La virologa, al Corriere della Sera, spiega: "Esiste un problema di distribuzione e stoccaggio a basse temperature, da un'unica fiala o confezione bisognerà vaccinare più persone lo stesso giorno e bisognerà gestire il flusso in maniera distanziata". Nei luoghi dello spettacolo, aggiunge, "vi è già una modalità di ingresso controllata con percorso a senso unico fino all'uscita. C'è elettricità sufficiente per un congelatore a -70 gradi". Perplessità del direttore generale di Anec e Anem
Usare i cinema e i teatri chiusi per la campagna di vaccinazione contro il Covid-19 (AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - SPECIALE). È la proposta della virologa Ilaria Capua che, sul Corriere della Sera, spiega: "Esiste un problema reale di distribuzione e stoccaggio a basse temperature con delle notevoli complessità logistiche". Ma nel frattempo arriva la risposta di Simone Gialdini, presidente di Anec (Associazione nazionale esercenti cinema) e Anem (Associazione nazionale editori musicali): "Vaccinazioni nei cinema? Le sale cinematografiche sono votate allo spettacolo".
"La più complicata campagna di vaccinazione mai affrontata"
Secondo Capua cinema e teatri sarebbero luoghi adatti sotto molti aspetti, ed è importante capire che "stiamo per intraprendere, e non solo in Italia, la più grande e complicata campagna di vaccinazione mai affrontata dal genere umano. Dobbiamo immunizzare il prima possibile alcune categorie di persone tra cui gli operatori sanitari ed i lavoratori essenziali, le persone a rischio di sviluppare la forma grave".
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"Allestire dei presidi e pensarci per tempo"
Per quanto riguarda i nodi da affrontare sulla distribuzione e la conservazione del vaccino, la virologa fa presente che, se fosse confermato, "da un'unica fiala o confezione di vaccino scongelato bisognerà vaccinare più persone lo stesso giorno, e che di conseguenza bisognerà gestire il flusso di quelle persone in maniera distanziata. Mi sembra chiaro che bisognerà allestire dei presidi per gestire le operazioni di vaccinazione e che bisognerà pensarci per tempo".
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"Cinema e teatri hanno percorsi controllati, elettricità sufficiente"
Per questo, secondo Capua, "si potrebbe trovare una convergenza insperata. Quella di far incontrare virtuosamente due settori sostanzialmente disgiunti, paralleli e indipendenti: quello della sanità pubblica e quello dell'intrattenimento. Perché non esplorare un piano di distribuzione e somministrazione del vaccino che sfrutti i cinema ed i teatri oggi vuoti che risulterebbero funzionali a questo tipo di attività". In questi luoghi, aggiunge, "vi è già una modalità di ingresso controllata con percorso a senso unico fino all'uscita. C'è l'elettricità sufficiente per un congelatore a meno 70 gradi ed altra strumentazione, ci sono i servizi, ci sono le vie di fuga. I vaccinandi potrebbero sedersi secondo uno schema che rispetti il distanziamento". E conclude: "Questi CineVax potrebbero anche poi essere usati per il recupero delle vaccinazioni pediatriche che sono saltate a causa dell'emergenza".
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Gialdini: "Le sale cinematografiche sono votate allo spettacolo"
Repentina la replica dal presidente di Anec e Anem Simone Gialdini: "Le sale cinematografiche sono votate allo spettacolo, la proposta di trasformarci in presidi sanitari appena avanzata da Ilaria Capua ci ha spiazzato". E aggiunge: Un'ipotesi temporalmente catastrofista perché per quando arriveranno i vaccini speriamo di aver superato la criticità dell'epidemia e di aver riaperto le sale". I cinema, spiega, "richiederebbero interventi di tipo igienico-sanitario" e una successiva riconversione all'attività cinematografica che rischia di essere dispendiosa. "Ci sono caserme vuote e strutture pubbliche sicuramente più idonei alle vaccinazioni", sottolinea. "Il periodo delle feste natalizie è cruciale per i fatturati degli esercenti e le sale sono sempre state dei luoghi sicuri. Seriamo che si creino le condizioni per poter riaprire, evitando però passi falsi che ci portino a successive chiusure", conclude Gialdini.