Cop26, il climatologo Höhne: "Servono politiche più forti sul breve termine"

Ambiente

l'inviato a Glasgow, Alberto Giuffrè

Tra gli osservatori, alla Conferenza di Glasgow, c’è anche Niklas Höhne, uno dei massimi esperti di politiche climatiche. Fondatore di Climate Action Tracker, organismo indipendente che dà le pagelle alla performance climatica dei singoli attori a livello mondiale. L'INTERVISTA

“È un bene che ci siano altri annunci, questa è l'idea della Cop, ogni paese viene e deve annunciare qualcosa di nuovo”. Tra gli osservatori alla Conferenza sul clima delle Nazioni unite c’è anche Niklas Höhne, uno dei massimi esperti di politiche climatiche. Ha fondato Climate Action Tracker, organismo indipendente che dà le pagelle alla performance climatica dei singoli attori a livello mondiale. “Il problema – spiega a Sky TG24 – è capire se quanto annunciato è nuovo. Quanto è ambizioso. E questo è molto difficile da giudicare, anche per gli esperti che sono qui da sempre.

L’obiettivo di non superare 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali è veramente a portata di mano?

“Ritengo che l'intenzione a lungo termine dei paesi sia molto positiva. A Parigi, la comunità globale ha accettato di arrivare a zero emissioni provenienti dai gas effetto serra, ma non è stato detto chi e quando, e ora tutti i paesi si sono prefissati obiettivi per arrivare a zero emissioni di gas effetto serra, anche quelli che non pensavamo lo avrebbero mai fatto, paesi produttori di petrolio come l'Arabia Saudita o la Russia. Tutti i paesi hanno detto di voler arrivare a zero, e questo è un bene, ma la vera domanda è: faranno in tempo? E qui c'è un enorme divario. Nessun paese dispone di politiche a breve termine per ridurre le emissioni di gas a effetto serra per i prossimi 10 anni, in modo che siano in linea con gli obiettivi -1,5 gradi e in linea con il proprio impegno di arrivare a zero. Quindi, a breve termine, dobbiamo fare molto di più”.

Quale potrebbe essere un risultato di successo, qui a Glasgow ?

“Sono necessarie due cose. Una è che il mondo mostri a tutti che tutti i paesi intendano realmente arrivare a zero emissioni di gas effetto serra, e penso che questo risultato sia già stato raggiunto con i nuovi annunci fatti. Il secondo elemento è che ogni paese dovrà essere disposto a fare un ulteriore passo ogni anno, non solo qui a Glasgow, ma anche nei prossimi mesi, nei prossimi anni. Tutti i paesi dovranno fare di più, perché c'è ancora un divario enorme da superare. Le emissioni a breve termine sono ancora troppo elevate”.

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