Giornata mondiale contro l’incenerimento rifiuti: perché è dannoso?

Ambiente

Gabriele De Palma

Il termovalorizzatore di ultima generazione costruito nel 2016 a Greatmoor, nel Regno Unito - GettyImages

I limiti degli inceneritori per lo smaltimento rifiuti rispetto alla regola delle tre ‘R’ (ridurre, riutilizzare e riciclare) e perché è sempre meglio differenziare e, appunto, riciclare

In occasione della Giornata mondiale contro l’incenerimento dei rifiuti che cade il 14 ottobre può essere utile mettere un po’ di chiarezza sui motivi che fanno preferire la raccolta differenziata e il conseguente riciclo dei materiali alla loro combustione. Anche perché il dibattito, anche a livello governativo, nel recente passato è stato aspro e spesso suscuttibile di radicalizzazioni.

Fuori dall’economia circolare

Il principale motivo per cui la soluzione di incenerire i rifiuti è sconsigliabile è che non rientra nella regola delle tre ‘R’ su cui si basa l’economia circolare e tutte le normative europee dal 1975 in avanti: ridurre, riutilizzare e riciclare. Da questo punto di vista l’inceneritore non sta dentro del ciclo virtuoso dello smaltimento rifiuti. Rifiuti che, in base alla regola, innanzitutto non si dovrebbero produrre (o almeno non nell’attuale quantità), poi andrebbero ri-usati finché possibile e infine riciclati e cioè smaltiti nella raccolta differenziata e lì trasformati nuovamente in materia utile. Incenerire, nella gerarchia del ciclo dei rifiuti, si situa dunque solo un gradino sopra la discarica e, ovviamente, la dispersione sconsiderata in ambiente.

Inceneritori e termovalorizzatori

Gli inceneritori in funzione in Italia - 39 nel 2018 in base ai dati ufficiali Ispra - non sono semplicemente inceneritori, non si limitano cioè a bruciare i rifiuti ma riutilizzano l’energia della combustione per la produzione di energia elettrica o di energia termica. L’energia termica può essere utilizzata - come accade con successo a Torino, Brescia, Udine e Milano - da un impianto di teleriscaldamento che alimenta abitazioni private e industria. Anche gli inceneritori che non dissipano direttamente l’energia prodotta dalla combustione hanno, però, un impatto ambientale significativo.

Inquinamento atmosferico

I fumi della combustione finiscono inesorabilmente in atmosfera e, sebbene filtrati e leggermente raffreddati, sono responsabili dell’immissione di gas nocivi. Non più diossina, grazie all’aumento delle temperature a cui bruciano i rifiuti, ma di ossidi di azoto e metalli pesanti come mercurio e cadmio. Tutti estremamente nocivi per la salute e l’ecosistema. Va detto che gli inceneritori hanno subito un processo di ammodernamento teso proprio a ridurre il danno ecologico e soprattutto per quel che riguarda la ‘ripulitura’ dei fumi. Nonostante questi sforzi abbiano prodotti risultati importanti negli ultimi anni - oggi le quantità di inquinanti immesse in atmosfera sono per gli inceneritori italiani ed europei abbondantemente sotto i limiti di legge e non si registrano impatti significativi sulla salute pubblica di chi abita nei pressi - il bilancio ambientale dei fumi da combustione dei rifiuti urbani resta comunque negativo in termini assoluti. E tra i gas emessi dagli inceneritori, sebbene come detto entro i limiti consentiti dalla legge, c’è anche la CO2, responsabile dell’effetto serra e del conseguente riscaldamento globale

Scorie e ceneri

Dall’inceneritore, inoltre, non escono solo fumi, il residuo della combustione è un rifiuto che a sua volta va gestito e smaltito. Le scorie rimanenti equivalgono a circa un decimo del volume dei rifiuti bruciati e sono costituite da ceneri volatili e da scorie pesanti. Le prime vengono trattenute dai filtri dei sistemi di depurazione dei fumi e concentrano molti inquinanti, motivo per cui devono poi essere smaltite in discariche apposite. Le seconde possono in parte essere riciclate, dato che alcuni materiali (il vetro e il ferro ad esempio) resistono alle temperature a cui vengono combusti i rifiuti. La parte non riciclabile di scorie pesanti viene destinato alle discariche generiche

Il male minore?

Nonostante gli inceneritori, anche quelli di ultimissima generazione come a Copenaghen o a Bologna, abbiano un impatto ambientale e sfuggano a quella che viene definita economia circolare, la loro dismissione immediata non è proponibile. La superiorità del riciclo è limitata dall’infrastruttura esistente (o meglio da quella non esistente) e in molti casi l’alternativa allo smaltimento tramite combustione è la discarica, che non è certo preferibile. La soluzione, pur con tutti i suoi limiti costitutivi appena descritti, rappresenta in molti casi il minore dei mali  per lo smaltimento di rifiuti attualmente non riciclabili. Per questo motivo è ancora largamente adottata in molti Paesi europei, con impianti sempre più puliti ed efficienti.

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