Sicurezza informatica, in Italia attacchi cyber 4 volte più che nel resto del mondo
Secondo l'analisi Clusit, in Italia nei primi sei mesi del 2023, gli attacchi cyber sono aumentati del 40% mentre altrove si attestano a livelli più moderati. In 5 anni il balzo nel nostro Paese ha raggiunto il +300%
- Crescono gli attacchi cyber in Italia, sempre più nel mirino dell'hacktivism. Il rapporto annuale della Clusit, l'Associazione Italiana per la sicurezza informatica, evidenzia il balzo di incursioni che nel nostro Paese sono 4 volte più frequenti che altrove. Ecco quali sono i maggiori crimini informatici
- Secondo l'analisi Clusit in Italia nei primi sei mesi del 2023 gli attacchi cyber sono aumentati del 40% mentre nel resto del mondo si attestano a livelli più moderati, pari all'11%. In 5 anni il balzo nel nostro Paese ha raggiunto il +300%
- Tra le tipologie di attacchi informatici prevalgono ancora quelli riconducibili al cybercrime finalizzati a estorcere soldi soprattutto nei settori finanzario ed assicurativo: nei primi sei mesi 2023 nel mondo si sono contate 1.160 azioni di questo tipo, pari all'84%. In Italia calano ma rappresentano ancora il 69%
- Secondo il rapporto Clusit l'Italia si conferma un Paese dove gli attacchi cyber lanciati spesso dall'estero vanno maggiormente a buon fine: il 9,6% degli attacchi mondiali sono andati a segno lungo la Penisola
- Nel 2023 prende piede anche il fenomeno dell'hacktivism, azioni dimostrative di pirateria informatica con finalità politiche. Nel mondo sono cresciute dell'8% ma in Italia il balzo è stato più evidente e oggi toccano il 30% dei cyberattacchi
- Secondo gli autori del rapporto Clusit, gli attacchi dimostrativi avvenuti in Italia sono collegati alla situazione geopolitica, in particolare alla guerra in corso in Ucraina al pari di altri Paesi occidentali che sostengono Kiev
- Nel 2023 calano invece gli attacchi riconducibili allo spionaggio e al mondo dell'informazione: le categorie Espionage/Sabtoage ed Information Warfare valgono oggi rispettivamente il 6% e il 2% del totale
- Il presidente Clusit Gabriele Faggioli evidenzia la "crescente pressione dei cyberattacchi" frutto anche dell'accelerazione verso il digitale negli ultimi tre anni. Faggioli lancia l'allarme sulla fragilità delle pmi italiane "impreparate" a fronteggiare la nuova frontiera della criminalità in rete
- Clusit analizza poi le tecniche di attacchi: in Italia oltre il 35% è andato a buon fine grazie all'utilizzo di malware che insieme al ransomware rappresenta la principale tecnica di incursione utilizzata dai criminali dietro allo schermo
- Aumentano poi le azioni piratesche di tipo phishing e ingegneria sociale: anche in questo caso in Italia incidono in misura maggiore che altrove: il 14% contro l'8,6% rispetto al resto del mondo