
Vaccini Covid, Pfizer ritarda ancora la consegna delle dosi: il punto sulla distribuzione
Dall'azienda farmaceutica arriva una nuova frenata unilaterale nella consegna dei vaccini destinati all'Italia: ieri ne sono state consegnate 103mila dosi delle 397mila previste per questa settimana, dopo il taglio di 165mila deciso venerdì. Il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri parla di "ulteriore incredibile ritardo". Convocata per oggi una riunione con le Regioni, i ministri Speranza e Boccia. Tra le ipotesi una sorta di solidarietà tra le regioni in base alle necessità

Tabella di marcia a rischio per la campagna vaccinale italiana. Dall'azienda farmaceutica Pfizer è arrivata, infatti, una nuova frenata decisa unilateralmente nella consegna dei vaccini destinati all'Italia. Ieri la società ha consegnato nel nostro Paese circa 103mila dosi delle 397mila previste per questa settimana, dopo il taglio di 165mila deciso venerdì
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Un nuovo inaspettato cambio di programma: oggi arriveranno solo 53.820 dosi e solo mercoledì le restanti 241mila. La comunicazione è stata data dalla Pfizer alle 17 agli uffici del Commissario spiegando che il ritardo è dovuto al nuovo piano di distribuzione per le prossime settimane
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Per far fronte alla nuova situazione oggi ci sarà una riunione convocata dal governo con le Regioni, presenti i ministri Speranza e Boccia e lo stesso Arcuri. Le Regioni hanno già scritto al commissario chiedendo un intervento e una delle ipotesi sul tavolo è quella di mettere a punto una sorta di "meccanismo di solidarietà" in base al quale chi ha più dosi nei magazzini le cederebbe alle regioni che ne hanno meno e devono fare i richiami
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Il ritardo potrebbe dunque pesare sull'avvio della fase 2 della campagna, nella quale la priorità per l'immunizzazione dovrebbe essere garantita innanzitutto ad anziani over-80 ma anche a una prima quota di 400.000 pazienti oncologici, ematologici e cardiologici
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Dopo il personale sanitario e gli ospiti delle Rsa, e mentre le richieste di accesso prioritario all'immunizzazione si moltiplicano, anche ad esempio per insegnanti ed altre categorie sensibili, sembra dunque confermato che proprio anziani e pazienti più fragili apriranno la fase 2 della campagna vaccinale in atto
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"Anche in base alla disponibilità e all'arrivo delle dosi di vaccini anti-Covid, si procederà con la vaccinazione prima agli anziani over-80 e poi ai pazienti fragili, tra i quali quelli oncologici, rispetto a tutte le altre categorie della popolazione", ha sottolineato il viceministro alla Salute Pierpalo Sileri, intervenuto ad una conferenza stampa on line organizzata dalla Fondazione Insieme contro il Cancro sui test genomici nella cura del cancro al seno

"Si comincerà probabilmente un pò più avanti rispetto agli inizi di febbraio - ha precisato Sileri - perchè si è anche in attesa dell'ok dell'Agenzia europea del farmaco Ema al vaccino AstraZeneca, che consentirà di avere dosi ulteriori”

A pesare, infatti, è già il primo ritardo nella consegna delle dosi Pfizer, cui si aggiunge il nuovo stop. Proprio la prevista riduzione nella fornitura delle dosi ha ad esempio già costretto l'Azienda Ulss 2 di Treviso ad annullare il "V-Day" inizialmente fissato per il 23 gennaio in cui il vaccino avrebbe dovuto essere somministrato a 6.000 persone

Il farmaco disponibile sarà ora utilizzato per somministrare la seconda dose a chi sia già stato vaccinato, mentre si rinuncerà ad avviare come previsto le vaccinazioni alle prime fasce di ultraottantenni

Su questo fronte, però, le regioni vanno in ordine sparso ed in alcune, al contrario, l'immunizzazione degli anziani è già partita

Come nel Lazio, dove ieri sono state superate le 110mila dosi somministrate di cui oltre 8mila a over-80. Priorità maggiore sarà data anche a 400mila pazienti oncologici, ematologici e cardiologici

Si tratta, tra gli altri, di pazienti in cura con chemioterapia, trapiantati di midollo e di cuore, ha affermato il presidente della Fondazione Insieme contro il cancro Francesco Cognetti, precisando di aver avuto interlocuzioni in tal senso con il ministro della Salute Roberto Speranza ed il commissario straordinario Domenico Arcuri

Si tratta appunto di una quota di primi 400mila pazienti, su un totale di 11 milioni di pazienti fragili con questo tipo di patologie, che hanno alte possibilità di guarigione e con una alta aspettativa di vita. Se questi pazienti fossero contagiati dal Covid, "avrebbero un rischio di mortalità del +25% e questo non può accadere. Mi auguro - ha sottolineato Cognetti - che entro febbraio si possa procedere alle vaccinazioni"