
Da uno studio della rivista specializzata Tuttoscuola, far restare gli studenti negli istituti scolastici anche il pomeriggio costerebbe 2,8 miliardi l'anno e richiederebbe 50mila nuovi posti di lavoro tra insegnanti e collaboratori scolastici

Garantire il tempo pieno a scuola su tutto il territorio nazionale, costerebbe 2,8 miliardi di euro l'anno e richiederebbe 50mila nuovi posti di lavoro. Questi sono i risultati dei calcoli fatti dalla rivista specializzata Tuttoscuola
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A questi si aggiungerebbe oltre un miliardo di euro di investimento iniziale per approntare i locali di mensa e laboratori
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Per quanto riguarda la concreta realizzazione del tempo pieno a scuola in Italia, Tuttoscuola evidenzia che finora l'incremento è stato mediamente di un punto percentuale all'anno
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Nel 2008-09 le regioni del Sud registravano il 9,8% di classi organizzate a tempo pieno; nel 2019-20 la percentuale è stata del 20%

Proprio nel Mezzogiorno dovrebbe, quindi, concentrarsi il maggior sforzo del progetto di generalizzazione

Nonostante la flessione demografica che sta investendo anche la scuola primaria, il numero di alunni che scelgono il tempo pieno tende ad aumentare. Mentre dal 2018-19 al 2019-20 il numero complessivo di alunni è diminuito di oltre 53mila unità, quelli iscritti al tempo pieno sono invece aumentati di oltre 16mila unità

In base ai dati 2019/20 del Ministero dell'Istruzione, frequentano il tempo pieno nella scuola primaria 923.196 alunni, il 37,8% dei 2.443.889 iscritti

Conseguentemente non frequenta il tempo pieno il 62,2% di alunni, cioè 1.520.693 di ragazzi

Attualmente i posti comuni di docente nella scuola primaria sono 193.265 di cui il 45,5% impiegato in classi a tempo pieno (87.731)

Per assicurare il tempo pieno in tutte le attuali 128.148 classi occorre che, oltre alle 46.403 (36,2%) già funzionanti a tempo pieno, anche le restanti 81.745 vengano riorganizzate "full time"

Per questa riorganizzazione occorre incrementare l'organico docenti - attualmente di 193.265 posti di cui 87.731 (45,4%) su classi a tempo pieno - aggiungendo 49.015 nuovi posti ai 105.534 attualmente impegnati su classi funzionanti a tempo normale (27-30 ore settimanali)

Quei 49mila posti necessari per generalizzare il tempo pieno dovrebbero essere assicurati al 50% dalle graduatorie di merito dei concorsi e per l'altra metà dalle Graduatorie ad esaurimento. Nelle more delle immissioni in ruolo i posti potrebbero essere assicurati da supplenti annuali

Poiché in base all'attuale contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto scuola il costo per docente all'inizio di carriera è di 31.227 euro lordi annuali comprensivi degli oneri riflessi a carico dello Stato, il costo per anno sarebbe quasi di un miliardo e 531 milioni

Tra i parametri previsti per la determinazione dell'organico ATA la presenza di una quota consistente di alunni che frequentano il tempo pieno determina anche un incremento del numero di collaboratori scolastici. Tenendo presente il numero delle classi che con la riorganizzazione annunciata dal premier passeranno al tempo pieno e della consistenza della popolazione scolastica interessata (un collaboratore scolastico in più ogni 250 alunni a tp dopo il centesimo), serviranno altri 1.213 collaboratori scolastici

Considerato lo stipendio lordo annuo di 24.252 euro, comprensivo degli oneri riflessi a carico dello Stato, il costo annuale per l'incremento dell'organico dei collaboratori scolastici sarà di quasi 29 milioni di euro

Alle amministrazioni comunali spetta forse il compito più difficile per sostenere efficacemente il progetto ambizioso della generalizzazione del tempo pieno. Sono sostanzialmente due le tipologie di intervento previste: uno immediato (l'approntamento di strutture e locali) e un altro continuativo (il servizio di mensa)

Ad oggi soltanto il 31,5% delle scuole primarie è dotato di apposito locale di mensa. Per la predisposizione di tutti i locali necessari, stimando mediamente un impegno di spesa di circa 120-130mila euro per le 8.202 scuole in cui attualmente non c'è il tempo pieno, a carico dei Comuni vi sarebbe una spesa complessiva superiore a un miliardo e 25 milioni di euro

Una volta avviato il tempo pieno, i Comuni dovrebbero assicurare il servizio continuativo di refezione, mettendo in atto gare di appalto, convenzioni, gestione delle rette, ecc, per un costo stimabile in 1,2 miliardi l'anno

In riferimento alla situazione attuale causata dal contenimento della pandemia da Coronavirus e a seguito del declassamento cromatico di alcune regioni, Tuttoscuola ha anche calcolato che dal 30 novembre rimangono con la didattica a distanza 3.320.958 alunni mentre rientrano in classe 719mila studenti

Restano infatti a casa collegati con i loro professori in dad 2.734.012 studenti degli istituti della secondaria di secondo grado, oltre a circa 507mila alunni del primo ciclo nelle zone rosse rimaste (Campania, Toscana e Abruzzo), per un totale complessivo di 3 milioni e 241mila ragazzi. A questi vanno però aggiunti 79.995 alunni di seconda e terza media del Piemonte: il governatore Cirio, nonostante la Regione sia diventata zona arancione, ha deciso di tenere ancora questi studenti in DaD

In Calabria e in Lombardia, passate dal rosso all'arancione, da lunedì ritorneranno a seguire le lezioni in presenza circa 719mila alunni, per la maggior parte delle classi seconde e terze di scuola secondaria. In Campania dal 25 novembre sono tornati a scuola solo i più piccoli, ovvero i bambini della scuola dell'infanzia e della prima classe della scuola elementare; è stato infatti prorogato fino al 7 dicembre il regime di didattica a distanza dalla seconda classe della scuola primaria