Nasa, in arrivo un robot ‘meccanico’ per riparare i satelliti

Tecnologia
Foto di archivio (Getty Images)
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Il programma prende il nome di Restore-L e il suo lancio è previsto poco dopo il 2020. Nelle intenzioni dell’agenzia spaziale, la nuova tecnologia servirà a svolgere vari lavori di manutenzione sui veicoli in orbita 

I satelliti artificiali attualmente in orbita sono progettati per resistere alcuni anni nello spazio e, una volta che hanno lasciato la Terra, non possono essere riparati in alcun modo. Per ovviare a questa situazione, gli ingegneri delle agenzie spaziali sono al lavoro per realizzare dei robot in grado di effettuare questo genere di riparazioni.
Attualmente, sono due i progetti principali in fase di realizzazione: uno diretto dalla Nasa stessa e un altro dalla Darpa (un’agenzia governativa che fa parte del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti).

I programmi di Nasa e Darpa

Il programma sovrainteso dalla Nasa prende il nome di ‘Restore-L’. Nel video di presentazione, disponibile sul sito dell’agenzia spaziale, è possibile vederlo in azione mentre protende le proprie braccia robotiche per aiutare una navicella spaziale in avaria. Dopo aver afferrato delicatamente il satellite, lo avvicina a sé con un arto, mentre con l’altro esegue un rifornimento di carburante. Una volta portata a termine l’operazione, Restore-L libera il veicolo spaziale e lo allontana con una piccola spinta. Il video è puramente dimostrativo, ma permette di farsi un’idea precisa dell’obiettivo che la Nasa desidera raggiungere. Il lancio della missione è previsto poco dopo il 2020 e la prima dimostrazione del funzionamento della nuova tecnologia sarà effettuata sul satellite Landsat-7.
Nel frattempo, Darpa sta lavorando al programma ‘RSGS – Robotic Servicing of Geosynchronous Satellites’ che, nelle intenzioni dell’agenzia governativa, dovrebbe debuttare nel 2021. Sebbene sia finanziato dal governo statunitense, il progetto sarà interamente sviluppato da SSL, una compagnia privata specializzata nella costruzione dei satelliti e impegnata anche nella realizzazione di Restore-L.

Altri possibili utilizzi dei robot spaziali

Secondo Al Tadros, vicepresidente di SSL, oltre a riparare i satelliti in orbita, le nuove tecnologie potrebbero essere usate anche per altri scopi. Per esempio, si potrebbe risparmiare sui lanci spaziali riempiendo solo a metà i serbatoi delle navicelle spaziali e inviando poi Restore-L a fornire loro il rifornimento necessario. Inoltre, dei robot particolarmente maneggevoli potrebbero essere utilizzati per assemblare dei nuovi satelliti o dei giganteschi telescopi spaziali direttamente in orbita. 

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