Caso Abedini, ingegnere iraniano scarcerato e già tornato nel suo Paese. Cosa sappiamo

Cronaca
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Nella giornata di domenica, il ministro della Giustizia Nordio ha chiesto la revoca degli arresti per il cittadino iraniano: non sarebbero emerse prove del supporto ai terroristi né alcun elemento sulle accuse a lui rivolte, ha fatto sapere il ministero. Il 38enne, che era stato catturato a Malpensa il 16 dicembre su richiesta degli Usa, è stato liberato ieri mattina ed è già tornato in patria, ha fatto sapere Teheran

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Mohammad Abedini Najafabadi, l'ingegnere iraniano bloccato a Malpensa lo scorso 16 dicembre, è stato liberato domenica 12 gennaio ed è tornato nel suo Paese. Il Guardasigilli Carlo Nordio ha firmato la richiesta di revoca dell’arresto: su di lui pendeva il mandato di arresto internazionale degli Stati Uniti, che lo accusano di aver avuto un ruolo chiave in un attentato in Giordania un anno fa, dove persero la vita tre militari americani.

L’intreccio con Cecilia Sala

Con l'atterraggio di Abedini a Teheran, scarcerato dopo 27 giorni di reclusione in Italia, si è chiusa una vicenda complessa, intrecciatasi con l'arresto della giornalista Cecilia Sala in Iran, che ha visto lavorare sottotraccia il nostro Paese assieme a Usa e Iran. La stessa premier Meloni, la quale una settimana fa aveva incontrato a Mar a Lago il presidente eletto Donald Trump, aveva fatto sapere che sul caso c'era un "vaglio tecnico e politico" e se ne discuteva "con gli amici americani". Meloni aveva precisato che avrebbe voluto parlarne anche con Biden, che sarebbe dovuto venire in Italia ma poi è stato trattenuto negli Usa per l'emergenza incendi a Los Angeles. Abedini fu fermato in Italia tre giorni prima dell'arresto a Teheran della giornalista italiana Cecilia Sala e da allora il loro destino si era intrecciato dietro il sospetto che la reporter fosse stata imprigionata solo per ritorsione alla cattura dell'iraniano. Nonostante la liberazione di Sala, il governo ha sempre escluso che le due vicende fossero collegate.

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La scarcerazione

Ma nelle ultime ore la richiesta del Guardasigilli è apparsa come l'ultimo colpo di scena: esercitando la facoltà che gli è riconosciuta dall'articolo 718 del codice di procedura penale, il ministro Nordio ha depositato alla Corte d'Appello di Milano (obbligata ad attenervisi) la revoca della custodia cautelare dell'ingegnere iraniano. Le motivazioni principali sono state due: uno dei reati di cui è accusato Abedini - "l'associazione a delinquere per violare l'Ieepa (la legge sui poteri economici in caso di emergenza internazionale)", non è previsto in Italia: la norma americana fa riferimento alla legge federale statunitense, che conferisce al presidente Usa il potere di identificare qualunque minaccia abbia origine al di fuori degli Stati Uniti. Inoltre non avrebbero trovato riscontro le altre due ipotesi di reato, secondo cui l'ingegnere con la sua società svizzera di droni avrebbe supportato il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica (inserito dagli Usa tra le organizzazioni terroristiche). Insomma, per gli investigatori mancherebbero le prove.

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Le reazioni

Soddisfazione è stata espressa da Teheran, che ha elogiato "la cooperazione di tutte le parti interessate". Si è trattato di un "malinteso" - secondo l'agenzia ufficiale della magistratura iraniana, Mizan - ma il "problema è stato comunque risolto grazie al seguito dato dal ministero degli Esteri dell'Iran e alle trattative tra l'intelligence della Repubblica islamica e i servizi segreti italiani". Abedini era detenuto in regime di stretta sorveglianza nel carcere di Opera: era in attesa di rendere dichiarazioni spontanee in aula a Milano all'udienza del 15 gennaio sull'istanza per i suoi domiciliari, dove avrebbe ribadito di persona la sua disponibilità al braccialetto elettronico e l'intenzione di non voler fuggire dall'Italia. Al suo avvocato aveva detto di essere "sollevato" per la liberazione di Cecilia Sala, ma "preoccupato" per le proprie sorti e "sempre più provato" e "distrutto dal punto di vista umano ed emotivo". Poi ieri all'alba, non appena arrivata la richieste di revoca della misura cautelare firmata da Nordio, si è riunito d'urgenza un collegio della quinta Corte d'Appello per la ratifica.

Chi è Abedini

Abedini, ingegnere con permesso di soggiorno in Svizzera e soprannominato "l'uomo dei droni", nel 2011, dopo la laurea, ha fondato con due soci l'azienda San'at Danesh Rahpooyan Aflak, la Sdra. Nel 2015, a Losanna come ricercatore, prosegue la sua attività commerciando in componenti per sistemi di navigazione, utilizzabili su droni militari, ordinandoli in America. Dopo aver messo a punto dei microtelecomandi che diventeranno il sistema di navigazione Sepehr per i droni dei pasdaran, nel 2018, ha fondato una nuova società, svizzera, la SadraLab, con la quale, per l'accusa, avrebbe fornito, con un complice naturalizzato in Usa e ora in un carcere statunitense, supporti tecnologici per i pasdaran. Al momento dell'arresto gli sono stati sequestrati, pc, smartphone, chiavette usb e schede tecniche al momento in custoditi in una cassaforte della procura di Milano, dove è aperta una indagine conoscitiva. Materiale che interessa molto gli Usa e che non è escluso possa essere consegnato via rogatoria.

Mohammad Abedini Najafabad

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