
Covid, Arcuri: "Vaccino a gran parte della popolazione entro settembre 2021"
Il Commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, in conferenza stampa, fa il punto sulla seconda ondata e sull'andamento dei dati: "La forza del virus è ancora molto rilevante", avverte, ma "nelle ultime 4 settimane la crescita si è affievolita" perché continua a calare il rapporto tra positivi e tamponi effettuati. Si lavora a un piano per i vaccini e per la loro distribuzione

Nelle utlime 4 settimane "la crescita del virus si è affievolita", ma la forza del Covid-19 "è ancora molto rilevante". A dirlo, in conferenza stampa, è il commissario Domenico Arcuri
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Il commissario ha anche specificato che “oggi in terapia intensiva c’è lo 0,5% dei contagiati"
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Anche se "il ritmo della crescita del contagio va decelerando", come ha precisato Arcuri, gli anziani rimangono i soggetti "pù a rischio di tutti"
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Sulla lotta al Covid-19, il Commissario ha poi fatto sapere: "Riusciamo a rintracciare il virus nei primi momenti della sua esistenza". L'altro dato sottolineato è quello del rapporto tra positivi e tamponi effettuati: "Anch'esso inizia a decrescere, oggi è del 14,46%"
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Arcuri ha poi spiegato anche che si lavora a un piano per i vaccini e per la loro distribuzione. Lo ha inviato ai presidenti delle Regioni e per conoscenza ai ministri della Salute e degli Affari Regionali. Lo scopo della comunicazione (datata 17 novembre) è una “raccolta di informazioni per il piano di fattibilità della prima fase di somministrazione del vaccino”, in particolare di quello Pfizer
Vaccino Pfizer: il piano di somministrazione di Arcuri. Prima ad ospedali ed Rsa
Sul tema dei vaccini, in conferenza stampa, Arcuri ha anche spiegato che il primo disponibile sarà proprio quello di Pfizer. "All'Italia arriveranno 3,4 milioni di dosi nella seconda parte di gennaio. Saranno vaccinati 1.7 milioni di italiani". "Esposizione al rischio e fragilità" saranno i parametri per stabilire i primi che avranno bisogno del vaccino

"Entro qualche mese potremo arrivare nel 2021 alla cosiddetta somministrazione su larga scala", ha quindi precisato Arcuri, sottolineando: "il mio è un auspicio, non è una previsione"

L'auspicio, nel dettaglio, è quello di "vaccinare una parte importante della popolazione nel primo semestre o entro il terzo trimestre del 2021. Ma non conosciamo quanti italiani vorranno farsi il vaccino"

"Il 17 novembre il ministero della Salute ci ha inviato specifiche tecniche e quantità delle siringhe e degli aghi che dovremo acquistare per rendere certa la somministrazione per il primo e altri vaccini. Confido che lunedì prossimo riusciremo a bandire la richiesta di offerta per acquistare siringhe, aghi e altri accessori indispensabili a garantire la somministrazione. Sarà un acquisto molto corposo e un po' articolato: le tipologie di siringhe sono almeno tre e le misure degli aghi almeno sei", ha spiegato Arcuri

"Per ora non è previsto l'obbligo", ha chiarito il Commissario per l'emergenza Covid rispondendo a chi gli chiedeva se fosse già stato deciso l'obbligo vaccinale

"Stiamo progettando una piattaforma informatica che consentirà di gestire la verifica della somministrazione per sapere come si chiamano le persone che hanno fatto il vaccino e dove lo hanno fatto, per seguire la tracciaibilità dei beni sul territorio", ha aggiunto Arcuri che, rispondendo a chi gli chiedeva se fosse previsto una sorta di patentino per i vaccinati, ha detto: "Sarà possibile e sarà il ministero della Salute a stabilire come"

"Dobbiamo spiegare ai cittadini che ci sono ormai delle conoscenze consolidate intorno all'evoluzione del virus e che l'ansia, la preoccupazione, la paura - sentimenti non legittimi ma sacrosanti dopo otto mesi di drammatica emergenza - possono essere quando possibile tenuti a bada e non portarci a correre al pronto soccorso perché abbiamo 37 e mezzo di febbre", ha chiarito il Commissario

La necessità, ora, è quella di alleggerire la pressione sui pronto soccorso, che è forte "soprattutto nelle grandi aree metropolitane"

"Naturalmente - ha aggiunto Arcuri - ogni cittadino ha diritto ad avere una risposta se ha 37 e mezzo di febbre e noi dobbiamo fare di tutto perché questa risposta non la debba avere per forza nel pronto soccorso"

"Abbiamo fatto un accordo - ha aggiunto - con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, li abbiamo dotati delle attrezzature e dei test antigenici rapidi per gli assistiti e in cambio gli abbiamo chiesto di fare ogni sforzo per curare le persone il più possibile a casa"