dunque, gli istituti rimangono chiusi. Resta però garantita la frequenza ai figli di alcune categorie di lavoratori

Il Dpcm entrato in vigore oggi 6 marzo ha previsto la sospensione delle attività in presenza in tutte le scuole nelle zone rosse, così come nelle zone arancione scuro i presidenti di Regione possono adottare specifiche misure in base al rischio epidemiologico e dunque attivare la didattica a distanza per le scuole di ogni ordine e grado. In queste circostanze, dunque, scuole chiuse, ma non per tutti: ecco chi può scegliere
Tutti gli aggiornamenti sul coronavirus
Con la nota 343 del 4 marzo il Ministero dell’Istruzione ha fornito ulteriori chiarimenti sull’ultimo Dpcm in vigore dal 6 marzo al 6 aprile. Viene specificato in particolare che resta garantita la frequenza in presenza di alcune categorie di lavoratori
Covid: Campania diventa rossa, Lombardia resta arancione scuro. Sardegna ancora bianca
La nota del ministero ha chiarito che viene garantita la frequenza scolastica in presenza degli alunni e studenti figli di personale sanitario o di altre categorie di lavoratori, le cui prestazioni siano ritenute indispensabili per la garanzia dei bisogni essenziali della popolazione, nell’ambito di specifiche, espresse e motivate richieste e anche in ragione dell’età anagrafica
Covid, le regioni cambiano colore: ecco cosa si può e non si può fare
In quest’ultima categoria rientrano, ad esempio, coloro che operano negli esercizi che sono autorizzati a restare aperti, come supermercati, edicole e alberghi, nonché nelle aziende ancora in attività
Scuola, ecco come saranno i prossimi esami di terza media e di maturità
Il ministero lo aveva già precisato nella nota 1990 del 5 novembre: “Nell’ambito di specifiche, espresse e motivate richieste, attenzione dovrà essere posta agli alunni figli di personale sanitario (medici, infermieri, OSS, OSA…), direttamente impegnato nel contenimento della pandemia in termini di cura e assistenza ai malati e del personale impiegato presso altri servizi pubblici essenziali, in modo che anche per loro possano essere attivate, anche in ragione dell’età anagrafica, tutte le misure finalizzate alla frequenza della scuola in presenza“

La misura si rifà al Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione, le linee guida per la riapertura di settembre 2020

Resta poi salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali

Restano da chiarire due aspetti: il primo capire a chi si riferisce quando si parla di personale sanitario. Nella nota di novembre il personale sanitario era quello connesso al contenimento della pandemia, mentre nella nuova disposizione sembrerebbe inteso tutto il personale sanitario

In secondo luogo va definito cosa si intende per "bisogni essenziali”

II ritorno in classe di questi studenti potrà avvenire "salvo diversa disposizione delle ordinanze regionali o diverso avviso delle competenti strutture delle Regioni, da verificare da parte degli Uffici scolastici regionali”

“Regione Lombardia – spiega intanto una nota della Regione – informa che il Ministero dell’Istruzione ha già dato indicazioni ai dirigenti scolastici affinché sia garantita la frequenza in presenza per gli studenti figli di personale sanitario o di altre categorie di lavoratori, le cui prestazioni siano ritenute indispensabili per la garanzia dei bisogni essenziali della popolazione“.