Come vengono scelti i nomi degli uragani

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Federica Scutari

Gli appellativi delle perturbazioni della zona Atlantica, scelti dalla World Meteorological Organization, sono contenuti in sei liste usate a rotazione: quando un elenco finisce, se necessario, si ricomincia da capo, e l’anno successivo si passa a quello nuovo

Katrina, Sandy, Irma. Ma anche Harvey, Victor o Kenneth. I nomi attribuiti agli uragani della zona Atlantica vengono scelti ancor prima della loro nascita e, spiega la World Meteorological Organization, la loro funzione è quella di facilitare l’identificazione delle perturbazioni sia nei messaggi di avvertimento sia nelle notizie riportate dai media, rendendo così più accessibili le informazioni ai cittadini. Ma come vengono scelti gli appellativi degli uragani?

La svolta del 1953

In origine i nomi venivano scelti sulla base di dettagli casuali, come la tempesta atlantica che nel 1842 si abbatté su una barca di nome Antje, strappandone l'albero, e ne prese l'appellativo. Il metodo cambia nel 1953 quando le tempeste tropicali atlantiche iniziano a essere chiamate sulla base di alcune liste create dal National Hurricane Center e aggiornate dalla World Meteorological Organization.

Sei elenchi usati a rotazione

Le liste inizialmente erano composte solo da nomi femminili, quelli maschili furono introdotti nel 1979. Sono strutturate in ordine alfabetico, quindi alla prima tempesta atlantica dell’anno in corso viene attribuito un appellativo che inizia con la lettera A, al secondo uno con la lettera B e così via, ad eccezione di Q, U, X, Y, Z che non vengono usate. Gli elenchi sono sei e vengono usati a rotazione, ovvero quello utilizzato nel 2017 è già stato usato nel 2011 e nel 2005 e verrà riutilizzato nel 2023.

L’eccezione dei nomi cancellati

Il sistema di rotazione è stato pensato per essere un ciclo continuo: quando un elenco finisce, se necessario, si ricomincia da capo, e all’inizio dell’anno successivo si passa alla nuova lista. L’unica eccezione è quella che riguarda le tempeste estremamente violente e mortali: in quel caso, nel corso del meeting annuale del WMO Tropical Cyclone Committees, il nome viene eliminato e sostituito perché il suo riutilizzo risulterebbe inopportuno. Alcuni esempi sono l’uragano Katrina, che nel 2005 ha colpito New Orleans, Sandy (Usa, 2012), Mitch (Honduras, 1998) e il tifone Haiyan (Filippine, 2013).

Le altre zone del mondo

Il termine uragano è usato specificamente per le perturbazioni nella zona Atlantica e del Golfo del Messico, si parla invece di tifone nel Pacifico nordoccidentale, di ciclone nell’Oceano Indiano o nel sud del Pacifico o di willy willy in Australia. Anche in queste aree per identificare i fenomeni vengono usate delle liste, con regole e modalità differenti da quelle della zona Atlantica: ci sono elenchi per il Pacifico orientale, occidentale e meridionale, per l’oceano Indiano (Nord e sud-occidentale), per il sud dell’Atlantico e per la regione australiana, che comprende Indonesia e Papua Nuova Guinea.

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