Carabiniere ucciso, il padre di Elder chiede il video dell'aggressione

Cronaca

Ethan Elder ha visitato in carcere per la seconda volta il figlio, accusato di aver ucciso a coltellate il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. "È stato bello vedere Finnegan, sta lottando ma regge", ha detto. I legali valutano il ricorso al Tribunale della Libertà

Ethan Elder, il padre di Finnegan Lee Elder, il giovane americano accusato di aver ucciso a coltellate il 26 luglio scorso il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ha chiesto di poter vedere il video dell’aggressione. "Siamo concentrati a lavorare con gli avvocati di Finn per stabilire tutti i fatti. Speriamo che l'accusa produca le riprese video dell'incidente per mostrare cosa è realmente accaduto", ha affermato. (COSA SAPPIAMO FINORA - LA CAMERA ARDENTE - I FUNERALI - L'UOMO CON LO ZAINO: "NON SONO UN PUSHER")

"Mio figlio sta lottando ma regge"

"È stato bello vedere Finnegan, che sta lottando ma regge. La famiglia ha il cuore spezzato per la morte" del carabiniere Cerciello, ha proseguito Ethan Elder, che ieri a Regina Coeli ha visitato per la seconda volta il figlio in carcere.

I legali valutano il ricorso al Tribunale della Libertà

Uno dei legali di Finnegan Lee Elder, Roberto Capra, ha invece riferito che si sta "valutando il ricorso al Tribunale della Libertà”. I difensori di Gabriel Christian Natale Hjorth, l’altro arrestato con l’accusa di concorso in omicidio, lo hanno già depositato due giorni fa, chiedendo la scarcerazione del loro assistito.

Le novità sulle indagini

Proseguono nel frattempo le indagini sull'omicidio. Ieri si è svolta una serie di audizioni andate avanti per l'intero pomeriggio nell'ufficio del sostituto procuratore Maria Sabina Calabretta alla presenza del procuratore facente funzioni Michele Prestipino e del procuratore aggiunto Nunzia D'Elia. Tra le persone ascoltate anche Andrea Varriale, il collega che era di pattuglia con Cerciello dalla mezzanotte del 26 luglio. Proprio su Varriale nel corso della giornata erano girate alcune voci relative al fatto che anche lui fosse stato sprovvisto di pistola quella notte. Illazioni subito smentite dal Comando provinciale ribadendo che il carabiniere era in servizio e aveva con sé la pisola di ordinanza. Le audizioni rientrano nella serie di verifiche volte a chiarire cosa è avvenuto quella sera tra la zona di Trastevere e quella di Prati cercando di fare combaciare tutte le tessere di un puzzle che fin dalle prime ore dopo il tragico epilogo si presentava complesso. Settimana prossima verranno effettuati nuovi accertamenti tecnici e potrebbe essere fissata l'udienza davanti al tribunale del Riesame dopo l'istanza presentata dai difensori di Natale. Va avanti anche l'attività istruttoria sulla foto scattata a Christian Gabriel Natale Hjorth, in cui compare bendato e con le mani legate.

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