Il legale: "Era un atleta e non assumeva nulla che potesse danneggiare il suo corpo. Gli esami tossicologici fatti prima dell'espianto degli organi, consentito dai suoi genitori, hanno dato esito negativo"
La famiglia di Luca Sacchi smentisce le voci secondo cui il giovane personal trainer, morto dopo essere stato ferito con un colpo di pistola alla testa nella serata del 23 ottobre a Roma, potesse fare uso di droga. (PM: DENARO NELLO ZAINO DELLA FIDANZATA) “Luca era un atleta, naturista e salutista - dice il legale della famiglia Domenico Pavone per voce dei genitori della vittima - e non usava nulla che potesse danneggiare il suo equilibrio sia nell'animo che nel corpo". (FERMATI DUE 21ENNI PER L'OMICIDIO - FOTO - LA RICOSTRUZIONE - POLEMICA TRA CONTE E SALVINI - LA TESTIMONIANZA DELLA FIDANZATA DI SACCHI)
L'avvocato: "Esami tossicologici hanno dato esito negativo"
"Prima di donare gli organi, come è stato scelto dalla famiglia - spiega il legale Domenico Pavone - l'ospedale ha effettuato tutti gli accertamenti clinici e tossicologici, che hanno dato esito negativo e dunque si è proceduto all'espianto. La famiglia, per il tramite del legale precisa che Luca non conosceva i due fermati né aveva mai avuto contatti con loro”.
L'omicidio di Luca Sacchi
Luca Sacchi è morto giovedì 24 ottobre all’ospedale San Giovanni a Roma. Nella serata di mercoledì 23 era rimasto gravemente ferito durante un’aggressione. Sacchi, insieme alla fidanzata, è uscito da un pub in zona Appio, dopo aver bevuto una birra. Una volta fuori dal locale, la ragazza è stata strattonata nel tentativo di sottrarle lo zaino. È stata poi colpita con una mazza alla testa ed è caduta a terra. Luca ha reagito, ha rincorso gli aggressori ma è stato colpito alla testa dal proiettile di una pistola. Due giovani, entrambi di 21 anni, sono stati interrogati e poi fermati per la morte di Luca Sacchi: si tratta Valerio del Grosso e Paolo Pirino. Si indaga su una rapina e su uno scambio di droga, ma dinamica e movente sono ancora tutti da chiarire.