
Al presidio non autorizzato hanno partecipato una ventina di attivisti e parenti dei detenuti. Diciotto persone sono state condotte in commissariato per l'identificazione, tredici i sanzionati per il mancato rispetto delle norme anti-contagio. LA FOTOGALLERY

Continuano le proteste dentro e fuori il carcere di Rebibbia. Oggi a Roma sono stati diciotto le persone identificate dalla polizia durante una protesta non autorizzata. La richiesta dei manifestanti resta la stessa: avere risposte sulle misure adottate nella struttura per contenere l'emergenza coronavirus
Lo Speciale
Le persone identificate sono state bloccate dai poliziotti della Digos e dai colleghi del commissariato San Basilio. Tra i 18, sono 13 le persone sanzionate per la violazione della normativa sul contenimento dell'epidemia da coronavirus
Tutti gli aggiornamenti
Durante il picchetto sono stati distribuiti volantini con scritto: "Aprire le carceri. Chiudere le fabbriche"
Le mappe e i grafici
Il gruppo denunciava il pericolo di emergenza sanitaria all'interno del carcere
Le domande e le risposte degli esperti
I presenti sul posto hanno tentato di dialogare coi poliziotti, che hanno chiesto ai presenti di allontanarsi dalla struttura. Per i tutti i partecipanti al sit-in si valuta la denuncia per manifestazione non preavvisata
La diffusione globale in una mappa animata
Da quando è iniziata la pandemia figli, mogli e nipoti non hanno più potuto avere colloqui con i propri cari
I dati e come leggerli
La misura precauzionale ha fatto aumentare la tensione dentro e fuori l'istituto penitenziario
Le foto simbolo dell'emergenza
I parenti dei detenuti hanno rimarcato più volte l'esigenza di capire se nelle carceri si sta verificando ciò che è avvenuto nelle residenze per anziani
Le tappe del contagio
"Sappiamo che bisognerebbe fare uscire circa diecimila detenuti per raggiungere la capienza massima all’interno degli istituti di pena", scrivono alcuni parenti in una lettera indirizzata ai vertici del carcere di Rebibbia
I siti e monumenti chiusi da visitare online
La preoccupazione è molto alta. Il 30 marzo scorso alcuni medici del carcere di Rebibbia sono risultati positivi al coronavirus

Ad aprile nella sezione femminile del carcere, una detenuta è risultata positiva al Covid-19 ed è stata ricoverata d'urgenza

Il rappresentante del sindacato di Polizia Penitenziaria aveva scritto al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e alla Protezione civile per denunciare la mancanza di dispositivi di prevenzione individuale

Nella stessa comunicazione sono stati richiesti tamponi per tutto il personale penitenziario

I sindacalisti hanno dichiarato di aver ricevuto mascherine di tipo hobbistico
Il Liveblog
Queste mascherine non fanno parte dei dispositivi dichiarati idonei per prevenire e contenere il contagio da Coronavirus
Lo speciale