
Pompei, scoperti due corpi intatti nella villa suburbana di Civita Giuliana. FOTO
Si tratta di due uomini travolti dalla furia del vulcano mentre scappavano dall'eruzione del Vesuvio. Sono stati ritrovati dopo uno scavo, rimasti perfettamente intatti. "Stupefacente", ha commentato il ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini. "Una scoperta davvero eccezionale”, ha detto entusiasta il direttore Massimo Osanna

Pompei continua ancora a sorprendere. Nuovi scavi hanno portato alla luce i corpi integri e perfettamente conservati di due persone. Un ritrovamento che il ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini ha definito "stupefacente". La scoperta è avvenuta anche grazie al fatto che, nonostante la chiusura del Parco a novembre, le indagini di scavo sono proseguite
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Il ritrovamento è avvenuto solo alcuni giorni fa nello scavo in corso dal 2020 nella grande villa suburbana a Civita Giuliana, a 700 metri a nord ovest di Pompei. I corpi sono riemersi dalle ceneri grazie alla particolare tecnica dei calchi in gesso. Si tratta di due uomini, un signore quarantenne avvolto in un mantello di lana e il suo giovane schiavo in tunica, con le ossa già provate da anni di durissimo lavoro
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"Una scoperta davvero eccezionale" per il direttore Massimo Osanna, perché "per la prima volta dopo più di 150 anni è stato possibile realizzare i calchi perfettamente riusciti delle vittime e delle cose che avevano con sé nell'attimo in cui sono stati investiti e uccisi dai vapori bollenti dell'eruzione". Si tratta dell'antica tecnica di realizzazione dei calchi ideata nell'Ottocento da Giuseppe Fiorelli, che prevede l'introduzione di una colata di gesso liquido nelle cavità lasciate dai corpi
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Nella stessa area della villa suburbana di Civita Giuliana c'erano già stati altri ritrovamenti: un cavallo completamente bardato per la partenza del suo padrone, ma anche un affresco e un graffito
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Come spiega Osanna si tratterebbe infatti di una residenza "di altissimo pregio, con ambienti riccamente affrescati e arredati, sontuose terrazze digradanti che affacciavano sul golfo di Napoli e Capri, oltre ad un efficiente quartiere di servizio con l'aia, i magazzini per l'olio e per il vino che in profluvio di terrazzamenti e piscine si estendeva fino al mare"
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Lo scavo, ancora in corso, potrà forse chiarire meglio nei prossimi mesi il ruolo di questi due uomini in fuga e dove fossero diretti. Quella che vediamo oggi resta una fotografia del momento nel quale la città è stata colpita dal flusso piroclastico per cui le persone morirono all'istante per shock termico. E i corpi rimasero nella posizione esatta in cui erano stati investiti dal flusso
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Ma sarebbe già definibile il momento in cui i due sono stati travolti dalla furia del vulcano: "Con buona approssimazione - spiega Osanna - deve essere avvenuto nelle prima mattinata del secondo giorno dell'eruzione", quindi intorno alle 9 del mattino del 25 ottobre di quel terribile 79 d.C.

Intanto dalle prime indagini è emerso che a prima vittima è, quasi certamente, un ragazzo tra i 18 e i 23 anni, alto 1,56. Ha il capo reclinato, con i denti e le ossa del cranio ancora parzialmente visibili; indossa una tunica corta, di lunghezza non superiore al ginocchio, di cui è ben visibile l'impronta del panneggio sulla parte bassa del ventre, con ricche e spesse pieghe. La presenza di una serie di schiacciamenti vertebrali, inusuali per la giovane età del ragazzo, fa pensare che potesse svolgere lavori pesanti: ecco perché si pensa che fosse uno schiavo

Durante la realizzazione di questo primo calco è avvenuta la scoperta delle ossa di un piede, che ha rivelato la presenza di una seconda vittima, che doveva avere un'età compresa tra i 30 e i 40 anni ed era alto circa 1,62. Il volto è riverso a terra, a un livello più basso del corpo, e il gesso ha delineato con precisione il mento, le labbra e il naso, mentre si conservano parzialmente a vista le ossa del cranio. Le braccia sono ripiegate con le mani sul petto, mentre le gambe sono divaricate e con le ginocchia piegate

"Uno scavo molto importante quello di Civita Giuliana - dichiara Osanna - perché condotto insieme alla Procura di Torre Annunziata per scongiurare gli scavi clandestini e che restituisce scoperte toccanti. Queste due vittime cercavano forse rifugio nel criptoportico, dove invece vengono travolte dalla corrente piroclastica alle 9 di mattina. Una morte per shock termico, come dimostrano anche gli arti, i piedi, le mani contratti. Una morte che per noi oggi è una fonte di conoscenza incredibile" conclude