Secondo quanto riporta l'agenzia di stampa statale Sana, la deflagrazione è avvenuta "all'interno della moschea Imam Ali Bin Abi Talib nel quartiere di Wadi al-Dahab". Il ministero degli Esteri di Damasco ha definito l'attentato un "tentativo disperato" di destabilizzare il Paese, promettendo di assicurare i responsabili alla giustizia. Il gruppo estremista sunnita Saraya Ansar al-Sunna ha rivendicato l'attacco
Almeno otto persone sono morte a seguito di un'esplosione in una moschea in una zona a maggioranza alawita di Homs, in Siria. Secondo quanto riporta l'agenzia di stampa statale Sana, la deflagrazione è avvenuta "all'interno della moschea Imam Ali Bin Abi Talib nel quartiere di Wadi al-Dahab, la cui natura è in fase di indagine". Il ministero degli Esteri di Damasco ha definito l'attentato un "tentativo disperato" di destabilizzare il Paese, promettendo di assicurare i responsabili alla giustizia. Il dicastero ha poi condannato "questo vile atto criminale", sottolineando che si inserisce "nel contesto dei ripetuti tentativi disperati di minare la sicurezza e la stabilità e diffondere il caos tra il popolo siriano".
L'attentato in Siria
A rivendicare l'attentato è stato un gruppo estremista sunnita poco conosciuto, Saraya Ansar al-Sunna. I suoi combattenti "hanno fatto esplodere diversi ordigni", ha scritto il gruppo in un messaggio pubblicato su Telegram, giurando di continuare gli attacchi contro "gli infedeli e gli apostati". Saraya Ansar al-Sunna aveva già rivendicato un attentato suicida contro una chiesa di Damasco nel giugno 2025.
Intanto, Damasco ha ribadito la sua "ferma posizione nella lotta al terrorismo in tutte le sue forme", precisando che "tali crimini non dissuaderanno lo Stato siriano dal proseguire i suoi sforzi per consolidare la sicurezza, proteggere i cittadini e assicurare alla giustizia i responsabili".