"Canali YouTube pro-Cina attaccavano gli Usa usando l'I.A.", la denuncia in un report

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A dirlo è un’analisi del think tank Australian Strategic Policy Institute, secondo cui sarebbe esistito un network di almeno 30 canali con oltre 4.500 video e poco meno di 120 milioni di visualizzazioni: dietro al successo di questa campagna, che promuoveva narrative a favore di Pechino e contro gli Stati Uniti, ci sarebbero anche gli strumenti messi a disposizione dall’intelligenza artificiale 

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Un network di almeno 30 canali su YouTube - con oltre 4.500 video, poco meno di 120 milioni di visualizzazioni e 730mila iscritti - che promuoveva da metà del 2022 narrative a favore della Cina e contro gli Stati Uniti sfruttando anche l’intelligenza artificiale: a scoprirlo è stato il think tank Australian Strategic Policy Institute, secondo cui questa campagna è stata capace di attrarre un numero insolitamente ampio di persone. L’obiettivo, stando all’istituto attivo nel campo della sicurezza, era quello di influenzare l’opinione pubblica dei Paesi anglofoni in favore della Cina e contro gli Stati Uniti: i video promuovevano narrative secondo cui la tecnologia di Pechino fosse superiore a quella di Washington, o che gli Stati Uniti fossero destinati a un collasso economico. E come detto, in questa campagna si è registrato un significativo uso dell’intelligenza artificiale.

Il ruolo dell’intelligenza artificiale nella campagna

Secondo quanto scritto nel report dell’Australian Strategic Policy Institute, infatti, ci sono tre ragioni per le quali questa operazione è significativa: una è l’ampiezza degli argomenti trattati, molto più estesa che in passato; un’altra è il numero molto alto di utenti raggiunti, che piazzerebbe la campagna tra quelle di maggior successo collegate alla Cina. Infine c’è l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in diversi video: per il think tank si è registrato un cambiamento nelle tecniche adottate. Si tratterebbe secondo l’istituto di uno dei primi esempi di utilizzo dell’IA generativa nella realizzazione di ‘saggi video’: una voce fuori campo creata dall’intelligenza artificiale promuove una narrativa, mentre in video appaiono contenuti pensati per rinforzare le tesi sostenute. Si tratta, aggiunge il think tank, della continuazione di un trend già messo in atto da parte di attori malintenzionati: usare capacità di editing video basilari e l’intelligenza artificiale generativa per creare contenuti convincenti e persuasivi su larga scala, in grado di creare un pubblico sui social media.

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Gli account rimossi e le potenzialità dell’IA

YouTube, secondo quanto riferito dal report, ha disattivato diversi account tra quelli segnalati dall’istituto. L’azienda ha inoltre detto, secondo quanto riportato dal New York Times, che lavora senza sosta per proteggere la sua comunità: “Abbiamo investito pesantemente in un solido sistema per identificare in maniera proattiva campagna d’influenza coordinate”. Per il quotidiano newyorkese gli sforzi nel promuovere messaggi in favore della Cina sono aumentati negli ultimi anni ma - secondo quanto affermato da Jacinta Keast, analista dell’ Australian Strategic Policy Institute - finora si erano limitati a contenuti di bassa qualità senza raggiungere un numero considerevole di persone. In questo caso, invece, “la campagna ha sfruttato l’intelligenza artificiale, che fornisce la possibilità di creare contenuti pericolosi persuasivi su larga scala a costi molto limitati rispetto a casi precedenti”.

Gemini on website displayed on a laptop screen and Google logo displayed on a phone screen are seen in this illustration photo taken in Krakow, Poland on December 6, 2023. (Photo by Jakub Porzycki/NurPhoto via Getty Images)

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La possibile minaccia in vista delle presidenziali 2024

Secondo quanto riportato dal New York Times, diversi altri report nell’ultimo periodo hanno suggerito come la Cina sia diventata più aggressiva nel promuovere la propaganda denigratoria contro gli Stati Uniti. Dalle proteste a Hong Kong nel 2019 fino agli incendi alle Hawaii di questa estate, passando per la pandemia, sono diversi i casi in cui sarebbero state rilanciate informazioni false o tentativi di screditare la leadership di Washington. Lo scorso mese, inoltre, Meta ha annunciato di aver rimosso oltre 4.700 account di Facebook provenienti dalla Cina che impersonavano persone statunitensi per dibattere argomenti pubblici: la compagnia ha messo in guardia su quest’ultima campagna, sottolineando come potesse gettare le basi per possibili interferenze nella prossima campagna presidenziale del 2024.

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