Strage discoteca di Corinaldo, condannata la banda dello spray: pene dai 10 ai 12 anni

Cronaca
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La sentenza di fine luglio 2020 è arrivata a poco più di un anno e 7 mesi dalla notte tra il 7 e l'8 dicembre 2018 in cui morirono nella calca cinque minorenni e una madre 39enne.  I membri della "banda" sono tutti poco più che 20enni, originari della Bassa Modenese: avrebbero spruzzato le bombolette all’interno del locale per creare scompiglio e favorire i furti

Il 30 luglio 2020, a poco più di un anno e 7 mesi dai tragici fatti di Corinaldo, ad Ancona è arrivato il primo verdetto per la strage: tutti e sei i membri della banda dello spray - Ugo Di Puorto, Raffele Mormone, Badr Amouiyah, Andrea Cavallari, Moez Akari e Souhaib Haddada - sono stati condannati a pene comprese tra i 10 e i 12 anni con uno sconto significativo rispetto alle iniziali richieste dei pm Paolo Gubinelli e Valentina Bavai. Nella notte tra il 7 e l'8 dicembre 2018 morirono cinque minorenni e una madre 39enne. Erano nel locale Lanterna Azzurra Clubbing in attesa dell'esibizione del trapper Sfera Ebbasta, ma si ritrovarono schiacciati dalla calca dopo gli spruzzi di spray urticante tra la folla (LE TAPPE DELLA VICENDA).

Il rito abbreviato

Le pene tengono conto della riduzione di un terzo prevista dal rito abbreviato, ma non includono l'associazione a delinquere, non riconosciuta dal gup. I giovani modenesi, tutti presenti al momento della sentenza, sono stati ritenuti responsabili della strage: la sentenza è stata emessa dal gup deltribunale di Ancona, Paola Moscaroli, al termine della settima udienza del processo, dopo poco più di 2 ore di camera di consiglio.

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Le richieste dei pm

I pm avevano chiesto pene che andavano dai 16 ai 18 anni di carcere, considerando la riduzione di un terzo per il rito e ritenendo i sei ragazzi responsabili degli spruzzi di spray urticante, finalizzati a creare scompiglio e favorire i furti, che generarono il fuggi fuggi verso le uscite di sicurezza. Una condotta, per l'accusa, all'origine della tragedia: all'uscita di sicurezza n.3 dove si era accalcato il grosso della folla, una balaustra arrugginita cedette e le persone che vi si erano appoggiate caddero, una sull'altra, da circa 1,5 mt d'altezza, schiacciandosi a vicenda. Persero la vita i giovani Asia Nasoni, Benedetta Vitali, Daniele Pongetti, Emma Fabini, Mattia Orlandi e la 39enne Eleonora Girolimini, che aveva accompagnato la figlia all'esibizione in dj set del suo idolo Sfera Ebbasta (LE VITTIME - IL VIDEO DEL CROLLO DELLA BALAUSTRA - LA TESTIMONIANZA DI UNO DEI RAGAZZI SOPRAVVISSUTI).

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La svolta nelle indagini

In giudizio circa una settantina le parti civili: tra loro famigliari delle vittime, feriti, loro congiunti, e la Regione. Il 7 agosto 2019 è arrivata la svolta nelle indagini con il blitz dei carabinieri e l'arresto dei giovani presunti componenti della "banda dello spray" considerati dagli investigatori specializzata nei raid furtivi ai danni di giovanissimi in locali e altri luoghi d'assembramento (in Italia e all'estero). I membri della banda sostengono invece che a Corinaldo entrarono in azione tre bande 'rivali' e negano l'accusa associativa e di aver spruzzato spray urticante. Il 65enne modenese Andrea Balugani, il ricettatore della "banda", si trova già ai domiciliari: ha patteggiatouna condanna a 4 anni e 2 mesi di reclusione con una multa di 2.000 euro.

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L’altro filone d’inchiesta

La Procura, guidata da Monica Garulli, sta seguendo anche un secondo filone d'inchiesta che riguarda un altro aspetto della vicenda, quello sulle condizioni della discoteca - l'immobile risulta destinato a magazzino agricolo -, sulle carenze di sicurezza e sulla gestione della serata nel locale dove erano presenti molti più avventori di quelli consentiti: in questa 'tranche' sono chiamati in causa, a piede libero, proprietari dell'immobile, gestori mediante la Magic Srl, un dj, un addetto alla sicurezza, la commissione di vigilanza sui pubblici spettacoli, presieduta dal sindaco Matteo Principi e due ingegneri. Il termine, dopo due richieste di proroga, scadrà a ottobre: i reati contestati vanno dalla cooperazione in omicidio colposo plurimo e lesioni anche gravi a disastro colposo aggravato. Per i membri della commissione e il sindaco ipotizzato anche il falso ideologico in atto pubblico.

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