
Covid, contagi nelle scuole e istituti chiusi: la situazione regione per regione
Molti studenti sono tornati sui banchi degli istituti scolastici dopo il passaggio di alcune regioni a zone con restrizioni inferiori. In quelle arancioni porte aperte fino alla terza media, mentre rimangono in didattica a distanza i ragazzi delle superiori. Proseguono i casi di chiusura o di classi in quarantena. Il nuovo Dpcm di dicembre, invece, stabilisce che dal 7 gennaio gli studenti delle scuole superiori torneranno in aula al 75%. Ecco la situazione

Il bollettino del 4 dicembre del ministero della Salute ha indicato 24.099 nuovi contagi su 212.741 tamponi. Con il passaggio da zona rossa ad arancione o gialla, con conseguente riduzione delle restrizioni, molte scuole hanno riaperto alle lezioni in presenza. Intanto, continuano a verificarsi casi di positività nelle classi. Il 7 gennaio è previsto il rientro di tutti gli studenti a scuola con anche i ragazzi delle superiori che torneranno tra i banchi in una percentuale del 75%
Il testo in Pdf del nuovo Dpcm
Il comitato Priorità alla Scuola Milano, in Lombardia, ha lanciato una campagna e un appello al governo, alla Regione e al Comune: "A Natale regalate la scuola". Il comitato chiede il potenziamento immediato di spazi, trasporto pubblico e monitoraggio sanitario per riaprire tutti gli istituti in sicurezza affinché "sia restituito il diritto all'istruzione a bambine e bambini, ragazze e ragazzi"
Covid Milano, ristoratori regalano panettoni agli studenti no dad
Intanto, per il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, in vista della riapertura dei licei dal 7 gennaio, serve "concentrarsi" sui trasporti pubblici. "Bisogna preparare un piano che consenta di evitare - ha detto Fontana - che ci siano delle ore di punta durante le quali i mezzi pubblici vengono presi d'assalto, dato che in certi casi è impossibile aumentare il numero dei mezzi"
Covid Piemonte, il Tar respinge sospensione dad
In Piemonte prosegue la protesta di due studentesse, Anita e Lisa, che chiedono di tornare alle lezioni in presenza dopo che la Regione è passata alla zona arancione, ma mantenendo la didattica a distanza anche per le seconde e terze medie. Il 4 dicembre, nonostante la neve, le 12enni hanno "occupato" i portici della Regione Piemonte con striscioni e cartelli
Dpcm 4 dicembre cosa si può fare e cosa no
A Firenze, in Toscana, sono stati effettuati 3.200 test rapidi a tutti i ragazzi della prima media. A dirlo è il sindaco Dario Nardella. "A oggi abbiamo riscontrato tre casi positivi tra gli studenti" in scuole e classi differenti, "e un positivo nel personale amministrativo" ha spiegato il primo cittadino che, con i sindaci metropolitani, ha proposto al governo di replicare i test rapidi nelle scuole superiori anche quando si ritornerà in classe per il 75%, nel mese di gennaio, auspicando che si arrivi gradualmente al 100%
Coronavirus, tutti gli aggiornamenti in diretta
Sempre a Firenze, "da qui a Natale procederemo con i test rapidi" nelle elementari e a gennaio nelle classi di "seconda e terza media in modo da avere un confronto tra zona rossa e arancione e fare il punto della situazione dopo le vacanze di Natale", ha sottolineato Nardella, secondo cui il protocollo finora ha funzionato benissimo. L'assessore all'educazione Sara Funaro ha affermato che "l'adesione" a svolgere i test "è stata in quasi tutti i casi di oltre il 90%, in alcune situazioni tra 80 e 85%" e "non sono arrivate comunicazioni di dissenso"

Anche nella Capitale è previsto un tavolo per il trasporto pubblico locale, coordinato dalla prefettura di Roma, in previsione del rientro a scuola in presenza degli studenti delle superiori del Lazio dopo le festività natalizie. La riunione dovrebbe svolgersi giovedì 10 dicembre e di concerto col trasporto pubblico si ragionerà anche su una rimodulazione degli orari di entrata e di uscita degli studenti

L'ordinanza della Regione Umbria, firmata il 4 dicembre, non prevede più a partire dal 9 dicembre la didattica a distanza per le scuole secondarie di primo grado le cui lezioni, dunque, torneranno in presenza. Prosegue intanto lo screening di Regione e Federfarma Umbria che riguarda la ricerca degli anticorpi anti Sars-Cov-2 tramite test sierologici rapidi gratuiti nelle farmacie aderenti (oltre 100). Nel primo mese della campagna dedicata a studenti (0-19 anni) e familiari sono stati già refertati 11.597 test. Di questi 537 hanno evidenziato valori di positività

La Regione Puglia, con un'ordinanza firmata dal governatore Michele Emiliano, ha confermato la possibilità per i genitori di alunni delle scuole elementari e medie di scegliere la didattica digitale integrata per i propri figli. L'assessore alla Salute ed epidemiologo, Pierluigi Lopalco, ha però sottolineato che la scuola è stata "effettivamente un incubatore di infezione"

Sempre nell'ordinanza firmata da Emiliano si legge comunque che l'aumento del contagio tra gli studenti si sta riducendo. Una relazione di Lopalco segnala inoltre che, nelle settimane successive all'entrata in vigore delle ordinanze 407 e 413, ossia quelle che limitavano le lezioni in presenza, "l'aumento di casi nelle differenti classi di età si è stabilizzato nelle età giovanili ma è rimasto spiccato nelle classi di età più anziane"

In Campania, il governatore della Regione Vincenzo De Luca ha dichiarato che attualmente "la percentuale dei positivi è del 9%, sotto il 10%. Questi risultati sono il frutto delle nostre scelte, della chiusura anticipata delle scuole, del filtro che abbiamo fatto in estate per chi veniva dall'estero e di tutte le ordinanze di maggiore rigore che abbiamo adottato, non grazie alle misure del governo"

Dall'analisi delle risposte di 50mila bambini, ascoltati durante il lockdown, di 3.500 classi di terza, quarta e quinta elementare, che hanno partecipato al progetto di educazione "Ora di futuro", è emerso che la richiesta è quella di avere una scuola in presenza, tecnologica e laboratoriale. Mentre famiglie e insegnanti ritengono fondamentale il rapporto tra scuola e famiglia per una didattica digitale efficace

Secondo il 54esimo rapporto del Censis, invece, l'esperimento della didattica a distanza durante la pandemia sembra non aver funzionato adeguatamente. "Per il 74,8% dei dirigenti la didattica a distanza ha di fatto ampliato il gap di apprendimento tra gli studenti" anche se "il 95,9% è molto o abbastanza d'accordo sul fatto che la Dad è stata una sperimentazione utile per l'insegnamento"