Cop26, ultime trattative: si cerca l'accordo finale

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A Glasgow ore decisive per raggiungere l'intesa per limitare il riscaldamento globale. I lavori potrebbero anche slittare e concludersi dopo il previsto. "C’è molto da fare", ha sottolineato il presidente Alok Sharma. Intanto il premier britannico Johnson lavora perché il summit arrivi a un punto comune. Dalla seconda bozza emerge l'invito ad accelerare sulle rinnovabili

Ultima decisiva giornata di negoziati a Glasgow, alla Cop26. Le speranze che si trovi un accordo per limitare il riscaldamento globale a un aumento di 1,5 gradi rispetto ai valori preindustriali si sono affievolite. Il grande ostacolo sembra essere - tra gli altri - il finanziamento: i Paesi più poveri vogliono più soldi e più a lungo di quanto i Paesi ricchi siano disposti a concedere. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Gutteres, intanto, ha avvertito che il limite di 1,5 gradi, considerato come quello massimo per evitare le conseguenze più catastrofiche, è "attaccato alle macchine di supporto vitale" (CLIMATE CRISIS: LA RUBRICA DI SKY TG24 SU COP26 E CAMBIAMENTO CLIMATICO).

La conclusione dei lavori

I lavori potrebbero anche slittare e chiudersi nel week-end (come accadde a Parigi). Il governo britannico ha però più volte insistito nella volontà di chiudere entro il termine concordato e, nelle ultime ore, il vicepresidente esecutivo della Commissione europea per il Green Deal, Frans Timmermans, ha detto di aver rilevato una "dinamica positiva" e una crescente sensazione tra i leader che "si voglia arrivare a un accordo".

 

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Alok Sharma: "C'è molto lavoro da fare"

“C’è molto lavoro da fare", ha però sottolineato il presidente della Cop26, Alok Sharma, pur assicurando di apprezzare "quanto si stiano impegnando le delegazioni" che hanno affrontato una "sfida monumentale" per raggiungere una conclusione credibile. Il premier Boris Johnson - con tutta probabilità - farà un ultimo tentativo per non far fallire il summit che è stato annunciato come l'ultima possibilità dell'umanità di allontanare la minaccia di un devastante cambiamento climatico.

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La seconda bozza del documento finale

Intanto emergono i primi dettagli. La seconda bozza di documento finale della Cop26, pubblicata questa mattina, "sollecita i Paesi sviluppati ad almeno raddoppiare le loro previsioni collettive di finanza climatica per l'adattamento dei Paesi in via di sviluppo dal livello corrente al 2025". Dalla seconda bozza è però sparito l'invito ad attivare entro il 2023 il fondo da 100 miliardi di dollari all'anno per i Paesi meno sviluppati. La seconda bozza si limita a sollecitare "i Paesi sviluppati a deliberare pienamente e urgentemente sull'obiettivo dei 100 miliardi di dollari e fino al 2025, e sottolinea l'importanza della trasparenza nell'attuazione dei loro impegni". Inoltre la bozza contiene un invito ai governi ad accelerare sulle fonti rinnovabili per la produzione elettrica e sulla eliminazione del carbone e dei sussidi alle fonti fossili.

Cosa è già stato stabilito

Intanto Usa e Cina, che sono i due principali Paesi che emettono CO2 nel pianeta, si sono impegnati a rafforzare la loro cooperazione sul clima. Oltre 100 Paesi del mondo, dove sorgono circa l'85% delle foreste mondiali, hanno promesso di fermare la deforestazione entro il 2030 (gli alberi sono essenziali per assorbire la CO2). Sempre 100 Paesi hanno firmato un piano per ridurre del 30% le attuali emissioni di metano entro il 2030. Più di 40 Paesi, tra cui i principali utilizzatori di carbone -Polonia, Vietnam e Cile - hanno deciso di abbandonarlo. E circa 450 organizzazioni finanziarie, che insieme controllano 130 trilioni di dollari, hanno accettato di sostenere la tecnologia "pulita" come l'energia rinnovabile e il finanziamento diretto alle industrie che bruciano combustibili fossili.

 

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