Google porterà Gemini anche su Pixel 8 Pro, il suo smartphone di punta. Nel 2024 il nuovo modello di IA sarà disponibile su più prodotti e servizi Google tra cui ricerca, Chrome e videochat
Google mira alla leadership nel mercato dell’intelligenza artificiale e lo fa con Gemini un nuovo modello “più capace e potente” mai realizzato prima. Il lancio è previsto nel 2024. La mossa del colosso del web arriva proprio mentre l'Ue si prepara a varare la prima legge al mondo sull’Ai Act.
Come funziona
La nuova creatura di Google è stata progettata per sostituire PaLM2, l'attuale modello alla base degli strumenti di Ia, tra cui Bard, elaborati dal colosso di Mountain View. “Il gioiello è stato pensato per essere multimodale e ottimizzato per tre diverse dimensioni: Ultra, Pro e Nano'” ha spiegato Sundar Pichai, ceo di Google e Alphabet, aggiungendo che la prima versione è stata pensata per funzionare su dispositivi differenti, dagli smartphone ai data center. In pratica, Gemini può comprendere e produrre contenuti testuali ma anche immagini, video e audio, oltre che sviluppare codice informatico da sé. 'Un traguardo significativo per lo sviluppo dell'Ia', lo ha battezzato Pichai, preconizzando 'l'inizio di una nuova era".
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Il modello arriverà anche su smartphone
Gemini Pro può esser applicato per attività di media dimensione mentre Nano funzionerà su singoli dispositivi. Nella realizzazione di Gemini, Google ha mantenuto il focus sulla sicurezza: "In ogni fase del suo sviluppo, prendiamo in considerazione i rischi potenziali e lavoriamo per testarli e mitigarli". A cominciare da oggi, il chatbot Bard utilizzerà una versione dedicata di Gemini Pro per ragionamenti avanzati. Sarà disponibile in inglese in più di 170 paesi e territori. Google porterà Gemini anche su Pixel 8 Pro, il suo smartphone di punta, a partire dall'app registratore, Gboard e WhatsApp. Nel 2024, Gemini sarà disponibile su più prodotti e servizi Google tra cui ricerca, Chrome e videochat.
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Le regole Ue
Google dovrà fare i conti con le regole che l'Europa sta mettendo in campo. 'L'accordo sulla struttura generale c'è', spiega il capodelegazione degli eurodeputati Pd al Parlamento europeo e relatore dell'AI Act, Brando Benifei. Ma restano degli 'importanti nodi da sciogliere' a cominciare dalle norme sui modelli di fondazione come GPT-4, alla base del chatbot ChatGPT. Norme che Francia, Germania e Italia vorrebbero diluite in codici di condotta per non gravare le stelle emergenti nel settore, come la tedesca Aleph Alpha e la francese Mistral Ai, di eccessivi oneri che ne soffocherebbero lo sviluppo.
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I divieti e la sicurezza
Altro capitolo scottante della trattativa è quello dei divieti previsti nel regolamento e l'uso degli strumenti di Ia nell'ambito della sicurezza nazionale su cui gli Stati dell'Ue chiedono delle ampie deroghe rispetto all'impostazione più restrittiva del Parlamento europeo. Riduzione delle deroghe e tutele sui controlli costituiscono la linea rossa tracciata dall'Eurocamera per raggiungere un compromesso. 'È importante trovare un accordo entro la fine dell'anno, ma non a tutti i costi', avverte Benifei, pur sottolineando l'urgenza di accelerare sull'Ai Act che richiederà tempo e ulteriori limature tecniche prima che dispieghi i suoi effetti.