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L'uragano Ophelia sempre più forte, adesso minaccia l’Europa

Mondo
L'uragano Ophelia fotografato dal satellite Sentinel 3A del programma europeo Copernicus

Le immagini dei satelliti indicano che potrebbe continuare a rafforzarsi mentre si muove verso nord-est. A rischio, in particolare, le coste occidentali di Spagna, Irlanda, Inghilterra, forse Galles e Scozia. Arrivo previsto lunedì. Nel week-end potrebbe toccare Azzorre

Ophelia continua la sua corsa attraverso l’Atlantico e si rafforza: è un uragano di categoria 2 ed è accompagnato da venti che soffiano alla velocità di 168 chilometri orari, dice il Centro nazionale uragani Usa. Le immagini dei satelliti europei Sentinella, poi, indicano che potrebbe continuare a rafforzarsi mentre si muove verso nord-est. L’allarme, insolitamente, rimbalza quindi al di qua dell’oceano.

Ophelia minaccia l’Europa

Ophelia, decima tempesta tropicale di stagione nei Caraibi, sta prendendo velocità e minaccia di abbattersi sull’Europa. A rischio, in particolare, ci sono le coste occidentali di Spagna, Irlanda, Inghilterra, forse Galles e Scozia. L’arrivo è previsto per lunedì, ma già nel week-end l’uragano potrebbe raggiungere le Azzorre.

Pericolo per edifici più esposti

Il fenomeno è alquanto raro in Europa. Secondo le valutazioni degli specialisti, Ophelia può rappresentare un pericolo per le terre emerse e gli edifici più esposti. L’uragano è localizzato attualmente a sud-ovest delle isole portoghesi dell'arcipelago delle Azzorre. E neppure le coste di Portogallo e Spagna sono tranquille. Qui, a memoria d'uomo, le perturbazioni atlantiche di grande intensità hanno colpito solo due volte: nel 1842 e, fugacemente, nel 2005. L’allerta più alta, però, rimane quella che riguarda, o potrebbe riguardare, l'Irlanda prima e il Regno Unito subito dopo. Perlomeno nelle zone occidentali (Londra sostanzialmente esclusa, dunque).

Ophelia vista dai satelliti

L’uragano Ophelia è monitorato anche attraverso i satelliti. Le immagini, secondo gli esperti, indicano che potrebbe continuare a rafforzarsi mentre corre sull'Atlantico e si muove verso nord-est. A fotografare Ophelia è stato il satellite Sentinel 3A del programma europeo Copernicus, varato da Commissione Ue e Agenzia Spaziale Europea (Esa). Nelle immagini, scattate l'11 ottobre, si vede l'uragano mentre era a circa 1.300 chilometri a sud ovest delle isole Azzorre e a circa 2mila chilometri dalla costa africana. 

Come si scelgono i nomi degli uragani

Ophelia, quindi, spaventa l'Europa. Ma la stagione degli uragani del 2017 è già stata critica per Stati Uniti e Caraibi. Da Harvey, a Irma, a Maria, sono state diverse le perturbazioni che hanno causato morti, distruzione e danni ingenti. I nomi attribuiti agli uragani della zona Atlantica vengono scelti ancor prima della loro nascita e, spiega la World Meteorological Organization, la loro funzione è quella di facilitare l’identificazione delle perturbazioni sia nei messaggi di avvertimento sia nelle notizie riportate dai media. I nomi sono contenuti in sei liste usate a rotazione: quando un elenco finisce, se necessario, si ricomincia da capo e l’anno successivo si passa a quello nuovo. L’unica eccezione è quella che riguarda le tempeste estremamente violente e mortali: in quel caso il nome viene eliminato e sostituito perché il suo riutilizzo risulterebbe inopportuno. Alcuni esempi sono l’uragano Katrina, che nel 2005 ha colpito New Orleans, Sandy (Usa, 2012), Mitch (Honduras, 1998) e il tifone Haiyan (Filippine, 2013).

Come si classificano gli uragani

Per classificare gli uragani si usa una scala, quella di Saffir-Simpson, che va da 1 a 5 (dal meno intenso al più pericoloso) e si basa sulla forza dei venti che sono presenti nella perturbazione. Si inizia da un minimo di 119 chilometri orari e si può arrivare alla situazione "catastrofica" in cui le raffiche raggiungono più di 252 chilometri orari, come accaduto anche nel caso dell'uragano Katrina che nel 2005 aveva colpito la città americana di New Orleans.

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