
Riapertura scuole, superiori in presenza dall'11 gennaio: i dati e i nodi da sciogliere
Il Consiglio dei ministri ha confermato che gli studenti di elementari e medie torneranno in classe il 7 gennaio, mentre quelli delle superiori rientreranno in presenza al 50% l’11 gennaio, con alcune eccezioni. Ecco quali sono il piano, le differenze tra regioni e gli ultimi dati sui contagi diffusi dall’Istituto superiore di sanità

Dopo una discussione durata fino a notte fonda, con lo scontro tra governo e regioni, il Consiglio dei ministri ha confermato il rientro a scuola il 7 gennaio per gli studenti di elementari e medie, mentre quelli delle superiori torneranno in presenza al 50% l’11 gennaio, con alcune eccezioni. Ecco i nodi ancora da sciogliere
Scuola, superiori in presenza dall'11
Nella maggior parte delle Regioni, su indicazione del governo, le scuole superiori riapriranno in presenza l’11, mentre riprenderanno il 7 con la dad. Misure più restrittive in Piemonte, con il ritorno in classe (al 50%) il 18, in Campania, dove le secondarie di primo e secondo grado torneranno in classe il 25, in Veneto, Marche (dove è stata firmata oggi l'ordinanza) e Friuli, con gli studenti delle superiori che aspetteranno febbraio
Scuola, Save the Children: per quasi 50% degli studenti il 2020 è stato un anno sprecato
Si è scelto di posticipare anche in Calabria: scuole superiori chiuse fino al 31 gennaio e tutte le altre, di ogni ordine e grado, fino al 15. L'attività proseguirà con la didattica a distanza. Resta fatta salva l'attività didattica ed educativa per i servizi per l'infanzia e per la scuola dell'infanzia e resta garantita la possibilità di svolgere attività in presenza per l'uso di laboratori o per "mantenere una relazione educativa che realizzi l'effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali"
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Le scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado riaprono in presenza dal 7 gennaio, tranne che in Calabria e in Campania. Il governatore Vincenzo De Luca aveva già deciso che riapriranno l’11 gennaio materne e le prime due classi delle elementari, il 18 l’intera scuola primaria
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In Puglia scuole di ogni ordine e grado in Ddi (Didattica digitale integrata) fino a venerdì 15 gennaio 2021. Lo ha dichiarato il presidente della Regione, Michele Emiliano. "La scelta della Didattica digitale integrata va incontro anche alle richieste di tutte le rappresentanze sindacali della scuola che per la prima volta si sono espresse all'unanimità in tal senso", ha chiarito il governatore. L'ordinanza è "provvisoria e precauzionale, in attesa che la cabina di regia del ministero della Salute chiarisca l'effettivo livello di pericolo"
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Dall’11 gennaio le superiori riprendono dunque con la didattica a distanza al 50% e 50% in presenza. Chi potrà, porterà la percentuale degli studenti al 75% in presenza nelle prossime settimane se le condizioni epidemiologiche lo consentiranno. La Sicilia ha già annunciato che a partire dal 18 gennaio incrementerà la quota al 75%

Il piano dei prefetti per la riapertura in sicurezza delle scuole superiori prevede ingressi scaglionati fino alle 10 e uscite entro le 16; ore da 45/50 minuti; in classe il sabato a turno; corse aggiuntive sui mezzi pubblici
Lo speciale scuola
In alcune Regioni sono state emanate ordinanze più restrittive delle misure del governo. Tra queste la Campania, che ha deciso il rientro dal 25 gennaio, ma anche Veneto, Marche e Friuli, che hanno stabilito che gli studenti delle superiori torneranno in presenza in classe, anche se sempre al 50%, solo il primo febbraio. In Piemonte gli studenti delle scuole superiori torneranno il classe il 18 gennaio "compatibilmente con l'andamento dell'epidemia". Si attende anche un'ordinanza della Sardegna, che dovrebbe posticipare a sua volta il rientro

Va controtendenza l'Alto Adige, dove dal 7 gennaio gli studenti delle superiori ritorneranno a scuola al 75 percento in presenza. È quanto hanno concordato gli assessori competenti in videoconferenza ieri pomeriggio, la Giunta ha approvato l'accordo ieri in serata

"Fatico a capire le motivazioni di questo tira e molla continuo tra Regioni e Governo. Come le loro visioni possano essere così distanti se si basano sugli stessi dati. Riprendere la frequenza il 7 o l'11 gennaio non cambia la situazione di contagi, scuole e trasporti”, commenta intanto il presidente dell'Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli

"Non c'è gran differenza tra il ritorno dei ragazzi in presenza il 7 o l'11; a me lascia stupito la visione strabica tra governo e autorità regionali. Noi non siamo per il rinvio, riteniamo che la scuola in presenza sia un valore assoluto ma se il tornare a scuola comporta rischi significativi è evidente che si deve stare in dad. Se così non è, come sembra, si deve tornare in presenza il prima possibile: o ci sono dati che non conosciamo o deve finire questo che sembra un braccio di ferro motivato da altre ragioni”, ha aggiunto

I dirigenti scolastici bocciano le azioni messe in campo per preparare il ritorno a scuola e il 20% delle famiglie è favorevole alla prosecuzione della didattica a distanza, mentre la soluzione del 50% in presenza e altrettanto a distanza è la più apprezzata: è quanto emerge in uno studio messo a punto dalla Cisl scuola che ha intervistato i dirigenti scolastici degli istituti superiori

Nel frattempo, l'Istituto superiore di Sanità ha pubblicato un report dal titolo "Apertura delle scuole e andamento dei casi confermati di Sars-CoV-2: la situazione in Italia'" Secondo il documento, nel periodo tra il 24 agosto e il 27 dicembre 2020, sono stati diagnosticati in Italia come positivi per Sars-Cov-2 1.783.418 casi, di questi 203.350 (11%) in età scolare (3-18 anni)

"La chiusura delle scuole - si legge nel report dell’Iss - è stata adottata in tutto il mondo per frenare la diffusione di Covid-19. Tuttavia, l’impatto della chiusura e della riapertura delle scuole sulle dinamiche epidemiche rimane ancora poco chiaro"

Il 28% degli adolescenti dichiara che dall'inizio della pandemia almeno un compagno nella propria classe ha smesso di frequentare la scuola. Più di uno studente su 3 si sente impreparato e per il 46% il 2020 è stato un "anno sprecato”. Sono i dati emersi dall’indagine di Ipsos per Save the Children sui giovani studenti italiani che stanno affrontando le restrizioni causate dalla pandemia
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