Si tratta di due automi, sviluppati da un team di ingegneri del Politecnico di Milano, racchiusi in un solo ‘corpo’ in grado di cooperare tra loro per ottimizzare lo spostamento dei carichi pesanti
La tappa milanese del concorso Amazon Innovation Award ha premiato i robot comunicanti: due automi racchiusi in un solo ‘corpo’ in grado di cooperare tra loro per ottimizzare lo spostamento dei carichi pesanti.
Il progetto è frutto dell’ingegno di Giulia Merati, Giorgio Manenti, Sofia Lamberti e Filippo Pennati Belluschi, quattro studenti del Politecnico di Milano.
Amazon Innovation Award: chi vincerà?
L’Amazon Innovation Award è un concorso istituito dal colosso dell’e-commerce in collaborazione con le facoltà di Ingegneria di Milano, Torino e Roma.
In gara numerosi progetti, ideati dagli studenti, atti a proporre soluzioni innovative a problemi logistici.
I le idee migliori degli atenei, scelte dagli esperti dell’azienda, si contendono il premio destinato solo al vincitore finale del concorso: un viaggio a Seattle per visitare la sede di Amazon.
Il 15 febbraio, gli esperti del colosso di e-commerce, dopo aver premiato il progetto vincitore dell’Università di Tor Vergata, annunceranno il team di ingegneri che volerà negli Stati Uniti.
Le idee vincenti finora “sono degli ottimi lavori perché non si sono tradotti in un puro esercizio accademico, ma hanno cercato di risolvere dei problemi pratici calandosi nella nostra vita lavorativa di tutti i giorni”, spiega Stefano La Rovere, responsabile del centro Advanced technology di Amazon Europa.
Il progetto vincitore a Milano
Il team di ingegneri milanesi ha ideato un robot simile per funzioni a Kiva, un’automa già al lavoro nei centri di Amazon. Ciò che ha sorpreso gli esperti è stata la loro idea di affiancare i due robot facendoli cooperare tra loro. Sono così riusciti a sviluppare una tecnologia ancor più sicura che minimizza il rischio di eventuali cadute della merce.
Gli automi comunicanti sono in grado, non solo di sollevare i pallet, ma anche di scaricare i prodotti dagli autocarri.
"La nostra idea è stata quella di applicare due tecnologie già esistenti per rendere più efficienti e sicuri gli spostamenti dei carichi pesanti", spiegano Giulia Merati e Giorgio Manenti.
"La comunicazione tra i robot avviene grazie alle tecniche e ai principi della robotica distribuita”.
Entrambi gli automi integrano un microchip che li rende smart e permette loro di agire in sinergia, comportandosi come se “fossero un corpo solo”.