Android, 10 app gratuite che non possono mancare sul tuo smartphone

Tecnologia

Marina Rossi

Uno smartphone Android - Getty Images

Una selezione delle migliori app gratis per Android. Software dalla qualità riconosciuta e non troppo noti per arricchire la propria vita digitale imparando una nuova lingua, prendendosi cura di sé, o semplicemente divertendosi

WhatsApp, certo. Facebook Messenger, ok. E poi Twitter & C. Ma l’universo della applicazioni gratuite per smartphone Android è molto più vasto dei soliti e giustamente gettonatissimi classici. Tra le migliori app gratuite da avere assolutamente sul proprio smartphone Android si trovano giochi e software creativi, ma anche social network e applicazioni che aiutano a prendersi cura di sé. Presentati a maggio durante l’evento Google I/O, i Google Play Awards vedono come protagoniste alcune tra le migliori applicazioni sviluppate per il sistema operativo dell’azienda di Mountain View. Non tutte note. Vediamone alcune. 

Neverthink per fare zapping online

Già selezionato nel 2018, Google riconferma Neverthink anche quest’anno, assegnando all’app il premio come miglior “esperienza da salotto”, per avere un gigantesco network televisivo sempre in tasca. Sono 45 i canali offerti da questa applicazione gratuita e tutti sono aggiornati con contenuti video pubblicati su YouTube, e selezionati con cura da un team di persone. In controtendenza rispetto ai software di intelligenza artificiale che, grazie agli algoritmi di machine learning, offrono contenuti automaticamente profilati sugli interessi delle persone, Neverthink crede invece in un approccio umano. Basta scegliere il canale “Tech News” per scoprire le novità dei gadget, il canale “Nature” per i documentari sugli animali e l’ambiente, oppure il canale “LOL” per i video più divertenti della Rete.

La terapia in tasca con Woebot

Uno dei trend in rapida crescita è l’attenzione nei confronti della qualità della vita digitale. Ecco perché la stessa Google ha individuato come categoria di riconoscimento ufficiale delle app 2019 proprio quella del benessere psicofisico. La migliore è Woebot, app gratuita creata da Alison Darcy, ricercatrice in psicologia dell’università di Stanford, a cui Forbes ha dedicato un profilo. Woebot è un’intelligenza artificiale che mette in pratica tecniche di Terapia Cognitivo-Comportamentale: in qualsiasi momento si senta il bisogno di prendersi cura di sé, basta avviare l’applicazione e rispondere alle domande del bot per analizzare e affrontare momenti di ansia oppure lo stress quotidiano. Senza volersi sostituire ai professionisti, il bot è comunque un valido strumento di analisi e auto-aiuto sempre a disposizione.

Il social network per superare lo stress: Wisdo

Se quella di Woebot è un’esperienza individuale, Wisdo è invece la migliore app sociale per parlare di stress, traumi, bullismo, dolore cronico o altre forme di disagi psicofisici. Premiata per l’impatto sociale da Google e citata tra le aziende più innovative del 2019 da Fast Company, Wisdo è il social network che vuole contrastare quell’isolamento che può essere accentuato proprio dalla frequentazione assidua dei social network più diffusi. La ricetta dell’applicazione è semplice: mettere in contatto persone che hanno avuto esperienze simili, in modo da favorire la formazione di gruppi di auto-mutuo aiuto. Esclusivamente rivolta a persone adulte (o giovani a partire dai 17 anni di età), Wisdo ha ottenuto finora ottime recensioni e vanta una community in grado di supportarsi a vicenda.

Una rivoluzione per l’accessibilità: Envision AI

La migliore app scelta da Google per il premio dedicato all’esperienza più accessibile su Android è Envision AI, un software gratuito (con una versione ad abbonamento per sbloccare tutte le funzionalità) che è stato specificamente creato per aiutare le persone cieche o ipovedenti, ma che stupirà tutti. La voce sintetica descrive con precisione ciò che viene inquadrato dalla telecamera dello smartphone: non si tratta solo di una lettura di testi e documenti scritti, ma l’intelligenza artificiale riconosce anche persone e situazioni, venendo incontro a chi ha problemi di vista di qualsiasi entità. L’algoritmo di riconoscimento facciale impara progressivamente dall’uso e crea un archivio interno di tutti i contatti amici, individuando i soggetti e descrivendone anche le espressioni sul volto.

 

Canva, per una grafica impeccabile

Adatta a un ampio spettro di persone – da chi vuole creare una Instagram Story a chi ha bisogno di un invito professionale per una cena di gala – Canva è il numero uno per la creazione di grafica, ed è anche gratuita. Nominata già nel 2018, Canva si riconferma al top anche quest’anno e vince il premio di Google che sottolinea l’esperienza migliore dal punto di vista tecnico delle performance da quello culturale, in quanto l’app è completamente tradotta e adattata ai diversi mercati. Non stupisce che con questi presupposti abbia già superato i 10 milioni di installazioni sui dispositivi Android.

Drops: un gioco per imparare le lingue

Nella società globale interconnessa, e in particolare negli ultimi dieci anni, si sono susseguite diverse proposte rivolte a chi desidera imparare una nuova lingua, magari facendo affidamento proprio a un’app gratuita per rendere produttivi i tempi da pendolare. Una delle più famose è Duolingo, con 85 diversi corsi in 24 lingue e 300 milioni di utenti registrati, ma quella al momento più interessante è Drops. Incoronata da Google a fine 2018 come migliore app dell’anno, Drops ribalta il classico approccio linguistico e propone una serie di mini-giochi basati su parole e disegni. Selezionata da Fast Company tra le aziende più innovative del 2019 per la categoria educativa e apprezzata anche dal pubblico, Drops offre percorsi in 33 lingue tra cui quella hawaiana che, come ricorda Forbes, è a rischio di estinzione: forse, anche grazie alla collaborazione con le startup digitali, si può contribuire alla conservazione del patrimonio culturale e linguistico internazionale.

Trova nuovi amici di penna (digitale) con Slowly

ll premio per l’innovazione assegnato da Google va però a Slowly, un’app gratuita che reinventa il concetto di “amico (o amica) di penna” per il digitale. Quando si invia un messaggio, bisogna aspettare un tempo variabile prima che questo venga recapitato con successo: più la persona abita distante, più si dovrà avere pazienza. Dopo aver compilato il proprio profilo con interessi e preferenze, il sistema propone potenziali “amici”. Grazie alle opzioni di filtro, inoltre, è facile tenere sotto controllo la propria casella di posta, evitando spam e contatti poco interessanti e continuando solo le conversazioni interessanti. E così come nell’originale versione analogica, anche la corrispondenza digitale aiuta a migliorare ed esercitare le lingue straniere.

Divertimento assicurato per chi gioca: Shadowgun Legends e Marvel Strike Force

Quando si parla delle app da avere assolutamente, non si può fare a meno di pensare ai videogiochi gratis per Android. I Google Play Awards 2019 hanno assegnato due vittorie in questo ambito: Shadowgun Legends (gioco dalla prospettiva in prima persona e con modalità di gioco sia competitive, sia cooperative) e Marvel Strike Force, in cui si gestisce la squadra di eroi ed eroine dell’universo nato dai celebri fumetti. Si tratta di scenari di violenza e combattimento a cui il pubblico è ormai abituato, per nulla distanti dal miglior gioco 2018, Pubg Mobile, versione Android del titolo PlayerUnknown's Battlegrounds, in cui l’obiettivo di ciascuna partita è quello restare l’unica persona sopravvissuta, annientando altre 99 persone.

Fotoritocco al massimo con PicsArt Photo Studio

Sebbene abbia ricevuto solo una nomination, PicsArt Photo Studio è la migliore app in circolazione per creare collage fotografici: oltre 8 milioni di recensioni (con un altissimo voto medio) confermano la popolarità e il successo di questa applicazione gratuita. Dalle variazioni più artistiche ai filtri decisamente pop, l’offerta di PicsArt riesce a soddisfare chiunque ami fissare in un’immagine i momenti preferiti, vissuti da soli o in compagnia.

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