
Il dato è all'esame della cabina di regia che sta analizzando i numeri del report settimanale dell'Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute. Dall'indagine emerge una "netta accelerazione dell'epidemia" con una incidenza nazionale che sfiora i 200 (194,87 per 100.000 abitanti) con una previsione di ulteriore peggioramento. Aumenta dal 24% al 26% il tasso di occupazione delle terapie intensive. In 10 regioni l'Rt è superiore a 1

L'Rt medio nazionale, l'indice di trasmissione del coronavirus, sale dallo 0,99 di una settimana fa e raggiunge quota 1,06. È, secondo quanto si apprende, il dato all'esame della cabina di Regia che sta analizzando i numeri del monitoraggio settimanale condotto da Iss (Istituto superiore di sanità) e ministero della Salute
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Nel periodo 10 - 23 febbraio, l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,06 con un range 0,98- 1,20, sopra uno per la prima volta in sette settimane
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Dal report Iss-ministero della Salute sull'andamento dell'epidemia relativo al periodo 22-28 febbraio emerge una "netta accelerazione dell'epidemia" con una incidenza nazionale che sfiora i 200 (194,87 per 100.000 abitanti) con una previsione di ulteriore peggioramento: nei prossimi giorni potrebbe raggiungere quota 250
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L'incidenza nazionale nella settimana di monitoraggio, quindi, si allontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull'intero territorio nazionale dell'identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti e anzi si avvicina alla soglia di 250 casi per 100mila abitanti
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In base all'Rt e ad altri parametri verranno decise le fasce di colore in cui saranno collocate Regioni e Province autonome italiane. In presenza di varianti che possono parzialmente ridurre l'efficacia dei vaccini attualmente disponibili, le Regioni/PPAA sono invitate ad adottare, indipendentemente dai valori di incidenza, il livello di mitigazione massimo a scopo di contenimento
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La soglia di incidenza pari a 250 casi/settimana per 100.000 abitanti, che impone il massimo livello di mitigazione possibile, è stata superata questa settimana in cinque Regioni/PPAA: Provincia Autonoma di Trento (385,02 per 100.000 abitanti), Provincia Autonoma di Bolzano (376,99 per 100.000 abitanti), Emilia-Romagna (342,08 per 100.000 abitanti), Marche (265,16 per 100.000 abitanti) e Lombardia (254,44 per 100.000 abitanti)

Si conferma per la quinta settimana consecutiva un peggioramento nel livello generale del rischio. Sei Regioni (Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia-Giulia, Lombardia e Marche) hanno un livello di rischio alto. Sono 14 (contro le 10 della settimana precedente) le Regioni/PPAA con una classificazione di rischio moderato (di cui nove ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e solo una (Sardegna) con rischio basso (contro le sei della settimana precedente)

Dieci Regioni/PPAA hanno un Rt puntuale maggiore di 1 di cui una (Molise) ha un Rt con il limite inferiore superiore a 1,25, compatibile con uno scenario di tipo 3. Delle altre nove, sei hanno un Rt nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2

Gli ospedali sono sempre più sotto stress. Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è complessivamente in aumento (26% contro il 24% della scorsa settimana). Il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in risalita da 2.146 della settimana scorsa a 2.327 (il dato e' riferito al 2 marzo)

Peggioramento nel numero di Regioni/PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica del 30%: sono 9 Regioni/PPAA contro le 8 della settimana precedente

Aumenta anche il numero di persone ricoverate in aree mediche, passando da 18.295 (23/02/2021) a 19.570 (02/03/2021)

Forte aumento nel numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione: 41.833 contro i 31.378 della settimana precedente

Scende la percentuale dei casi rilevati attraverso il tracciamento dei contatti (28,8% rispetto al 29,4%)

In calo anche, la percentuale di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (35,2% vs 36,1% la settimana precedente).
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