Francia, Macron si prende anche Parlamento. Ma astensione è sopra 50%

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Emmanuel Macron alla vigilia del voto (Getty)

En Marche! vince il primo turno delle legislative con oltre il 30% e con un bottino di seggi tra 415 e 445 (su 577). Secondi i Republicains (20,9%). Crollano Front National e socialisti: niente ballottaggi per Hamon. Record astensione. SPECIALE

Emmanuel Macron conquista il Parlamento dopo essersi insediato all'Eliseo. La Francia, infatti, è tornata alle urne per le elezioni legislative con l'obiettivo di rinnovare i 577 deputati dell'Assemblée Nationale (LO SPECIALE). La tornata prevede uno scrutinio uninominale maggioritario a due turni: il primo è stato domenica 11 giugno, ballottaggi il 18. Il partito En Marche! del presidente ha stravinto con oltre il 30 per cento dei voti. Ma il primo partito è quello degli astensionisti: è oltre il 50 per cento, un record nella storia della Quinta Repubblica. Alle 17 il dato sull'affluenza segnava un crollo di 8 punti rispetto alla stessa ora nel 2012, assestandosi al 40,75 per cento. Alle 12 era andato alle urne il 19,24 per cento degli aventi diritto.

Le proiezioni

Boom, quindi, del partito di Macron con circa il 32,6 per cento dei voti e, soprattutto, un bottino in seggi che va da 415 a 445 (sui 577 l'Assemblée Nationale). A seguire ci sono i Republicains con il 20,9 per cento (80-100), il Front National con il 13,1 per cento (1-4), France Insoumise (sinistra radicale) con l'11 per cento (10-20) e il Partito socialista con il 9 per cento (30-40). Crollo, quindi, del partito di Marine Le Pen, che considerava un risultato negativo non arrivare a 15 deputati per poter formare un gruppo parlamentare e invece ne ottiene fra 1 e 4. Male anche il Partito socialista, che ha realizzato il peggior risultato della sua storia.

Verso i ballottaggi

Per En Marche! il ballottaggio potrebbe portare nuove soddisfazioni: i 6 ministri del governo che si sono presentati alla corsa elettorale sono stati premiati e sono tutti in posizione favorevole nel secondo turno. Nonostante il crollo del Front National, spera di vincere il ballottaggio ed entrare per la prima volta in Parlamento Marine Le Pen: affronterà in posizione di forza (45%) l'avversaria di En Marche!, Anne Roquet (20%). La debacle del Partito Socialista, invece, coinvolge anche Benoit Hamon, candidato alle presidenziali dopo aver vinto le primarie: è stato eliminato al primo turno nella circoscrizione delle Yvelines, vicino a Parigi (22,61%). Stessa sorte per il segretario socialista, Jean-Cristophe Cambadélis, candidato nella 16/a circoscrizione di Parigi. Non va meglio all'omologo del Front National, Nicolas Bay, eliminato nella sesta circoscrizione della Seine-Maritime (22,78%). 

Le reazioni

I dati sono stati accolti con un'esplosione di gioia nel quartier generale di En Marche!. Gli elettori hanno "espresso la loro volontà di portare all'Assemblea Nazionale una maggioranza ampia e coerente", ha detto la presidente ad interim, Catherine Barbaroux. Ha anche invitato i francesi a "confermare e amplificare il voto" nel secondo turno. Poi ha aggiunto, parlando di "rivoluzione democratica": "Non ascoltate i nostalgici dell'immobilismo e dell'impotenza che dicono che un'ampia maggioranza sia un handicap per la democrazia. Rispetteremo il dialogo e ogni sensibilità". Entusiasta anche il premier francese Edouard Philippe: "La Francia è tornata. Da un mese, il presidente della Repubblica ha saputo incarnare la fiducia, la volontà e l'audacia. Domenica prossima, l'Assemblée nationale incarnerà il nuovo volto della nostra Repubblica, una Repubblica forte, la Repubblica francese".

Gli scontenti

Commenti di tono opposto, invece, per Jean-Christophe Cambadelis, il segretario del Partito Socialista: ha ammesso la sconfitta “senza precedenti” e ha lamentato l'avvento di un Parlamento “quasi senza opposizione”. "Non è sano né auspicabile che un presidente che è passato con solo il 24 per cento al primo turno delle presidenziali, e che ha vinto solo per il rifiuto dell'estrema destra, benefici del monopolio della rappresentazione nazionale. Sarebbe una contraddizione democratica che peserebbe su tutti gli atti del suo quinquennato". "I risultati dimostrano una situazione politica totalmente instabile", ha commentato invece Jean-Luc Mélenchon, leader della France Insoumise. "L'ampiezza dell'astensione mostra che non c'è maggioranza nel Paese per distruggere il codice del lavoro", ha aggiunto. Ha parlato anche Marine Le Pen. "I francesi non hanno mostrato alcun entusiasmo, siamo di fronte a un'astensione catastrofica", ha detto. "Siamo presenti in numerosi ballottaggi" e "abbiamo una riserva di voti considerevoli", ha aggiunto lanciando "un appello a tutti i patrioti ad andare alle urne domenica prossima".

Come funziona il voto

Secondo la formula francese, ciascuna delle 577 circoscrizioni in cui è diviso il Paese elegge un parlamentare. Si viene eletti al primo turno con la maggioranza assoluta dei voti espressi da almeno il 25 per cento degli aventi diritto. Se nessuno ha la maggioranza si va al ballottaggio dopo 7 giorni fra chi ha superato lo sbarramento del 12,5 per cento. Può quindi accadere che anche 3 o 4 candidati riescano ad andare al secondo turno.

Previsti grandi cambiamenti

In 216 circoscrizioni (il 39%) l’attuale rappresentante in Parlamento neanche si è ripresentato, dunque ci saranno molti volti nuovi che entreranno a Palais Bourbon. I candidati in lizza erano 7.881, il 42,4 per cento dei quali donne. L’età media dei candidati è di 49 anni e soprattutto esordienti in politica. In particolare “En Marche!” ha candidato molti elementi selezionati nella società civile, anche su un’inchiesta di Le Monde ha rivelato che i “novizi” sono meno di quanti effettivamente dichiarati. Ma l’effetto novità arriva anche a causa della legge che vieta il cumulo dei mandati: molti deputati "uscenti" hanno optato per la carica di sindaco nella loro circoscrizione rinunciando all'impegno "nazionale".

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