Messa di Natale, tra orario anticipato e autocertificazione: ecco le regole da rispettare
L’Italia è zona rossa a causa dell’emergenza coronavirus ma i fedeli potranno lo stesso andare nei luoghi di culto e partecipare alle celebrazioni. La Cei raccomanda di scegliere le chiese “fra quelle più vicine” e di avere con sé il modulo già compilato per non rallentare i controlli. Obbligatorie mascherine e accessi limitati
I fedeli e le parrocchie affrontano il primo Natale con la chiusura notturna alle 22 e l’Italia in zona rossa a causa del coronavirus. Tra orario anticipato, mascherine, numero chiuso e autocertificazione, ecco le regole da rispettare per chi vuole partecipare alle liturgie, che di solito sono tra le più seguite dell’anno
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Dalle 22 alle 5 non sono permessi spostamenti, per questo anche la messa della Vigilia di Natale è stata anticipata
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Il primo a dare l'esempio è stato Papa Francesco: oltre a programmare riti natalizi senza la Basilica di San Pietro gremita - pochi i fedeli e i religiosi ammessi alle celebrazioni - ha anticipato di due ore la messa della notte di Natale, che si è svolta il 24 dicembre alle 19.30 proprio per permettere il rientro di tutti prima dello scattare della chiusura notturna
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Il Pontefice ha anche deciso di tenere il Messaggio e la Benedizione “Urbi et Orbi” del giorno di Natale dall'interno del Palazzo apostolico, dall'Aula delle Benedizione, senza affacciarsi su piazza San Pietro. Piazza San Pietro resterà vuota anche per gli Angelus di tutto il periodo natalizio, che torneranno a essere pronunciati - come le udienze del mercoledì - dalla Biblioteca del Palazzo apostolico
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La Cei ha raccomandato alle parrocchie di rispettare le norme sul distanziamento nelle chiese e sulle precauzioni anti-Covid anche durante le liturgie (ad esempio, durante la somministrazione della comunione). Tutti dovranno indossare le mascherine e il numero di ingressi nei luoghi di culto sarà limitato
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Inoltre, la Cei ha convenuto subito col governo che la messa della notte di Natale dovesse essere anticipata in funzione del coprifuoco. Gli orari del rito della Vigilia, quindi, si sono svolti tra le 18 e le 20.30
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In molte parrocchie saranno anche presenti dei volontari che vigileranno affinché in chiesa non entri più di un numero massimo di persone, proprio per rispettare il distanziamento
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La zona rossa generalizzata nei giorni festivi, comunque, non impedirà ai fedeli di andare a messa. Nelle nuove norme per le festività, infatti, "non ci sono cambiamenti circa la visita ai luoghi di culto e le celebrazioni: entrambe sono sempre permesse, in condizioni di sicurezza e nella piena osservanza delle norme”, ha riferito la Cei
I fedeli, quindi, possono andare a messa anche nei giorni 24, 25, 26, 27, 31 dicembre 2020 e 1, 2, 3, 5, 6 gennaio 2021 - quando l’Italia è tutta zona rossa - ma serve l’autocertificazione. Il modulo, su cui bisogna scrivere che ci si sposta per partecipare alla celebrazione o per visitare un luogo di culto, può essere compilato anche al momento del controllo
La Cei ha però suggerito di averlo già pronto: “Durante i giorni di zona rossa si consiglia ai fedeli di avere con sé un modello di autodichiarazione per velocizzare le eventuali operazioni di controllo”
I vescovi ricordano anche la Circolare del ministero dell'Interno (7 novembre 2020) che precisa che i luoghi di culto dove ci si può recare “dovranno ragionevolmente essere individuati fra quelli più vicini”
Nei giorni di zona arancione, invece, “i fedeli potranno raggiungere liberamente qualsiasi luogo sacro sito nel comune di residenza, domicilio o abitazione. Se esso ha una popolazione non superiore a 5.000 abitanti, è possibile recarsi in chiese situate in altri comuni che non siano capoluoghi di provincia e distanti non oltre i 30 km”
Una norma eccezionale, poi, consente ai sacerdoti di celebrare più messe a Natale per garantire il distanziamento e il massimo rispetto delle norme anti-Covid. I sacerdoti potranno celebrare fino a quattro messe per favorire la partecipazione dei fedeli in sicurezza. Lo stabilisce un decreto della Congregazione del Culto divino. Questa possibilità riguarda il giorno di Natale (25 dicembre), il giorno di Maria Santissima Madre di Dio (1° gennaio) e dell'Epifania (6 gennaio)
A norma del Codice di diritto canonico, in caso vi sia scarsità di preti, il vescovo "può concedere che i sacerdoti, per giusta causa, celebrino 2 volte al giorno e anche, se lo richiede la necessità pastorale, 3 volte nelle domeniche e nelle feste di precetto". Tre è quindi il numero massimo. Ora con questo decreto, e soltanto in occasione di queste feste in tempo di pandemia, si aggiunge la possibilità di celebrare anche una quarta messa, così da moltiplicare le possibilità per i fedeli di prendervi parte sempre nel pieno rispetto delle normative anti-contagio