Proteste in 27 carceri contro restrizioni ai colloqui imposte per il virus. Decine evasi da Foggia, tentativi a Palermo. Detenuti sul tetto a Milano, disordini a Rebibbia. Il ministro Bonafede: “Tutela della salute è nostro dovere, tutti siamo chiamati a sacrifici”
Nuova giornata di rivolte nelle carceri italiane, dopo quella di ieri 8 marzo, e si aggrava anche il bilancio delle proteste scoppiate ieri nel penitenziario di Modena: i detenuti morti in conseguenza ai disordini sono 7. Gli ospiti delle strutture protestano (LE FOTO) contro le restrizioni ai colloqui con i parenti imposte per l'emergenza coronavirus (LO SPECIALE - MAPPA E GRAFICI DEL CONTAGIO - IL DECRETO). Da questa mattina sono 27 gli istituti di pena dove si stanno registrando le proteste, ha riferito il Sindacato di polizia penitenziaria, tra cui quello di Foggia, quello di Prato, l’Ucciardone di Palermo e San Vittore a Milano. A Foggia decine di persone sono evase: una trentina devono ancora essere rintracciate dalle forze di polizia (VIDEO). Gravi disordini anche a Rebibbia a Roma, dove - oltre a bruciare materassi - alcuni reclusi avrebbero assaltato le infermerie. Un altro tentativo di evasione si è registrato nel carcere dell’Ucciardone a Palermo. A San Vittore, a Milano, molti detenuti sono saliti sul tetto della casa circondariale (FOTO) ed è stato esposto uno striscione con la scritta "indulto" (VIDEO). Negli istituti penitenziari di Verona e Alessandria sono morti due detenuti per un’overdose da psicofarmaci. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, in un video pubblicato su Facebook, ha motivato le restrizioni ai colloqui per i detenuti spiegando che “è nostro dovere tutelare la salute di chi lavora e di chi vive negli istituti penitenziari”, aggiungendo che “tutti gli italiani sono chiamati a fare sacrifici”. (BORRELLI: 100MILA MASCHERINE IN CARCERI)
Detenuti sul tetto a San Vittore, pm trattano
A San Vittore è stato dato fuoco a carta e stracci attaccati alle grate di una finestra (IL VIDEO DELLA PROTESTA). Getti d'acqua vengono utilizzati per contenere le fiamme. Sono almeno una quindicina i detenuti visibili dalla strada, appostati sul tetto: urlano e alzano le braccia al cielo, buona parte con il cappuccio della felpa alzato, o il volto nascosto da una sciarpa. Due pm stanno 'trattando' coi detenuti in rivolta che, nel frattempo, sono scesi dal tetto e urlano dall'interno della struttura "libertà, libertà". I magistrati sono il pm di turno, Gaetano Ruta e Alberto Nobili. A quanto emerso, i reclusi hanno chiesto ai magistrati di farsi portavoce all'esterno di una serie di istanze che riguardano il sovraffollamento del carcere, le norme sulla recidiva e i domiciliari, i permessi, le misure alternative al carcere e il trattamento dei tossicodipendenti.
Sette morti dopo la rivolta a Modena
Sono complessivamente sette i detenuti provenienti dal carcere di Modena morti. Tre nello stesso penitenziario modenese e altri quattro dopo i trasferimenti in altre strutture carcerarie: a Parma, Alessandria, Verona e - l'ultimo, un 40enne morto nel pomeriggio dell'8 marzo - ad Ascoli Piceno. Due detenuti sono morti per overdose di psicofarmaci a Verona e Alessandria: avevano approfittato delle proteste per sottrarre i farmaci dall'infermeria, ha spiegato Aldo Di Giacomo, segretario del Sapp, il sindacato del corpo di polizia penitenziaria. Anche il detenuto morto nella struttura ascolana di Marino del Tronto sarebbe deceduto per le conseguenze dell'assunzione di oppiacei avvenuta a Modena. Ieri, sempre a Modena, a seguito delle proteste erano morti altri tre detenuti: due per gli stessi motivi dei decessi di oggi e un altro per soffocamento a causa dei fumi provocati dell'incendio di materassi durante le proteste. Altri sei detenuti dello stesso carcere sono gravi, 4 di loro ricoverati in prognosi riservata.
Rivolta a Foggia, appiccato un rogo. Ferito un detenuto
A Foggia, oltre ai tentativi di evasione, molti detenuti si sono arrampicati sui cancelli del perimetro del carcere. Alcuni sono saliti sul tetto, altri hanno rotto le finestre, e all'ingresso della casa circondariale è stato appiccato un incendio. Negli scontri con le forze dell'ordine, un detenuto è rimasto ferito alla testa ed è stato portato via in barella. Alcuni parenti, prima di essere allontanati, hanno cercato di far ragionare i detenuti per riportarli alla calma: "Se fate così è peggio, dovete stare tranquilli", hanno detto loro. Sul posto polizia, carabinieri e militari dell'esercito.
Tentativo di evasione all’Ucciardone di Palermo
All’Ucciardone alcuni detenuti hanno tentato di divellere la recinzione per cercare di fuggire. Il tentativo è stato bloccato dalla polizia penitenziaria. Il carcere è stato circondato dai carabinieri e polizia in tenuta antisommossa. Anche le mura del carcere sono presidiate. Le strade intorno all’istituto penitenziario sono chiuse.
Nuova protesta nel carcere di Bari
Dopo i disordini di ieri sera, una nuova protesta è scoppiata anche oggi nel carcere di Bari, dove i detenuti protestano chiedendo "libertà" e "amnistia" per l'emergenza coronavirus e le limitazioni imposte alle visite. All'esterno del penitenziario ci sono anche due gruppi che protestano, sono i parenti dei detenuti. Sul posto sono intervenuti la polizia di Stato e la polizia municipale. I vigili urbani hanno bloccato il traffico. Dalle celle si sentono urla e rumore di oggetti di metallo. "Liberi, liberi", urlano i detenuti. All'esterno di una delle finestre del carcere è visibile una stoffa data alle fiamme dai detenuti.
Bonafede: “La violenza non porta a nessun risultato”
Ringraziando il personale dell’amministrazione delle carceri, gli agenti di polizia penitenziaria e le altre forze dell’ordine, il ministro della Giustizia Bonafede ha detto che “stiamo lavorando affinché vi siano tutte le cautele mediche per garantire la più rapida ripresa dei colloqui con i familiari”. I colloqui fisici, ha detto, sono sospesi per 15 giorni ma sono aumentati il numero e la durata dei contatti telefonici e delle conversazioni a distanza. Relativamente ai disordini, Bonafede si è rivolto agli ospiti delle carceri: “Ai detenuti che vogliono tutelare la loro salute e quella dei loro familiari dico di mantenere la calma e di rispettare le regole. Sono consapevole del fatto che in tanti di loro lo stanno facendo, dando prova di responsabilità, ma deve essere chiaro che ogni protesta, attraverso la violenza, è solo da condannare e non porterà ad alcun risultato”.