Coronavirus, dalla Cina l'app che svela se si è a rischio di contagio

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La notizia, diffusa dall’agenzia di stampa Xinhua e dal sito della National Health Commission cinese, spiega il meccanismo del software che utilizza la geolocalizzazione per far capire agli utenti se siano entrati in stretto contatto con una persona infetta 

Arriva direttamente dalla Cina la notizia, diffusa dall’agenzia di stampa Xinhua e ripresa anche dal sito della National Health Commission of the People's Republic of China, del lancio in patria di una nuova app legata al coronavirus. Si tratta, come spiega anche la Bbc, di un “close contact detector”, una sorta di rilevatore di contatto ravvicinato che permette alle persone di capire se siano entrate in stretto contatto con qualcuno infetto dal virus, per cui l'Oms ha annunciato che la malattia respiratoria che ne consegue ha un nome ufficiale, ovvero COVID-19 (sintesi dei termini CO-rona, VI-rus, D-isease e dell'anno d'identificazione, 2019).

Il funzionamento dell’app

L'applicazione è stata sviluppata dall'Ufficio Generale del Consiglio di Stato, dalla National Health Commission e dalle China Electronics Technology Group Corporations (CETC) e sembra che abbia ricevuto supporto da diverse agenzie governative tra cui il Ministero dei trasporti, la China Railway e l'Amministrazione dell'aviazione civile cinese, al fine di garantire dati accurati, affidabili e autorevoli. Ma come funziona esattamente? Le prime informazioni parlano della possibilità, per gli utenti, di eseguire la scansione di un codice Qr sul proprio smartphone, servendosi di app molto in voga in Cina come come Alipay, WeChat e Qq. Quindi l’iter prevede l’invio di nome e cognome e numero di telefono al governo cinese che, completata questa operazione, rilascia un ID che consente di utilizzare l’app. Quest’ultima consente la ricezione di informazioni utili per poter sapere, attraverso il meccanismo della geolocalizzazione, se si è o meno entranti in stretto contatto con persone già infettate dal 2019-nCoV.

Il significato di “stretto contatto”

La National Health Commission tenta di entrare nel dettaglio dell’utilizzo di questo software, spiegando che per “stretto contatto” si vuole intendere la presenza ad una distanza ravvicinata e senza una protezione efficace, di persone che rientrano in casi confermati, casi sospetti o casi lievi di contagio anche quando si tratta di casi asintomatici. Tra queste persone, ad esempio, possono esserci colleghi di lavoro, famigliari o persone che vivono nella stessa casa o frequentano la stessa classe a scuola. Senza dimenticare il personale medico o anche più semplicemente persone che sono state sullo stesso mezzo di trasporto (treno, bus, o aereo) di pazienti confermati o sospettati di essere stati infettati dal coronavirus.

In aereo o in treno

Proprio a proposito dei mezzi di trasporto, la nota diffusa dalla National Health Commission cinese, spiega che su un aereo tutti i passeggeri della stessa fila e di tre file davanti e dietro il proprio sedile, nonché gli assistenti di volo, sono considerati a stretto contatto. All’interno di un treno dotato di aria condizionata e con i finestrini completamente chiusi, tutti i passeggeri e i membri del personale di bordo che si trovano nello stesso scompartimento o vagone sono considerati a stretto contatto.

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