Cop26, Barack Obama: "Dalle isole arriva l’allarme del disastro climatico incombente"

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L'ex presidente degli Stati Uniti è arrivato a Glasgow per una tavola rotonda con una decina di giovani attivisti ambientali di tutto il mondo. Il tema è come le giovani generazioni possono far sentire le loro voci e spingere all'azione. Vanessa Nakate lo attacca: "Tradite le promesse sul clima"

L'allarme dei piccoli Stati isolani, minacciati in prima fila dal surriscaldamento della Terra, è un po' come quello "dato dai canarini nelle miniere di carbone" per segnalare fughe di gas e sciagure incombenti. Lo ha detto Barack Obama alla Cop26 di Glasgow, incontrando i delegati di varie isole. Con le misure attuali "non riusciamo a contenere l'aumento delle temperature entro 1,5 gradi", ha aggiunto l'ex presidente degli Usa. Obama è arrivato in Scozia per tenere una tavola rotonda con una decina di giovani attivisti ambientali di tutto il mondo. Il tema è come le giovani generazioni possono far sentire le loro voci e spingere all'azione. Obama ha poi espresso apprezzamento per l'approvazione al Congresso del piano dell'attuale presidente Usa Joe Biden sulle infrastrutture. Si è detto "fiducioso" che nelle prossime settimane verrà approvato anche quello per welfare e clima, sostenendo che entrambi i pacchetti contribuiranno alla lotta contro i cambiamenti climatici, riducendo i costi dell'energia e creando milioni di posti di lavoro. "Il tempo sta scadendo: abbiamo fatto significativi progressi dall'accordo di Parigi ma dobbiamo fare di più" sia "collettivamente sia individualmente", ha aggiunto l'ex presidente. (COP26: COSA SUCCEDE NELLA SECONDA SETTIMANA).

“Dalle isole arriva l’allarme del disastro incombente”

L'ex presidente americano è oggi protagonista alla conferenza sul clima con molti eventi, tra cui la tavola rotonda con giovani e poi una con imprenditori privati. "Tutti abbiamo un compito da svolgere e sacrifici da fare", ha spiegato Obama, che essendo cresciuto alle Hawaii si è definito "un island kid". "In molti modi - ha affermato - le isole sono come il canarino in miniera, in questa situazione. Ci stanno mandando un messaggio: se non agiamo, sarà troppo tardi". "Noi che siamo più ricchi abbiamo contribuito ad aggravare il problema e quindi abbiamo ora un peso in più da sostenere per aiutare e assistere coloro che sono meno responsabili o meno economicamente capaci, ma sono nello stesso tempo i più vulnerabili" di fronte agli effetti della crisi climatica. Protagonista sia della fallita conferenza Onu sul clima di Copenaghen, sia di quella parzialmente riuscita a Parigi nel 2015, l'ex leader della Casa Bianca non ha mancato di notare come negli anni trascorsi dall'appuntamento parigino diversi impegni siano rimasti sulla carta: "È importante riconoscere - ha osservato - come in questi 5 anni non si sia fatto abbastanza", ha concluso, citando un detto hawaiano che invita a stare "uniti per andare avanti".

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“Progressi sul clima fermati con Trump”

"Negli Stati Uniti, alcuni dei nostri progressi sulla lotta al cambiamento climatico si sono fermati quando il mio successore (Donald Trump) ha deciso di ritirarsi unilateralmente dall'Accordo di Parigi nel suo primo anno di mandato. Non sono stato molto contento di questo", ha detto Obama. "Non siamo neanche lontanamente dove dovremmo essere. Per cominciare, nonostante i progressi rappresentati da Parigi, la maggior parte dei Paesi non è riuscita a soddisfare i piani stabiliti sei anni fa". Quelli segnati dalla presidenza di Trump sono "quattro anni di ostilità nei confronti della scienza del clima", dichiara Obama, e di "negazionismo climatico" del Partito repubblicano. “Riconosco che stiamo vivendo in un momento in cui la cooperazione internazionale si è atrofizzata, in parte a causa della pandemia, in parte a causa dell'aumento del nazionalismo e degli impulsi tribali in tutto il mondo, in parte a causa della mancanza di leadership da parte dell'America per quattro anni su una serie di questioni multilaterali".

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“Una vergogna l’assenza di Russia e Cina”

"È stato particolarmente scoraggiante vedere i leader di due dei più grandi emettitori, Cina e Russia, declinare persino di partecipare al programma”, ha affermato Obama. “I loro piani nazionali riflettono quello che appare essere una pericolosa assenza di urgenza, un desiderio di mantenere lo status quo, da parte di entrambi quei Paesi”. L’ex presidente ha definito la loro assenza “una vergogna”. "Abbiamo bisogno che economie avanzate come Usa ed Europa guidino su questo problema ma abbiamo bisogno anche di Cina e India, Russia e Indonesia, Sudafrica e Brasile. Non possiamo permetterci nessuno ai margini".

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“I giovani sono vitali nella lotta al cambiamento climatico”

"L'impazienza dei giovani" è "vitale" per spingere i leader del mondo ad agire per affrontare l'emergenza climatica e garantire il mantenimento dell'impegno a contenere il surriscaldamento della Terra entro il tetto di 1,5 gradi in più rispetto alle temperature medie dell'era pre-industriale. Obama ha quindi accreditato "un progresso reale" ai lavori svolti finora dalla CoP26: "Non sono abbastanza, ma sono progressi".

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Greta torna a casa per non perdere la scuola, Vanessa attacca Obama

Diversi degli attivisti che hanno partecipato alla tavola rotonda sono allievi dei programmi di formazione della Fondazione Obama. Greta Thunberg, invece, è tornata a casa per non perdere troppi giorni di scuola. Reduce dall'aver animato nei giorni scorsi a Glasgow varie manifestazioni di piazza contro i risultati - giudicati finora deludenti - della Cop26, la ragazza ha lasciato la città scozzese nel weekend in treno ed è ora a Stoccolma, riportano i media britannici. In questo modo ha peraltro snobbato la presenza in Scozia di Obama. Anche l’attivista Vanessa Nakate ha attaccato Obama. "Quando avevo 13 anni, nel 2009, avevi promesso 100 miliardi di dollari per finanziare la lotta al cambiamento climatico. Gli Stati Uniti hanno tradito le loro promesse, questo costerà perdite di vite umane in Africa", ha scritto Nakate su Twitter, postando un video di 12 anni fa in cui l'allora presidente Barack Obama interveniva alla Cop15 assicurando politiche per combattere il cambiamento climatico. "Il paese più ricco della Terra non contribuisce abbastanza ai fondi salvavita", prosegue l'attivista attaccando: "Tu vuoi incontrare i giovani della Cop26. Noi vogliamo i fatti".

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