
Coronavirus, code e ore di attesa per i tamponi: caos ai drive-in e per avere i risultati
Da Nord a Sud, il sistema, diverso in ogni zona d'Italia, sembra in sofferenza: ore in coda ai drive in, giorni per avere il risultato, centralini telefonici in tilt, modalità che cambiano. Tra le regioni più in difficoltà ci sono Lazio e Campania, con file fuori dalle strutture che arrivano anche a 10-12 ore. Ecco la situazione nelle varie città

Ore in coda ai drive in, giorni per avere il risultato, centralini telefonici in tilt, informazioni non sempre chiare, modalità e regole che cambiano con frequenza. L’aumento dei contagi di coronavirus in Italia ha fatto salire anche la richiesta di tamponi. Ma il sistema, diverso in ogni regione, sembra in sofferenza
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Il problema è emerso ad esempio nel Lazio, regione che per prima ha puntato sul sistema dei drive in. Ora che la richiesta è salita, si registra un aumento di auto, tante ore di coda - anche sei o sette - e tempi di attesa per avere il risultato che arrivano a 5 o 6 giorni, troppi per garantire un efficace contenimento
Le tappe del contagio globale
A Roma, alcuni giorni fa, sono state registrate anche 12 ore di coda per sottoporsi al tampone nella struttura drive-in alla Casa della Salute di Labaro, quartiere nord della capitale. Le auto erano in attesa dalle 2 del mattino

L’assessore alla Salute del Lazio D'Amato ha annunciato il potenziamento dei drive in, rispetto ai 38 attuali in tutta la regione. L'obiettivo è quello di raddoppiare la rete, sia in modalità pedonale che con automobile, in particolare modo nella città di Roma dove ne sono previsti almeno altri 6 nei prossimi giorni
La situazione in Italia con grafici e mappe
Per sgravare il sistema dall'enorme mole di tamponi da processare, da pochi giorni la Regione ha aperto anche ai laboratori privati, per ora solo per i test rapidi, i tamponi in grado di dare il responso in meno di mezzora, usati da mesi negli aeroporti e anche nelle scuole, ma ritenuti ancora meno affidabili di quelli molecolari (in caso di positività serve la conferma con il tampone 'standard'). I laboratori accreditati, a tariffa concordata (22 euro), ora sono 68 ma vista la domanda in aumento anche nel privato si rischia di attendere anche diversi giorni
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I pediatri, per certificare il rientro in classe, chiedono tutti o quasi di fare il tampone. Come spiegano gli esperti, il risultato è che nei drive in la richiesta è decuplicata e il personale è sempre lo stesso. Nel Lazio scarseggiano i kit per fare i test: ora il commissario Arcuri ha fatto un bando da 5 milioni per l'acquisto dei kit, che dovrebbero arrivare la settimana prossima
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A breve potrebbe arrivare il via libera per consentire ai medici di famiglia di fare i tamponi rapidi e i test sierologici direttamente in studio. Il sistema sarebbe molto più rapido: chi sospetta di essere positivo può chiamare il suo medico, che lo convoca per il tampone (o va lui per farlo a domicilio), oppure, se non è tra i medici aderenti, lo indirizza altrove. Nel giro di poco tempo viene svolto il test e la risposta è veloce, smaltendo le code dei drive in
La situazione nelle scuole in Italia
Problemi anche in Campania. Ieri davanti ai laboratori del Frullone, struttura dell'Asl Napoli 1, persone in fila dall’alba nonostante il laboratorio apra alle 9. In molti casi si tratta di persone che, non avendo avvertito come dovuto il medico di base, non sono inserite nella piattaforma informatica regionale e si presentano direttamente al distretto per sottoporsi al test
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I tempi di attesa arrivano anche intorno ai 10 giorni. Anche se “c'è l'ipotesi - spiega il segretario Fimmg Campania, Federico Iannicelli - di introdurre un test salivare rapido che in mezzora è in grado di dare un risultato. Sarebbe fondamentale ora che arrivano le influenze, per consentirci di distinguere subito le influenze dai casi Covid”

L’ipotesi è stata sottoposta dal governatore De Luca al ministro Speranza. Vista la situazione di stress del sistema, inevitabile la decisione dello stesso De Luca di autorizzare le strutture private a effettuare tamponi ai cittadini, con obbligo di comunicare gli esiti, positivi e negativi, alla piattaforma sanitaria regionale. Mentre ai direttori generali viene chiesto di comunicare l'esito dei test in 24/48 ore massimo, con particolare attenzione ai casi sospetti nelle scuole

Anche in Lombardia i tempi rischiano di essere lunghi: "Anche negli ospedali accreditati - rileva Paola Pedrini, segretario regionale Fimmg - le attese possono arrivare a 5-7 giorni". In questo caso il problema è nella comunicazione: "Il referto magari è pronto - racconta Pedrini - ma passano giorni prima che venga comunicato al paziente. C'è carenza di personale amministrativo. In alcuni casi siamo noi che chiamiamo il laboratorio per sollecitare il risultato. Nel frattempo una persona rimane isolata una settimana, e se è negativo sono sette giorni buttati"

Il sistema è diverso da quello del Lazio: attualmente i medici lombardi non prescrivono direttamente il tampone ma ne fanno richiesta all'Ats, che si attiva per effettuare il test, in teoria entro 24 ore. Dal 15 ottobre tuttavia sarà proprio il medico a fare la prescrizione. Non ci sono ancora test rapidi validati a livello regionale, in compenso però, a differenza del Lazio, nei laboratori privati si può prenotare il tampone standard, quello molecolare: sono 30 quelli accreditati, e con un centinaio di euro si ha il risultato in giornata

In Lombardia Il sistema non punta sui drive in, che sono solo presso alcuni ospedali milanesi e sono dedicati sostanzialmente ai bambini da testare dopo casi di positività a scuola o dopo sintomi sospetti, e anche qui le segnalazioni parlano di 6-8 ore di attesa

Criticità anche in Toscana, dove il sistema dei drive in risulta in sofferenza soprattutto per l'afflusso massiccio, come ovunque, degli studenti, a causa delle richieste dei pediatri che non si fidano a rimandare a scuola un bambino senza la conferma del test

Va meglio in Veneto, la regione che per prima ha puntato sui tamponi come arma per il contrasto alla pandemia grazie al "modello Crisanti”. Poche per ora le segnalazioni di criticità, ma si teme una prossima sofferenza del sistema, tanto che lo stesso Zaia da settimane sta puntando tutto sui test rapidi, il più attendibili possibile

In leggero affanno l'Emilia Romagna, dove si registrano attese dai 2 ai 4 giorni per l'esito del tampone, ma che dal 19 ottobre consentirà ai cittadini di effettuare il test sierologico gratis in farmacia. Mentre dal 26 ottobre arriveranno i tamponi rapidi in scuole e ambienti lavorativi

Prosegue la caccia al test anche in Liguria: nel laboratorio allestito alla Commenda di Pre', nel cuore di Genova, unico ad accesso libero e gratuito, la situazione è al limite con 250 e più accessi al giorno. Mentre per gli studenti il punto di riferimento regionale è il Gaslini

Chi vuole può scegliere il privato, con i laboratori che effettuano sia tamponi antigenici che molecolari: circa 50 euro i primi, un centinaio di euro i secondi

Proprio in Liguria c’è stato un caso limite: la chiusura di alcune classi per covid, nel comprensorio di Ventimiglia, ha generato una vera e propria fobia tra i genitori degli alunni che devono essere sottoposti a tampone, tanto che nel nuovo centro drive through dell'ex piazza del mercato di Vallecrosia, stamattina, si sono riversate circa duecento auto e per gestire l'ordine pubblico sono intervenuti i carabinieri