
Due scatti della mostra dell'autore milanese sono esposti nel padiglione COP26 dedicato all’energia a Glasgow. A Sky TG24, ha raccontato come è nata l'idea di un progetto che ritraesse l'impatto delle difficoltà energetiche sulle famiglie di quattro diversi continenti. In attesa di sviluppare una seconda parte, questa volta dedicata all'emisfero Nord.
di Chiara Piotto

Raccontare cosa rappresenta l’accesso all’energia nel mondo di oggi attraverso i volti di un centinaio di famiglie in Africa, Sud America, Europa e Asia. Il progetto ‘Energy Portraits’ del fotografo italiano Marco Garofalo è arrivato alla Cop26 di Glasgow, dove i leader della terra hanno fissato i nuovi ambiziosi obiettivi contro la crisi climatica. "Ho lavorato con Matteo Leonardi, esperto di materia energetica che ha vissuto in molti paesi del Global South. ONG locali ci hanno aiutati a trovare le storie e le famiglie giuste", ci ha raccontato il fotografo
Lo speciale di Sky TG24 sulla Cop26
“L'accesso all'energia è oggi riconosciuto come un prerequisito per qualsiasi obiettivo di sviluppo. Ecco perché dal 2015 è stato inserito nell’agenda delle Nazioni Unite come uno degli obiettivi più importanti da raggiungere entro il 2030", continua Garogalo. "In questo senso, la fotografia ha un ruolo fondamentale nella costruzione di un corpo di lavoro comprensibile anche ai non addetti ai lavori, rendendo il tema del cambiamento climatico comprensibile al di là di dati e grafici”
Energy Portraits, il sito del progetto fotografico
In questo scatto dal Sunderband, West Bengala, il guardiano delle batterie cammina tra le batterie della mini-grid fotovoltaica di 30 kW che serve per alimentare scuola, mercato e 60 abitazioni. "Tutta l’energia viene dal sole. Ma non sempre brilla", racconta Garofalo, che per il suo progetto ha sempre scattato con Canon. "La batterie permettono di utilizzare l’energia elettrica quando le fonti rinnovabili non sono disponibili. Una componente sempre più importante e strategica dei sistemi energetici di tutto il mondo"
Cop26, la bozza del documento finale
In questo scatto, un camion cisterna che trasporta carburante attraversa il Salar de Uyuni, in Bolivia. Il Salar è considerato la più grande riserva di litio al mondo. Con il litio si producono batterie per integrare fonti rinnovabili decentralizzate quando non c'è sole e non soffia vento e per consentire una sempre maggiore penetrazione delle fonti rinnovabili nelle reti elettriche. Nonostante i significativi progressi degli ultimi anni, quasi il 40% dei boliviani vive ancora in condizioni di estrema povertà.
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