
Nel 1954 in Campania i morti furono oltre 300. A Sarno, nel '98, circa 160. E poi ci sono Toscana e Triveneto, Calabria, Polesine, Piemonte, Amalfi. A cura di Valeria Valeriano

Quasi ogni anno, in Italia, ci sono delle alluvioni che provocano vittime. Ecco l’elenco, stilato con la consulenza del Dipartimento della Protezione civile, delle dieci alluvioni che hanno causato più morti nel nostro Paese dal 1900 a oggi
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L’alluvione recente che ha causato più vittime in Italia risale al 1954. Il 25 e 26 ottobre una parte della Campania, dalla costiera amalfitana fino a Salerno, finisce sommersa da acqua e fango. Straripamenti, frane, voragini, ponti crollati, strade e ferrovie distrutte. Oltre al capoluogo di provincia, le situazioni più critiche a Vietri sul Mare, Cava de' Tirreni, Maiori, Minori, Tramonti. I morti, secondo la Protezione civile, sono 303. Più di 5mila i senzatetto. Oltre 45 miliardi di lire i danni
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Pioggia, frane, fango ovunque: il 5 maggio del 1998 alcuni paesi campani diventano tristemente noti in tutta Italia. Sono Sarno, Quindici, Siano e Bracigliano. Un’alluvione causa 160 morti. La montagna vomita lingue di fango e la colata non risparmia nulla: persone, case, un ospedale, scuole. Sarno, con 137 vittime e circa 200 case distrutte, è la città più colpita. Nelle strade i detriti raggiungono un’altezza di oltre 5 metri. La frazione di Episcopio è sepolta
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Il 24 ottobre 1910 muoiono 150 persone tra Salerno, Cetara e Casamicciola, sull’isola di Ischia. Sul numero 45 de “L’ Illustrazione Italiana”, datato 6 novembre, si parla di “spaventevole uragano” che, “tramutate in torrenti melmosi irrefrenabili le sovrastanti colline, ha fatto precipitare i macigni, ha squarciato le misere vecchie case, ha travolto robe e creature” (Credits: Roma, Biblioteca di Storia moderna e contemporanea. Per concessione del ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo)
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Quando si parla dell’alluvione del novembre 1966 di solito si pensa a quella che ha sommerso Firenze (foto) tra il 3 e il 4. Ma, oltre alla Toscana, in quei giorni altre zone del Nord sono state devastate. Soprattutto Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Trentino Alto Adige. Le vittime, in totale, sono state 118. Almeno 78mila gli sfollati. Circa mille miliardi di lire la stima dei danni. Tante le frane, inondazioni, strade e case distrutte. A Venezia l’acqua alta raggiunse il livello record di 194 cm
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“Oltre 100 morti, miliardi di danni, raccolti distrutti, paesi sconvolti, centinaia di case crollate, intere regioni bloccate per parecchi giorni. Questi i funesti effetti della tempesta abbattutasi sulle isole e in Calabria”: è la prima pagina de “L’Unità” il 23 ottobre 1951. Dal 14 al 19 un’alluvione ha devastato Calabria, Sicilia e Sardegna. I morti sono 110 (Credits: Roma, Biblioteca di Storia moderna e contemporanea. Per concessione del ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo)
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Cento i morti, a Reggio Calabria e provincia, nell’alluvione del 21 ottobre 1953. Oltre alla prima pagina de “L’Unità” del 24 ottobre di quell'anno, nella foto le immagini della “Gazzetta del Popolo” del 25 e del 23: case distrutte e un ponte crollato, con i binari “rimasti sospesi nel vuoto” (Credits: Roma, Biblioteca di Storia moderna e contemporanea. Per concessione del ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo)

Ha provocato cento morti anche l’alluvione del Polesine, il 14 novembre 1951. Più di 180mila i senzatetto. Dopo giorni di piogge, nel tardo pomeriggio il Po rompe l’argine sinistro e milioni di metri cubi d'acqua si riversano nelle campagne. In ginocchio, soprattutto, il territorio della provincia di Rovigo e, in parte, di Venezia. Occhiobello il comune più colpito. Migliaia di persone perdono la casa e tutti i loro beni, l'economia dell'intera regione è compromessa

Tra il 2 e il 3 novembre 1968 c’è un’alluvione in Piemonte, soprattutto sulla provincia di Biella e Asti. Le piogge ingrossano fiumi e affluenti, dalle montagne scendono fango e detriti. Le vittime sono 74, la maggior parte nella Valle Strona di Mosso. Molte vengono trovate tempo dopo, a chilometri di distanza. Alcune spole dei lanifici della zona spuntano a Vercelli. Diverse città allagate, aziende ed edifici distrutti: centinaia di persone perdono casa e lavoro. Danni stimati intorno a 30 miliardi di lire

Sessantotto vittime, 20mila miliardi di danni, oltre 2mila sfollati. Tra le dieci alluvioni che hanno causato più vittime in Italia dal 1900 troviamo ancora il Piemonte. Tra il 5 e 6 novembre 1994 il maltempo sferza tutta la regione: in particolare, le province di Cuneo, Asti, Alessandria, Torino (nella foto), Vercelli sono coperte dal fango. Esondano il Po, il Tanaro e molti loro affluenti. Diversi i ponti crollati, le città e le campagne allagate, le strade e le attività produttive distrutte

A chiudere l’elenco delle dieci alluvioni che, dal 1900, hanno causato più vittime in Italia c’è Amalfi. Il 26 marzo 1924 i morti sono stati 61, tutti nella frazione di Vettica Minore. Dopo giorni di pioggia, una frana si stacca dalle montagne e travolge persone, case e strade (Nella foto, “L’Illustrazione italiana”, numero 14 del 6 aprile 1924. Credits: Roma, Biblioteca di Storia moderna e contemporanea. Per concessione del ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo)

Nelle alluvioni, furia della natura e colpe dell’uomo si mischiano: cambiamenti climatici, scarsa prevenzione, speculazione edilizia, cementificazione del territorio. Altri eventi, non considerati alluvioni, hanno causato ancora più vittime. Come nel Vajont, il 9 ottobre 1963: quasi 2mila morti. Un disastro di origine antropica più che naturale. La diga fu costruita in una zona geologicamente instabile. La frana, in un giorno senza pioggia, si staccò dal Monte Toc, che in dialetto friulano vuol dire marcio