Migranti dirottano mercantile dalla Libia a Malta. Salvini: pirati, per loro porti chiusi

Cronaca

La nave stava tornando in Libia dopo aver soccorso 120 persone, alcune delle quali l'avrebbero costretta a dirigersi a Nord. Salvini: "L'Italia la vedranno col cannocchiale". Su Sea Watch, la procura di Roma invia carte in Sicilia: "Ipotesi sequestro di persona"

Un gruppo di migranti ha dirottato un mercantile. Dopo aver appreso che l'imbarcazione stava tornando verso la Libia, ne avrebbero preso il controllo per dirigersi a Nord. A dare la notizia è stato il ministro dell'Interno Matteo Salvini: "C'è una nave dirottata in giro per il  Mediterraneo con un atto di pirateria. Non si azzardino ad avvicinarsi a noi!", ha aggiunto.

"Migranti dirottano mercantile"

La vicenda - secondo quanto è stato possibile ricostruire - inizia con un intervento di salvataggio coordinato dalla Guardia costiera libica (che nella notte tra il 26 e il 27 marzo ha soccorso e riportato a terra altri 117 migranti) a beneficio di un'imbarcazione con un centinaio di persone a bordo. Impossibilitato a intervenire con una delle sue motovedette, il Centro di coordinamento libico ha contattato il mercantile El Hiblu 1 - battente bandiere delle isole Palau e partito dalla Turchia - che si trovava in zona. La nave ha effettuato il soccorso e si è diretta verso Tripoli, come indicato dalla locale Guardia costiera, per scaricare i naufraghi. Ma, arrivati a circa 6 miglia dal porto della capitale libica, il mercantile ha invertito la rotta dirigendosi verso nord.

Cos'è successo a bordo?

I media maltesi parlano di un ultimo messaggio inviato dal capitano che diceva che la nave era "in mano ai pirati". E' accaduto anche in passato che migranti soccorsi in mare si siano opposti al ritorno in Libia, i cui centri di detenzione sono spesso luoghi di abusi e torture, secondo rapporti di agenzie internazionali. Ma sarebbe la prima volta che i migranti riescono a prendere il controllo di una nave, specie di queste dimensioni. A Malta, intanto, sono state allertate le forze armate, secondo quanto riportano media locali. Un portavoce militare ha definito il mercantile "nave pirata". A Una fonte governativa ha riferito che a bordo ci sono 77 uomini e 31 donne.

Salvini: "L'Italia la vedranno con il cannocchiale"

Immediata la reazione del ministro Salvini. "Poveri naufraghi che dirottano il mercantile che li ha salvati perché vogliono decidere la rotta della crociera", ha tuonato Salvini che, nel corso di una diretta Facebook ha mostrato sulla cartina il punto in cui si trova la nave "a mezza via tra Italia e Malta. Io dico ai pirati: 'l'Italia scordatevela'. Questa è la dimostrazione più evidente che non si tratta di un'operazione di soccorso ma un traffico criminale di esseri umani che arriva addirittura a dirottare un'imbarcazione privata. E' un atto di delinquenza, di criminalita' organizzata. Le acque italiane sono precluse ai criminali".

L'appello della ong

L'ong Mediterranea saving humans intanto chiede che alla El Hiblu 1 sia "immediatamente assegnato un porto sicuro in un paese europeo dove alle persone salvate siano garantiti i diritti umani fondamentali. I governi che si oppongono a questo salvataggio e pretendono che la nave consegni i naufraghi in un porto libico, compiono un reato oltre che un atto disumano. Facciamo appello alle istituzioni europee perché non voltino la testa da un'altra parte e aiutino le persone in fuga dai campi di concentramento libici". 

Sea Watch, "fu sequestro di persona". Atti trasmessi in Sicilia

In giornata si apre un altro fronte: i magistrati della Procura di Roma ritengono che nella vicenda della nave Sea Watch (I CASI SEA WATCH E MARE JONIO), che a fine gennaio ha dovuto attendere 12 giorni davanti al porto di Siracusa prima di sbarcare i 47 migranti a bordo, si possa prefigurare, come per il caso Diciotti, il reato di sequestro di persona. Un fascicolo contro ignoti è stato inviato alla procura di Siracusa, che domani trasmetterà per competenza territoriale gli atti alla Procura di Catania. Il procuratore reggente di Siracusa Fabio Scavone ha spiegato che la competenza per valutare se esistono profili penali di competenza del Tribunale dei ministri di Catania spetta alla Procura distrettuale del capoluogo etneo. Sulla sosta della Sea Watch alla fonda di Siracusa la Procura non ha aperto alcuna inchiesta, ha confermato il procuratore. "Da Roma un atto sul fermo della Sea Watch è stato mandato in Sicilia. È in arrivo un altro processo nei confronti del cattivone Salvini? Lo scopriremo insieme solo vivendo. Di certo io non cambio idea, in Italia si arriva solo col permesso. Possono denunciare quanto vogliono, i porti italiani sono chiusi", ha ribadito Salvini in una diretta Facebook.

Dissequestrata la nave "Mare Jonio"

La procura di Agrigento ha invece disposto il dissequestro della nave "Mare Jonio" della ong Mediterranea: l'imbarcazione era stata sequestrata lo scorso 19 marzo dopo che aveva salvato 50 migranti a 46 miglia dalla costa libica, per poi approdare al molo di Lampedusa (I CASI SEA WATCH E MARE JONIO).

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