Coronavirus, rientrati gli italiani bloccati alle Mauritius: "È stato un incubo"

Cronaca

Le 40 persone a cui è stato impedito di entrare nel Paese perché provenienti da Veneto e Lombardia sono atterrate a Fiumicino poco prima dell’1 di notte. “Ci hanno fatto solo scendere in un corridoio, non ci hanno neanche fatto accedere ai bagni", racconta un uomo

È atterrato alle 00.41 a Roma Fiumicino il volo Alitalia proveniente da Port Louis, nelle Mauritius, con a bordo anche i 40 italiani a cui è stato impedito lo sbarco nel Paese dell’Oceano Indiano perché provenienti da Lombardia e Veneto, dove si registrano oltre 200 casi di coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALEI NUMERI VERDI DELLE REGIONI - LA DIFFUSIONE IN UNA MAPPA ANIMATA). Ai passeggeri era stato chiesto di accettare un periodo di quarantena a terra oppure di rientrare subito in Italia. “È stato un incubo. Sono emotivamente distrutto, arrabbiato”, ha raccontato un milanese appena sbarcato a Fiumicino. Intanto, riporta il Corriere della Sera, la Repubblica di Mauritius chiude le frontiere fino alle 12 del 2 maggio a chi proviene da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna e a chi è stato in queste regioni nelle due settimane precedenti l’arrivo nel Paese. (TUTTO QUELLO CHE C'È DA SAPERE - TUTTI I NUMERI E LE MISURE ADOTTATE - COME LAVARSI BENE LE MANI,I CONSIGLI OMS - LE TAPPE DELLA VICENDA - COME SPIEGARLO AI BAMBINI)

Nessuno dei passeggeri aveva sintomi

Dopo l’ultimatum di Port Luis, i 40 italiani hanno chiesto di rientrare nel loro Paese e Alitalia, in costante coordinamento con l'Unità di crisi della Farnesina, si è attivata e ha predisposto il loro ritorno immediato, nonostante "nessuno abbia dichiarato sintomi di qualsivoglia malessere", ha comunicato la compagnia. Dopo lo sbarco, chi non poteva spostarsi con mezza propri è stato assistito da personale Alitalia e ha dormito in due alberghi a Fiumicino.

“È stata una brutta avventura”

"Siamo sfiniti. Siamo stati circa 30 ore in tutto sull'aereo. Non vediamo l'ora di tornare a casa e ho bisogno di andare a dormire - ha raccontato una donna originaria di Treviso - È stata una brutta avventura. Non è stato giusto quello che ci è accaduto". “È stata una presa di posizione assolutamente non di buon senso - aggiunge un altro passeggero - Vacanza di una settimana buttata alle ortiche per i miei 60 anni, festeggiati praticamente in aereo, con le mie figlie in lacrime che si sono viste portar via un sogno. Un gran danno emotivo. Ho visto scene di pianto, di urla, di disperazione perché non sapevamo che fine avremmo fatto”.

“Siamo stati seduti per terra, non ci hanno neanche fatto accedere ai bagni”

"Non so neanche con chi devo prendermela per quello che è successo. Mi piacerebbe che ora, non so chi, qualcuno facesse un gesto nei nostri confronti. E mi auguro di non perdere i miei soldi, sarebbe una beffa tremenda - racconta ancora il passeggero milanese - Ci hanno fatto solo scendere in un corridoio di approccio all'aeroporto; siamo stati seduti per terra, non ci hanno neanche fatto accedere ai bagni, al bar; solo tempo dopo ci hanno dato dei tramezzini con dell'acqua. C'erano bimbi piccoli, una di un anno e mezzo che, povera stella, non aveva neanche i pannolini di ricambio, e che è diventata la mascotte del gruppo; isolati per ore, le notizie rimbalzavano ed in pratica siamo stati sull'aereo per più di 24 ore, avremmo fatto il giro del mondo. Ad un certo punto, colpo di scena, le autorità locali hanno chiesto chi fosse della Lombardia e del Veneto e che dovevamo rimanere a bordo. Abbiamo capito che la vacanza sarebbe saltata. Nessuno di noi ha fatto il furbo, facendo finta di non essere di tale provenienza e provando quindi a scendere".

“Ciò che è successo è strano e assurdo”

Sull’aereo, oltre ai 40 passeggeri a cui è stato impedito di sbarcare, c’erano anche altri italiani. "Ciò che è successo, e ce ne siamo accorti solo dopo un paio di ore di attesa prima di poterci imbarcare, è alquanto strano e da un punto di vista microbiologico, assurdo - ha detto un uomo che ha viaggiato con i 40 connazionali lombardi e veneti - perché se sono dei passeggeri che l'Italia ha lasciato uscire, vuol dire che non sono dei passeggeri contagiati e quindi avevano tutto il diritto di poter sbarcare. Ed invece li hanno sottoposti ad una specie di 'ricatto': o scendete e state in quarantena o ve ne tornate, creando un clima di paura pure tra di noi. Molti passeggeri, infatti, che stavano alle Mauritius e che dovevano tornare a casa, hanno preferito non prendere questo aereo".

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