Cop26, accordo ridotto sul clima. L'India impone frenata sul carbone. Sharma si scusa

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La conferenza Onu sul clima doveva concludersi ieri, ma l'intesa è stata trovata solo sabato. Approvato il documento finale dopo il rifiuto dell'India di abbandonare rapidamente il carbone per la produzione energetica. Il presidente della Cop26: “La storia è stata fatta qui a Glasgow"

Accordo raggiunto alla Cop26 di Glasgow. Dopo una lunga giornata di trattative è stato approvato il documento finale. L'intesa è stata raggiunta accettando la richiesta dell'India di sostituire il termine "phase out" (uscita) dal carbone per la produzione energetica con il termine "phase down" (diminuzione). Sempre su richiesta dell'India è stata aggiunta la previsione di finanziamenti per sostenere la transizione energetica. I Paesi firmatari dell'Accordo di Parigi (cioè tutti i quasi 200 Paesi del mondo) si impegnano a tenere il riscaldamento globale sotto 1 grado e mezzo dai livelli pre-industriali. Un passo avanti rispetto al target principale dei 2 gradi dell'Accordo di Parigi. Il documento finale fissa l'obiettivo minimo di decarbonizzazione dei paesi al 2030: un taglio del 45% delle emissioni di CO2 rispetto al 2010. E prevede poi di arrivare a zero emissioni nette intorno alla metà del secolo. Il documento chiede agli stati di aggiornare i loro impegni di decarbonizzazione (Ndc) entro il 2022. "La storia è stata fatta qui a Glasgow", ha detto il presidente della Cop26, Alok Sharma, con la voce rotta, alla plenaria. In precedenza, Sharma aveva trattenuto le lacrime quando aveva detto, accettando l'emendamento sul carbone di Cina e India, "capisco la delusione, ma è vitale proteggere questo pacchetto". I testi approvati dalla Cop26 sono un "compromesso", ha commentato il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres. "Riflettono gli interessi, le condizioni, le contraddizioni e lo stato della volontà politica nel mondo oggi". Gli accordi sono un passo importante ma la "collettiva volontà politica non è stata abbastanza per superare le profonde contraddizioni", ha concluso (LO SPECIALE PER LA COP26 - I NODI FINALI - I LEADER A GLASGOW).

I commenti di Greenpeace e Wwf

“È un accordo debole e manca di coraggio. L'obiettivo di limitare il riscaldamento globale entro la soglia di 1,5°C è appeso a un filo ma è stato dato un chiaro segnale: l'era del carbone è agli sgoccioli e questo conta”, ha commentato Jennifer Morgan, direttrice esecutiva di Greenpeace International. "Siamo venuti a Glasgow aspettandoci dai leader globali un accordo che prevedesse un cambio di passo nella velocità e nella portata dell'azione climatica. Anche se questo cambio di passo non è arrivato, e il testo concordato sia lontano dalla perfezione, secondo il Wwf ci stiamo muovendo nella giusta direzione”, ha scritto il Wwf in una nota. “La Cop26 si è conclusa con decisioni deboli in una serie di aree importanti. Glasgow è stato un punto di partenza e non di arrivo”.

Paesi meno sviluppati: “Votiamo la bozza”

Il gruppo dei Paesi meno sviluppati (Ldc) ha comunicato in giornata che avrebbe votato il documento finale della Cop26 come è stato proposto. Lo ha detto alla plenaria informale la rappresentante del Bhutan, parlando a nome della coalizione. "Il testo non è equilibrato, ma comprendiamo che non si può accontentare tutti - ha detto -. Su perdite e danni ci spettavamo di più, Ma ora non è il tempo di rinchiuderci nelle nostre differenze, ora è il tempo dell'unità, di adottare questo testo che affronta la crisi climatica".

La bozza del documento finale

Intanto in mattinata era uscita la terza bozza del documento finale. Mantiene l'obiettivo prioritario di tenere il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi dai livelli pre-industriali: un grosso passo avanti rispetto all'Accordo di Parigi, che puntava di più sul restare sotto 2 gradi. I tagli alle emissioni rimangono il 45% al 2030 rispetto al 2010, e zero emissioni nette intorno alla metà del secolo. La bozza prevede anche una revisione entro la fine del 2022 degli impegni di decarbonizzazione dei singoli stati. E poi invita i paesi ad accelerare sulle fonti rinnovabili, a chiudere al più presto le centrali a carbone e ad eliminare i sussidi alle fonti fossili. La presidenza britannica della Cop in mattinata pubblica anche le bozze dei documenti sui tre temi più spinosi della conferenza: il mercato globale del carbonio previsto dall'articolo 6 dell'Accordo di Parigi, il reporting format su come gli stati devono riferire i loro progressi sulla decarbonizzazione, il Paris Rulebook con le norme per applicare l'Accordo di Parigi. Il negoziato fra i Paesi è poi andato avanti per tutta giornata.

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“Riunione ministri nel 2022 per il fondo da 100 miliardi”

La bozza di uno dei documenti della Cop26 sulla finanza climatica diffusa questa mattina "decide di convocare dialoghi ministeriali ad alto livello sulla finanza climatica nel 2022, 2024 e 2026" e "invita la Presidenza della Cop27 (che si terrà l'anno prossimo in Egitto) a organizzare il dialogo ministeriale nel 2022 sui progressi nel completamento dell'obiettivo di stanziare complessivamente 100 miliardi di dollari all'anno dal 2020". La bozza "nota i continui sforzi dei Paesi sviluppati per raggiungere l'obiettivo di stanziare complessivamente 100 miliardi di dollari all'anno dal 2020, compresi quelli da fonti private", ma, aggiunge, "nota con seria preoccupazione il gap nel completamento dell'obiettivo". Il testo "rileva i recenti impegni ad aumentare la finanza climatica, riconosce che alcuni Paesi sviluppati hanno già raddoppiato le loro previsioni di finanza di adattamento e chiede ad altri di aumentare significativamente le loro, compreso considerare di raddoppiarle".

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“Nuovo obiettivo di finanza climatica al 2024”

In un’altra delle bozze sulla finanza climatica la Cop26 "decide di stabilire un programma ad hoc dal 2022 al 2024" e invita gli Stati e tutte le entità aderenti all'Accordo di Parigi (compresi osservatori e imprese) "a presentare i loro punti di vista nel febbraio e agosto 2022". Il programma "decide di concludere le sue deliberazioni ponendo un nuovo obiettivo collettivo quantificato al 2024". La bozza prevede "dialoghi ministeriali" dal 2022 al 2024 e il coinvolgimento in questi di "Stati, studiosi, società civile compresi i giovani, settore privato". Gli incontri dovranno essere aperti e in streaming. La bozza "invita il comitato scientifico dell'Onu sul clima a presentare ai paesi dell'Accordo di Parigi "le sue rilevazioni", incluse "quelle significative per valutare le necessità di adattamento". La Cop "chiede alla comunità scientifica di proseguire nella comprensione degli impatti globali, regionali e locali del cambiamenti climatico, le opzioni di risposta e le necessità di adattamento".

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Italia e Regno Unito "stanno lavorando insieme per realizzare progressi" nei negoziati dell'ultima ora alla Cop26. Lo hanno sottolineato Boris Johnson e Mario Draghi in una conversazione avvenuta ieri di cui ha dato conto Downing Street. I due premier, i cui governi sono partner nella presidenza della Cop, hanno espresso pieno accordo sulla necessità di passi in avanti sul tema dei finanziamenti promessi dai Paesi ricchi a quelli meno sviluppati a sostegno della sostenibilità climatica e di "impegni più ambiziosi sulla riduzione delle emissioni" nocive.

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