Coronavirus, paura contagio e restrizioni: proteste nelle carceri, tre morti a Modena

Cronaca

Altri due detenuti sono in rianimazione. Proteste anche a Frosinone, con un centinaio di detenuti coinvolti. A Pavia due agenti sequestrati. Antigone: “Attivare misure alternative”

In diverse carceri italiane tra ieri, a Salerno, e oggi - Modena, Pavia Napoli e Frosinone, ma anche Vercelli, Alessandria, Foggia - sono scoppiate proteste, quando non aperte rivolte, a causa delle misure di prevenzione per il coronavirus (GLI AGGIORNAMENTIintrodotte dal governo, da una parte, mentre dall’altra alcuni detenuti richiedono provvedimenti contro il rischio contagi. Nella casa circondariale di Pavia Torre del Gallo due agenti di polizia penitenziaria sono stati presi in ostaggio . A Modena sono tre i detenuti morti, mentre altri due si trovano in rianimazione nel corso della rivolta scoppiata nel pomeriggio. Sono in corso le indagini per capire in quale circostanza sia avvenuto il decesso (CORONAVIRUS: LO SPECIALE - IL NUOVO DECRETO - LE MISURE SU SANITA' E GIUSTIZIA - MAPPA E GRAFICI DEL CONTAGIO). 

Detenuti barricati nel carcere di Modena

A Modena nel primo pomeriggio i detenuti, protestando per le misure di prevenzione per il Covid-19, si sono barricati nell'istituto. Due agenti sono rimasti lievemente feriti nelle fasi più concitate, prima che il personale del carcere - una ventina tra poliziotti e sanitari - fosse fatta uscire. Sul posto è arrivato anche il prefetto, assieme alle forze di polizia che si sono schierate di fronte alla struttura da cui è stato visto uscire del fumo, probabilmente a causa di un incendio di materassi. Secondo il Sap, il sindacato della polizia penitenziaria, i carcerati "chiedono provvedimenti contro il rischio dei contagi”, spiega il segretario Aldo Di Giacomo. 70-80 detenuti, che erano riusciti a raggiungere il cortile, per tentare di evadere, sono stati trasferiti in altri carceri. In tarda serata il personale della polizia penitenziaria è rientrato dentro la struttura.

A Poggioreale protesta durata quattro ore

La sospensione dei colloqui, prevista dalle misure anti-coronavirus, è invece alla base della protesta nel carcere napoletano di Poggioreale, dove alcuni detenuti sarebbero saliti sui muri del cosiddetto “passeggio”, nella zona interna del penitenziario. Parallelamente, al di fuori del carcere, c'è stata la protesta dei parenti dei carcerati. Indulto, amnistia o arresti domiciliari ciò che hanno chiesto per i loro familiari reclusi, bloccando anche il passaggio dei tram. La protesta è rientrata nel tardo pomeriggio. 

Fumo anche a Frosinone 

Le misure sui colloqui previste dal dpcm anti-coronavirus (vanno usate modalità telefoniche o video) sono state la scintilla che ha fatto sollevare anche i detenuti di Frosinone: un centinaio si sono barricati all'interno della seconda sezione, da cui è stato visto uscire del fumo. Sul posto è accorso il garante regionale Stefano Anastasia: "Per il momento - riferiva nel tardo pomeriggio - siamo in fase di attesa. Non si vuole fare alcuna azione di forza per non creare tensioni. Siamo in trattativa". A Frosinone comunque non ci sono stati episodi di violenza contro il personale: "La situazione da questo punto di vista - ha aggiunto il garante - è relativamente pacifica". 

Le reazioni di associazioni e politica

"Il nuovo decreto legge - il commento di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, l'associazione per i diritti dei detenuti - contiene l'apertura a misure come l'aumento della durata delle telefonate e l'incentivo ad adottare misure alternative e di detenzione domiciliare. Ci appelliamo dunque ai direttori delle carceri e ai magistrati di sorveglianza". "L'emergenza Coronavirus non dev'essere la scusa per spalancare le porte delle case circondariali - reagisce però il leader della Lega Matteo Salvini - Solidarietà alla polizia penitenziaria e a tutte le forze dell'ordine: Bonafede troverà il tempo di occuparsi anche di loro?". Solidarietà agli agenti anche dalla capogruppo FI alla Camera Maria Stella Gelmini.

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