
Coronavirus, rischio nuovi contagi: preoccupano movida e fughe da centri migranti
I bollettini quotidiani del ministero della Salute certificano che il numero di vittime e contagi è ai minimi da mesi. Però gli esperti lanciano il monito: attenzione ad assembramenti della movida, possibili casi in arrivo dall'estero e fughe dalla quarantena di alcuni migranti come è accaduto negli ultimi giorni. Massimo Galli, dell'ospedale Sacco, avverte: allerta nuovi focolai e “super diffusori”

Il bollettino del ministero della Salute del 19 luglio ha rilevato un numero di vittime al minimo storico dall'inizio dell'emergenza Covid in Italia. Tuttavia rimangono forti motivi di preoccupazione dovuti principalmente ai nuovi focolai, agli assembramenti della movida, ai casi che arrivano dall'estero e alle fughe dalla quarantena di alcuni migranti
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A Roma, dopo essere stato chiuso il mercato Esquilino per mancate condizioni di sicurezza, nella notte tra sabato e domenica sono stati messi i sigilli alle principali piazze della movida nelle zone di Trastevere, San Lorenzo e rione Monti per contrastare assembramenti e comportamenti scorretti che impedivano di fatto l'osservanza delle disposizioni previste per la limitazione del contagio
Le tappe del contagio globale
L'assessore alla Sanità del Lazio, Alessio d'Amato, ha avvisato che se non verranno indossate le mascherine si può ipotizzare una nuova “stretta”. "Rivolgo un appello all'utilizzo della mascherina o si dovrà richiudere. Non possiamo tornare indietro e disperdere gli sforzi fatti fin qui. Dobbiamo usare la mascherina o rischiamo nuovi casi come in Catalogna"
Raggi: "Chiuse piazze movida pe assembramenti"
In tutta Italia sono proseguiti nel fine settimana i controlli anti Covid da parte delle forze di polizia. Solo sabato sono state verificate quasi 60 mila persone, 22 sono state sanzionate e 2 denunciate per inosservanza della quarantena
Le chiusure delle piazze a Roma. FOTO
Ma a preoccupare sono anche i casi che arrivano dall’estero. Ieri nel Lazio, su 17 nuovi positivi se ne registrano 10 di importazione: 6 casi sono di nazionalità del Bangladesh, un caso dall'Iraq, due dal Pakistan e uno dall'India

Sempre ieri, dei 16 nuovi casi di coronavirus in Toscana, ben 14 sono casi dall'estero (13 dall'Albania, un altro dall'Ecuador) nelle ultime 24. Preoccupata la Regione che aveva già adottato misure per tracciare i passeggeri che arrivano in aeroporti toscani

L’altro fronte che preoccupa sono le fughe di migranti dai centri di accoglienza, in alcuni casi da situazioni di quarantena. Domenica se ne sono allontanati 25 (di cui due poi rintracciati) da un agriturismo di Gualdo Cattaneo, dove erano ospitati dopo essere arrivati da Agrigento

Un’altra ventina di migranti, giunti nei giorni scorsi da Lampedusa, sono fuggiti dall'hotspot di Taranto, dove erano in attesa di essere inviati in altri centri dopo l'identificazione (foto d'archivio)

Intanto Massimo Galli, direttore del reparto Malattie Infettive all'ospedale Sacco di Milano, ha lanciato il suo avvertimento: in questo momento, a fronte di un nuovo aumento dei casi di Covid-19 a livello mondiale, i rischi maggiori derivano dalla nascita di nuovi focolai sul territorio: la priorità deve dunque essere "l'identificazione immediata dei nuovi cluster ed il loro contenimento"

"La massima attenzione va anche rivolta all'identificazione dei soggetti cosiddetti 'super diffusori' del virus”, ha spiegato Galli secondo cui i nuovi focolai "sono una eventualità tutto sommato attesa. Non ci si poteva illudere che 'riaprendo' non sarebbe successo più nulla. Tuttavia ciascuno di essi va considerato con la massima attenzione ed è fondamentale il loro rapido contenimento”

Il punto, sottolinea Galli, è che "su 100 persone infettate da SarsCov2, 90 hanno una limitata capacità di trasmettere l'infezione mentre gli altri 10 infettano e tra loro ci sono dei veri e propri super-diffusori. Saranno proprio questi ultimi - avverte - i responsabili dell'80-90% delle nuove infezioni"

Galli aggiunge che i luoghi affollati e chiusi "facilitano la dispersione del virus da parte dei super-diffusori, che sono di regola inconsapevoli di esserlo e spesso completamente asintomatici"

Tra le armi da utilizzare, oltre al distanziamento fisico e le mascherine, fondamentali sono dunque secondo Galli i test rapidi per la diagnosi: "Io sono un fautore dell'utilizzo dei test rapidi, soprattutto nell'ottica della ripresa delle attività delle aziende, delle scuole e in tutti gli ambiti che prevedono numerose persone riunite a lungo in spazi condivisi”
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Secondo Galli, per quanto ci si possa impegnare sul versante del distanziamento, "alcune condizioni sono complesse da gestire”. Un esempio è la scuola: "Abbiamo aule che sono quello che sono e difficilmente saranno qualcos'altro a settembre. Anche se si riuscisse a tenere i ragazzi distanziati in classe, continuerebbero comunque a stare insieme all'ingresso, all'uscita o alla ricreazione”

“Sarebbe bene ragionare - conclude il dottor Galli - anche sulla possibilità di seguire questi ragazzi con dei meccanismi di valutazione nel tempo. Che potrebbero comprendere pure i pungidito, da ripetere periodicamente"