Giornata mondiale ambiente, ministro Cingolani a Sky TG24: "Dobbiamo ridurre la plastica"

Ambiente

In occasione del World Environment Day, Sarah Varetto dialoga con il ministro della Transizione Ecologica, Stefano Boeri, Ilaria Capua e Andrea Illy. Al centro il modo in cui istituzioni, scienza, società e impresa possano agire e collaborare per il “Ripristino degli Ecosistemi”, tema scelto quest’anno per la ricorrenza. Intanto prosegue l’impegno della media company - la prima diventata carbon neutral per le emissioni dirette - per la salvaguardia del pianeta

"Produciamo 300 milioni di tonnellate di plastiche all'anno nel mondo. Buona parte di queste finisce nel mare. La direttiva Ue sull’uso della plastica è importante, dobbiamo abbattere l’utilizzo di queste plastiche". Lo ha detto il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani durante l'incontro organizzato da Sky in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente. L'incontro è andato in onda su Sky TG24 oggi 5 giugno alle 12 (e  in replica alle 20.45.). Hanno partecipato oltre a Cingolani anche Stefano Boeri, architetto e presidente del Comitato Scientifico di Forestami, Ilaria Capua, direttore One Health Center dell’Università della Florida e Andrea Illy, presidente di Illycaffè, con la moderazione di Sarah Varetto, responsabile della sostenibilità e della comunicazione di Sky Italia (GUARDA LA PRIMA PARTE - GUARDA LA SECONDA PARTE).

Cingolani: “Con plastiche a basso contenuto di polimeri transazione più lenta”

“Fermo restando che lo spirito della direttiva è ineccepibile - ha continuato Cingolani - abbiamo discusso di distinguere per le plastiche quelle in cui il contenuto di polimero è molto basso. In questo caso si può avere una transizione un po’ più lenta andando a pesare quanta plastica c’è in questi sistemi composti. È una soluzione ma non l’unica. La vera avverrà monitorando costantemente lo stato della tecnologia, avendo la capacità  in tempo reale di modificare le linee guida in funzione di quello che emerge. È un settore che va veloce quasi quanto il digitale, bisogna essere pronti a cogliere le opportunità. Sicuramente dobbiamo ridurre le plastiche prodotte, questo è fuori di dubbio”.

Cingolani: "Ridurre emissioni del 55% in 10 anni. Non sprecare cibo"

Parlando di obiettivi globali, Cingolani ha spiegato: "Abbiamo una  decina d'anni per ridurre le emissioni di CO2 del 55% rispetto al 1990, questo è un target essenziale per arrivare alla fine del secolo con un innalzamento della temperatura che non sia superiore 1,5 gradi. È forse il più grande obiettivo che ci possiamo porre come pianeta". "Negli ultimi dieci anni le Nazioni Unite - ha aggiunto - hanno misurato 400mila morti e 1200 miliardi di dollari di danni dovuti a fenomeni estremi  di natura climatologica legati al riscaldamento globale. Basta solo questo per capire quanto sia urgente mettere un freno al surriscaldamento. Ma non è il solo parametro, dobbiamo migliorare sull'economia circolare, sulla gestione dei rifiuti e pensare a 3 miliardi di terrestri che non hanno carburanti puliti per cucinare".  Una cosa da fare per la Giornata dell'Ambiente? "Non sprecare cibo. Ne sprechiamo il 30%. Questo contribuisce anche al riscaldamento globale. Occhio a quello che abbiamo nel frigo", ha detto il ministro.

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Cingolani: "Dobbiamo aiutare Paesi poveri"

Secondo Cingolani "i Paesi ricchi devono aiutare quelli poveri nel loro modello di sviluppo". "L'Unione europea - ha spiegato produce solo il 9% dell'anidride carbonica globale. Noi possiamo tassarci per ridurre le emissioni di gas serra, ma se altri Paesi continuano a produrle, il nostro sforzo non serve a niente. Si parla tanto di finanza per il clima - ha proseguito il ministro - ma questa finanza deve essere etica. Deve livellare le differenze, non solo fare soldi con la transizione ecologica". “È un sistema complesso - ha aggiunto - c’è una forma di salute mondiale, riassunta dalla frase: ‘un pianeta in salute, persone in salute, una società giusta’. È una cosa che non si raggiunge con misure verticali, c’è bisogno dei migliori cervelli e della miglior politica per trovare soluzioni globali. Ogni Paese ha storie diverse, non si può chiedere a tutti lo stesso sacrificio, bisognerà creare una solidarietà globale”. 

Cingolani: "Su nucleare fatti 2 referendum, non è all'ordine del giorno"

"Sul nucleare abbiamo fatto due referendum e ci siamo pronunciati. Questa è l'unica cosa che conta. Infatti nessuno ne ha mai parlato e non è all'ordine del giorno", ha detto Cingolani, riferendosi alle consultazioni del 1987 e del 2011, che hanno prima deciso la chiusura delle centrali nucleari italiane e successivamente  l'abrogazione di alcune disposizioni concepite per agevolare l'insediamento di questo genere di stabilimenti nel nostro Paese. “Le polemiche - ha aggiunto il ministro - sono nate perché mentre l'Europa lanciava il Recovery Plan, e ci chiedeva gli sforzi per la transizione, alcuni Paesi europei, capeggiati dalla Francia, hanno fatto una richiesta di riconoscere l'energia prodotta dai microreattori nucleari di quarta generazione come verde. Il che, se fosse,  diventerebbe un importante cambiamento di regole in corso di partita". "Abbiamo fatto notare - ha continuato - che questa cosa in questo momento è particolarmente delicata, e bisogna avere una posizione, discuterne con l’Europa. Il fatto che in questo momento alcuni Paesi, compresi gli Stati Uniti, stiano considerando il micronucleare e cerchino di dimostrare che è verde, è una cosa che non possiamo dire che non esiste. Se ne sta parlando. Io voglio vedere i dati, perché non ci sono, non ce li ho. La mia risposta è: su questa specifica materia, finché non vedo i numeri, non so cosa dire".

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Cingolani: "Con rinnovabili serve anche gas"

"Se vogliamo fare tutte le cose che abbiamo promesso - ha proseguito Cingolani - da qui al 2030 dobbiamo essere in grado di avere almeno il 70% di energia verde. Avanza un 30% non prodotto da fonti rinnovabili, che al momento non può che essere gas. Dobbiamo stabilizzare una rete, fotovoltaico ed eolico ci sono quando c’è luce o vento, devo avere la sicurezza di avere uno stabilizzatore. Al momento il gas può essere una soluzione, ricordando che comunque rispetto al carbone decarbonizza (del 30%, ndr)". "Dobbiamo installare 70 miliardi di watt di fonti rinnovabili al 2030 - ha proseguito il ministro - Al momento ne abbiamo 50 miliardi, ogni anno, per nove anni, dovremo installare 8 miliardi di watt di impianti e ora ne impiantiamo solo 0,8 all'anno. Nel momento in cui riusciremo ad avere 70 miliardi di watt di rinnovabili al 2030, poi dovremo vedere se bastano. Al momento possiamo basarci su proiezioni che possiamo fare oggi. Poi ci sono le tecnologie nuove, come gli accumulatori, che possono essere in parte utilizzati per stabilizzare la rete. In dieci anni la tecnologia avanza, può darsi che riusciremo a utilizzarli. Il punto è che non si può  ideologizzare queste cose. Qui si tratta di tecnologia, di consumi, di economia e di numero di abitanti”.

Le proposte: dalla salute circolare all'agricoltura non convenzionale

Secondo Boeri “il Covid ci ha posto di fronte a un’accelerazione di alcuni bisogni, penso alla cruciale questione inquinamento, in Italia ci sono città con tassi inaccettabili". Per l'architetto "è una sfida da vincere ed è importante porsi degli obiettivi chiari e da primi passi urgentissimi come il passaggio all’elettrico nella mobilità e l’aumento delle superfici vegetali nelle città". Capua ha messo in evidenza il concetto di "salute circolare" per "mettere in rete tutte le forze che contribuiscono alla nostra salute e alla salute del pianeta di cui siamo guardiani". Secondo Illy “si calcola che i sistemi alimentari siano responsabili del 35% delle emissioni di gas serra” e per questo "l’opportunità è quella di andare verso un’agricoltura non convenzionale, in maniera da sequestrare carbonio dall’aria ed eliminare la dipendenza dai fertilizzanti minerali, ciò comporta anche un enorme vantaggio anche in termini di biodiversità".

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Dalla sfida sul linguaggio all'economia rigenerativa

“La transizione energetica - ha aggiunto Boeri - non può essere calata dall’alto. Si tratta di fare tutto subito e tutti insieme. La prima sfida è sul linguaggio, dobbiamo smettere di comunicare l’urgenza basandola sulle minacce, dobbiamo dire che la transizione energetica migliora la qualità della vita". Sul fronte sanitario, invece, secondo la virologa Capua "dobbiamo aiutare determinate popolazioni a comprendere il rischio sia per loro che per il resto del pianeta". Nel caso della pandemia Covid, "i mercati degli animali vivi ci sono in Cina ma anche in altre parti del mondo" e bisognerebbe non "utilizzare come alimenti degli animali che non sottostanno ad alcuna regola. Dobbiamo cercare di ridurre questi anelli di congiungimento molto pericolosi". Dal punto di vista imprenditoriale, Illy ha posto l'accento su un cambiamento fondamentale da attuare: "Puntare a un'economia rigerativa che ponga fine all'economia estrattiva" che ha alterato gli ecosistemi.

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I temi dell’incontro

Obiettivo dell’incontro capire come istituzioni, scienza, società e impresa possano agire e collaborare per il “Ripristino degli Ecosistemi”, tema scelto quest’anno dal World Environment Day, con l’obiettivo di prevenire, fermare e invertire i danni inflitti al pianeta, anche alla luce delle ingenti risorse dedicate all’ambiente all’interno del PNRR, che possono consentire un radicale cambio di passo negli stili di vita e di consumo nel nostro Paese. La Giornata del 5 giugno infatti lancia ufficialmente il Decennio delle Nazioni Unite per il Ripristino dell’Ecosistema, introdotto con la missione globale di far rivivere miliardi di ettari, dalle foreste ai terreni agricoli, dalla cima delle montagne alle profondità del mare.

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Gli appuntamenti chiave dell’Italia

Intanto prosegue l’impegno di Sky per la salvaguardia del pianeta. Sky Italia, in particolare, attraverso un protocollo siglato con il Ministero della Transizione Ecologica, sta promuovendo una serie di iniziative e attività volte a sensibilizzare e coinvolgere il proprio pubblico sulle tematiche chiave per la tutela dell’ambiente, in vista dei grandi appuntamenti internazionali di cui l’Italia sarà protagonista in questo anno decisivo per il clima: la COP26 di Glasgow, ma anche l’evento preparatorio (Pre-COP) e l’evento internazionale dedicato ai giovani “Youth4Climate2021: Driving Ambition”, che si terranno a Milano a partire dalla fine di settembre. In una sorta di marcia di avvicinamento a questi importantissimi eventi, i canali e la programmazione di Sky dedicheranno un’attenzione sempre maggiore ai temi dell’ecologia e della sostenibilità.

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L’impegno di Sky per l’ambiente

Sky è impegnata da tempo a sensibilizzare milioni di persone, utilizzando la propria voce per raccontare i temi centrali dell’ambiente, come i cambiamenti climatici, lo sviluppo sostenibile, la biodiversità, la desertificazione e il consumo di suolo, gli obiettivi dell’Agenda 2030, l’economia circolare. Inoltre il gruppo promuove da anni un business responsabile e sostenibile, con l’attuazione su scala internazionale di progetti concreti per contribuire alla realizzazione di un futuro migliore. Dopo essere diventata la prima carbon neutral media company per le emissioni dirette, con la campagna Sky Zero il gruppo si è impegnato ad essere la prima media company in Europa a diventare net zero carbon entro il 2030, riducendo di almeno il 50% le emissioni causate dai propri prodotti, dai propri fornitori nel mondo e dal proprio business. Il gruppo Sky è Principal Partner e Media Partner del vertice internazionale sul cambiamento climatico COP26, la conferenza delle Nazioni Unite che deciderà cosa il mondo dovrà fare per il clima nel prossimo decennio e quali cambiamenti ci aspettano nel futuro, che si terrà a Glasgow.

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