Risposta forte del presidente del Consiglio: "Danni enormi all'Italia e agli altri Paesi europei. Ricorreremo a tutti gli strumenti e a tutte le iniziative legali". Il commissario straordinario Arcuri: "Pfizer inadempiente, la riduzione del 20% della fornitura non è una stima, è una triste certezza". Annuncia diffida ed esposto a pm. Poi comunica che la prima consegna del vaccino di AstraZeneca, se otterrà il via libera dall'Ema il 29, dovrebbe essere fatta il 15 febbraio. Lite tra Arcuri e De Luca
Dopo i ritardi di Pfizer, quelli di AstraZeneca, che ha annunciato un taglio del 60% a causa di un ritardo della produzione. Il governo è costretto a rimettere mano al piano vaccini e a rivedere gli obiettivi, con il premier Giuseppe Conte che attacca le case farmaceutiche e definisce "inaccettabili" i tagli annunciati da AstraZeneca (COVID-19, AGGIORNAMENTI - SPECIALE). I ritardi "costituiscono gravi violazioni contrattuali che producono danni enormi all'Italia, il nostro piano è stato elaborato sulla base di impegni contrattuali liberamente assunti" e per questo, sostiene il presidente del Consiglio, "ricorreremo a tutti gli strumenti e a tutte le iniziative legali per rivendicarne il rispetto". Già lunedì il governo si muoverà contro Pfizer su tre canali: una diffida per inadempimento e un esposto ai pm per potenziale danno alla salute, entrambi da presentare nel nostro paese, e una richiesta a nome del governo e delle Regioni al foro di Bruxelles per inadempimento. Anche l'Ue vuole vederci chiaro sui ritardi e ha convocato l'azienda inglese lunedì, indicando due obiettivi: avere un programma chiaro che consenta di pianificare le consegne e accelerare la distribuzione.
Conte: "Useremo ogni strumento legale su Pfizer e Astrazeneca"
Attraverso i suoi profili social, Giuseppe Conte ha confermato che "ricorreremo a tutti gli strumenti e a tutte le iniziative legali, come già stiamo facendo con Pfizer-Biontech, per rivendicare il rispetto degli impegni contrattuali e per proteggere in ogni forma la nostra comunità nazionale". Poi lo stesso presidente del Consiglio aggiunge: "Le ultime notizie che ci arrivano dalle aziende produttrici dei vaccini anti-Covid sono preoccupanti. Dapprima Pfizer-Biontech ha comunicato un rallentamento della distribuzione ai Paesi Ue delle dosi di vaccino già programmate. Ma ancora più preoccupanti sono le notizie di ieri diffuse da AstraZeneca, il cui vaccino è in attesa di essere presto distribuito anche nell'Ue".
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Arcuri: "Ritardi che non comprendiamo"
"La riduzione del 20% della fornitura dei vaccini Pfizer non è una stima. È una triste certezza. Non mi servono le rassicurazioni, mi servono i vaccini", aveva affermato Arcuri ancor prima del post su Facebook di Giuseppe Conte. Lo stesso Arcuri poi aggiunge: "Nelle ultime settimane abbiamo accusato ritardi che non comprendiamo dobbiamo continuare a reclamare perché il diritto alla salute degli italiani non è un valore che si può negoziare. Stiamo combattendo una battaglia lunga e molto faticosa. I vaccini sono l'unico sistema per concludere questa battaglia. Stiamo chiedendo con forza alle aziende produttrici, in particolare una, che all'Italia arrivino tutti i vaccini che erano stati pianificati".
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L’allarme sulla mancanza di siringhe
Ma il governo deve fare i conti anche con altre due problemi sul tavolo: l'allarme che arriva da diversi centri vaccinali regionali, tra cui Lombardia, Sicilia ed Emilia Romagna, sulla mancanza di siringhe di precisione, e la necessità di evitare che le varianti del Covid, da quella inglese a quella sudafricana che preoccupa molto di più, facciano esplodere i contagi anche in Italia come già avvenuto in diversi paesi europei. Sul primo punto arriva la smentita di Arcuri: "È falso", sono state distribuite meno siringhe "per la banale ragione che Pfizer ci ha inviato un numero inferiore di fiale di vaccino". Sul rischio varianti, invece, la questione è più complessa tanto che l'esecutivo, lo dice il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza, sta valutando la possibilità di un "innalzamento delle misure".
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Il piano vaccini
Il piano vaccini, dunque. Il governo, con il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia, ha convocato le regioni assieme a Speranza e Arcuri per aggiornare quello presentato dal ministro della Salute al Parlamento il 2 dicembre. Le prime dosi di Astrazeneca, se il vaccino avrà il via libera dell'Ema, arriveranno il 15 febbraio, poi ancora il 28 e il 15 marzo. In base al piano inziale, nel primo trimestre del 2021 sarebbero dovute arrivare in Italia 28 milioni e 269mila dosi. Una quantità che, ormai è evidente a tutti, non sarà rispettata: entro la fine di marzo le dosi a disposizione saranno meno di 15 milioni, dunque circa la metà di quanto previsto. Astrazeneca ha infatti confermato la riduzione a causa di un problema alla produzione, un taglio del 60% che, hanno spiegato sia Conte sia Arcuri, per l'Italia significherebbe passare da 8 milioni a 3,4 milioni di dosi. Alle quali si dovrebbero aggiungere gli 8,7 milioni di Pfizer (se l'azienda americana tornerà alle forniture iniziali) e il milione e 300mila di Moderna. Una situazione che ha fatto suggerire al governatore del Veneto Zaia, presente all'incontro, che "qualora vi sia un via libera di Ema ai vaccini russo o cinese si possa ricorrere anche a questa soluzione".
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Lite tra De Luca e Arcuri
Un coordinamento permanente tra Stato e Regioni "finché le aziende non daranno certezze definitive" sulle consegne dei vaccini, è quanto ha invece proposto, secondo quanto si apprende, il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia nel corso della riunione con le regioni chiedendo a tutti "massima solidarietà e toni istituzionali". "Ci si convoca - ha aggiunto - per ogni aggiornamento che il commissario Arcuri avrà da comunicarci sui vaccini, sulla distribuzione e sulle interlocuzioni con le aziende farmaceutiche”. Durante l’incontro c'è stato un aspro diverbio tra il commissario Arcuri e il governatore campano De Luca. Nel vertice online convocato dal ministro Boccia, De Luca ha infatti sottolineato la sperequazione nel piano di distribuzione, che aveva già espresso nella diretta Fb di ieri, chiedendo un riequilibrio. Un discorso che ha portato a uno scontro diretto con Arcuri finito in lite. "Abbiamo assistito al mercato nero dei vaccini - aveva detto De Luca ieri - è tempo di smetterla con le manfrine, arriveremo a chiedere l'invalidazione del piano di distribuzione".
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