L'ultimo saluto a Paolo Rossi: funerali a Vicenza. Cabrini: "Non ti lascerò andare"
CronacaLutto nella città in cui il bomber, capocannoniere e campione del mondo a Spagna 1982, si mise in luce nei primi anni della sua carriera. Le esequie in Duomo, presenti molti dei suoi ex compagni. Sul feretro una maglia nella nazionale con il numero 20. Altobelli: "Il più forte attaccante di tutti i tempi, difficile imitarlo". Il sacerdote nell'omelia: "Ora ti allenerai nella Coverciano del cielo"
Lutto cittadino oggi a Vicenza dove si sono svolti in Duomo i funerali di Paolo Rossi, il bomber del Mundial spagnolo del 1982, morto all'età di 64 anni (LE FOTO DELLA CERIMONIA - LA FOTOSTORIA DI ROSSI - CHI ERA IL "TRASCINATORE GENTILE" - IL RICORDO DEI SUOI GOL AL MUNDIAL '82). Alle esequie presenti molti dei suoi ex compagni di squadra. Il presidente della Figc, Gravina, ha deposto una maglia azzurra della nazionale italiana con il n. 20 (quello indossato ai Mondiali spagnoli) sul feretro. "Paolo ha vissuto la malattia con il garbo e la discrezione di sempre. La sua grandezza è stata di essere un fuoriclasse, ma mai un personaggio. Ora ti allenerai nella Coverciano del cielo", ha detto il sacerdote nell'omelia. A ricordare il centravanti che portò la Nazionale alla conquista del terzo titolo mondiale ci sono manifesti alle finestre, sui balconi e sugli alberi, nella città in cui l'attaccante si mise in luce nei primi anni della sua carriera. Al termine della cerimonia, l'uscita del feretro dalla chiesa è stata accompagnata da un lungo applauso (IL RICORDO SUI SOCIAL - IL CORDOGLIO DEL MONDO DELLO SPETTACOLO).
I compagni di Spagna 1982 portano il feretro
Marco Tardelli, Giancarlo Antognoni, Antonio Cabrini e Fulvio Collovati, ex compagni di nazionale di Paolo Rossi nella vittoria del Mondale '82, sono tra coloro che hanno portato il feretro del campione nella cattedrale di Vicenza. Al termine della cerimonia la bara, chiara con la maglia azzurra della nazionale e la sciarpa della Lanerossi Vicenza, è uscita dalla chiesa portata a spalla sempre dai campioni del mondo dell'82, così come era avvenuto all'ingresso. Davanti Antonio Cabrini e il figlio più grande di Pablito, Alessandro.
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Cabrini: "Mi manchi, non ti lascerò andare"
"Ho perso non solo un amico, ma un fratello. Quante emozioni abbiamo condiviso. Hanno stravolto la nostra vita. Siamo stati parte di un gruppo, di 'quel gruppo'", ha detto Antonio Cabrini durante il funerale del suo ex compagno di nazionale e nella Juventus. "Pensavo che avremmo camminato insieme ancora a lungo. Già mi manchi, mi mancano i tuoi scherzi, le tue parole di conforto, le nostre liti e il tuo sorriso - ha proseguito - Sono quelli come te che rendono bella l'amicizia. Non ti lascerò andare. Sarai sempre dentro di me, ti prometto di stare vicino a Federica ed ai tuoi figli, ma tu resta vicino a me".
L'omelia: "La sua fede era fatta di gentilezza, rispetto, semplicità ed umiltà"
"Proviamo a raccontare Paolo come cristiano - ha detto il parroco - In una recente intervista diceva 'appartengo ad una generazione per la quale i valori cristiani erano importanti. È stato chierichetto. Ha iniziato a giocare nella squadra messa su del prete della parrocchia. Una settimana in seminario gli è bastata a fargli capire che quella non era la sua strada. Non sono un bigotto e credo fermamente che siamo di passaggio su questa terra, per preparare una vita futura. La sua fede era fatta di quotidianità, di gentilezza, rispetto, semplicità ed umiltà". "Dopo la vittoria del mondiale in Spagna gli chiesero qual era stato il momento più bello. 'La finale della finale' - rispose - 'Durante il giro del campo con la coppa in mano mi vengo i crampi - raccontava -. Mi siedo su un cartellone pubblicitario e vedo sugli spalti la gente che si abbraccia. Questo fu il momento più bello, vedere la gioia che avevamo dato agli italiani'. "Astuto come un serpente in campo ma in tutta la sua vita semplice come una colomba, così era Paolo", ha concluso.
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Altobelli: "Paolo il più forte attaccante di tutti i tempi"
"Paolo era il più grande di tutti, oltre che il più forte attaccante di tutti i tempi". Con queste parole Alessandro Altobelli, all'esterno della cattedrale di Vicenza, prima dell'inizio dei funerali ha ricordato Paolo Rossi. "Di quel gruppo era un simbolo non solo in campo ma anche fuori e anche una volta lasciato il calcio - ha aggiunto l'ex campione -. Eravamo entrambi attaccanti, ma lui era molto più forte di me. Ho sempre cercato di copiare quello che faceva, ma le sue erano qualità naturali e imitarlo impossibile. Era sempre al posto giusto nel momento giusto, arrivava sempre prima. A chi vuole giocare a calcio consiglio di vedere chi era Paolo Rossi, la sua grande professionalità".
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Maldini: "Ha rappresentato il calcio italiano"
"La morte di Paolo mi ha colpito perché non sapevo della sua malattia e quindi è stato un fulmine a ciel sereno. Lui ha rappresentato il calcio italiano, non ha uguali in assoluto", ha detto Paolo Maldini prima dell'inizio della cerimonia al Duomo di Vicenza. "Paolo Rossi era solo lui e io ho avuto la fortuna di giocarci insieme al Milan, lui a fine carriera e io giovanissimo" ha aggiunto Maldini.
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Galderisi: "È sempre stato un punto di riferimento in campo e fuori”
"Di Paolo ricordo la sua figurina di quando io ero poco più che bambino, poi ho avuto la fortuna di giocare assieme a lui. I suoi insegnamenti sono stati fondamentali nella mia carriera, lui è sempre stato un punto di riferimento in campo ma soprattutto fuori", ha detto visibilmente commosso anche Giuseppe Galderisi, compagno di Pablito in nazionale e alla Juventus. "Mi mancherà tanto - ha aggiunto Galderisi - e sono sicuro mancherà a tutto il mondo del calcio".
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Bergomi "Del nostro gruppo lui era un simbolo"
"Di quel gruppo vincente Paolo era un simbolo, non solo per quanto è riuscito a fare in campo ma anche fuori. Le sue più grandi doti sono state l'umanità e la disponibilità verso tutti, ma anche la capacità di sorridere", sono state le parole di Beppe Bergomi nel giorno dei funerali dell'ex eroe Mundial. "Con lui ho condiviso l'esperienza da commentatori tv nel mondiale 2006 - ha aggiunto Bergomi, la mascotte dei ragazzi dell'82 campioni del mondo - anche qui era un esempio per la moderazione nei commenti".
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