Cop26, bozza del documento finale: “Ridurre emissioni globali di CO2 del 45% al 2030”

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Il testo, pubblicato dall'Unfccc, sarà esaminato dai singoli governi. Fra gli obiettivi la riduzione delle emissioni di anidride carbonica rispetto al livello del 2010, ma anche maggiore impegno sul fondo per i Paesi meno sviluppati previsto dall'Accordo di Parigi. Sottolineata l’importanza del contributo di donne, giovani e popoli indigeni

“Limitare il riscaldamento globale a 1,5 C° al 2100 richiede rapide, profonde e sostenute riduzioni delle emissioni globali di gas serra, compreso ridurre le emissioni globali di anidride carbonica del 45% al 2030 rispetto al livello del 2010 e a zero nette intorno alla metà del secolo". È quanto emerge dalla bozza del documento finale della Cop26 (LO SPECIALE), pubblicata nella notte dall'Unfccc e che dovrà essere esaminata dai singoli governi. Nel testo anche un Fondo per i Paesi meno sviluppati e il ruolo di donne, giovani e popoli indigeni.

“Accelerare l'eliminazione del carbone”

La bozza di documento "riafferma l'obiettivo globale di lungo termine di tenere l'aumento della temperatura globale media ben sotto 2 gradi dai livelli pre-industriali, e di perseguire gli sforzi per limitare l'aumento di temperatura a 1,5 C dai livelli pre-industriali". Il documento "riconosce che l'impatto del cambiamento climatico sarà molto più basso con un aumento della temperatura a 1,5 C°, riconoscendo che questo richiede azioni significative ed efficaci da tutte le parti in questo decennio critico, sulla base della miglior conoscenza scientifica disponibile". La bozza quindi "invita le parti a considerare ulteriori opportunità di ridurre le emissioni di gas serra che non sono anidride carbonica", "chiede alle parti di accelerare l'eliminazione del carbone e dei sussidi ai combustibili fossili" e "sottolinea l'importanza critica delle soluzioni basate sulla natura e degli approcci basati sugli ecosistemi, compreso proteggere e ripristinare le foreste, nel ridurre le emissioni e proteggere la biodiversità".

Siamo già a +1,1° C dai livelli pre-industriali 

La bozza del documento "esprime allarme e preoccupazione per il fatto che le attività umane hanno causato intorno a 1,1 gradi di riscaldamento globale al momento, e che gli impatti sono già sentiti in tutte le regioni" e "nota con seria preoccupazione" le conclusioni dell'ultimo rapporto sul clima dell'Ipcc, il comitato scientifico dell'Onu sulle questioni climatiche, che rivelano che "ogni ulteriore aumento del riscaldamento globale preggiora il clima e gli eventi atmosferici estremi e il loro impatto sulla popolazione e sulla natura". Il documento "riconosce l'importanza della miglior scienza disponibile per una effettiva azione e decisione politica sul clima" e "sottolinea l'urgenza di ambizione e azione accresciute su mitigazione, adattamento e finanza in questo decennio critico, per colmare i divari fra gli sforzi correnti e l'obiettivo ultimo".

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Fondo per Paesi meno sviluppati entro il 2023

La bozza inoltre "accoglie favorevolmente gli impegni accresciuti presi dai Paesi sviluppati" per il fondo di aiuti ai Paesi meno sviluppati previsto dall'Accordo di Parigi, impegni che hanno l'obiettivo "di arrivare al più tardi nel 2023 al target dei 100 miliardi di dollari all'anno". Il documento "sottolinea la necessità di un aumento del sostegno delle parti ai Paesi in via di sviluppo, oltre l'obiettivo di mobilitare 100 miliardi di dollari all'anno". Quindi "nota con rammarico" che neppure il target dei 100 miliardi all'anno dal 2020 "è stato ancora raggiunto". La bozza "sollecita i Paesi sviluppati ad aumentare urgentemente le loro previsioni di finanza climatica per l'adattamento, così da rispondere ai bisogni dei Paesi in via di sviluppo". Quindi "chiede al settore privato, alle banche multilaterali di sviluppo e ad altre istituzioni finanziarie di migliorare la mobilitazione della finanza". Il documento proposto dalla presidenza della Cop26 agli Stati "riconosce le crescenti necessità dei Paesi in via di sviluppo, in particolar modo per i crescenti impatti del cambiamento climatico e l'aumentato indebitamento come conseguenza della pandemia, e chiede che sia convogliato un maggiore sostegno attraverso finanziamenti e altri strumenti".

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Donne, giovani e popoli indigeni

La bozza poi "incoraggia le parti ad accrescere la piena, significativa ed eguale partecipazione delle donne nell'azione climatica, e a garantire attuazione e mezzi di attuazione rispettosi del genere". Inoltre, si legge, "riconosce l'importante ruolo dei soggetti non statali, compresa la società civile, i popoli indigeni, i giovani e altri soggetti, nel contribuire ai progressi verso l'obiettivo della Convenzione (dell'Onu per i cambiamenti climatici, l'Unfccc, n.d.r.) e gli obiettivi dell'Accordo di Parigi". La bozza esprime "apprezzamento" per la "Youth4Climate che si è tenuta a Milano a settembre" e "sollecita le parti e i soggetti interessati a garantire significativa partecipazione dei giovani nel processo decisionale" dell'Unfccc e dell'Accordo di Parigi. Quindi "invita le future presidenze delle Cop a organizzare piattaforme di discussione annuali fra le parti e i giovani". Il documento "sottolinea il ruolo importante che la conoscenza e l'esperienza dei popoli indigeni possono giocare nell'azione efficace sul cambiamento climatico, e sollecita le parti a coinvolgere attivamente i popoli indigeni nell'attuazione dell'azione climatica".

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