Londra, summit su intelligenza artificiale. Firmato primo accordo per “sviluppo sicuro”
TecnologiaCapi di governo, tra cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, sono oggi al vertice convocato dal premier Sunak. Ue, Usa e Cina firmano dichiarazione sull'IA sicura. Meloni ha messo l'IA al centro dell'agenda del G7 italiano e porta questa posizione alla seconda giornata dell'AI Safety Summit, invitando a disporre una 'barriera etica' agli algoritmi. Presenti anche Sam Altman, considerato il padre di ChatGpt, e Elon Musk
A Londra prosegue il vertice “AI Safety Summit”, prima grande conferenza internazionale sul tema dell'intelligenza artificiale organizzata dal premier britannico Rishi Sunak per definire una visione comune da adottare nei prossimi cinque anni, affrontando le priorità legate a potenzialità e rischi di questa tecnologia. Il summit si svolge a Bletchley Park, centro di decrittazione a nord di Londra durante la Seconda guerra mondiale e ora museo. Ieri è stata firmata da Ue, Stati Uniti, Cina e Regno Unito insieme a una ventina di altri Paesi la "dichiarazione di Bletchley" per lo sviluppo "sicuro" dell'intelligenza artificiale, come annunciato su X dal premier britannico Rishi Sunak, secondo cui "questa storica dichiarazione segna l'inizio di un nuovo sforzo globale per costruire la fiducia del pubblico nell'intelligenza artificiale garantendo che sia sicura". Si tratta del primo documento a livello mondiale firmato in materia. L'Ue e i 28 Paesi riunitisi nel vertice hanno concordato "sull'urgente necessità di comprendere e gestire collettivamente i potenziali rischi" dell'IA attraverso gli sforzi per garantire uno sviluppo e un utilizzo responsabile della nuova tecnologia.
C'è anche Giorgia Meloni
L’obiettivo del vertice è provare a dare un'etica agli algoritmi, attraverso meccanismi di governance globale. Giorgia Meloni ha messo l'Intelligenza artificiale al centro dell'agenda del G7 italiano (COSA HA DETTO MELONI A LONDRA) e porta questa posizione alla seconda giornata del summit. Meloni, spiegano fonti diplomatiche, ha accolto immediatamente l'invito perché il governo considera l'intelligenza artificiale una delle principali sfide dell'agenda internazionale, e il summit conferma il forte rapporto di cooperazione e amicizia tra la premier e Sunak. Un mese fa, all'Assemblea generale dell'Onu, Meloni esortò al massimo impegno per "non commettere l'errore di considerare questo dominio una sorta di zona franca senza regole", poiché "l'evoluzione della tecnologia" deve rimanere "al servizio dell'uomo e non viceversa". Servono barriere etiche per l'intelligenza artificiale, è la tesi di Meloni, che a Londra nelle due sessioni a porte chiuse ribadisce la necessità di "dare applicazione pratica al concetto di algoretica", evidenziando come non ci sia altra scelta se non lavorare a un quadro normativo globale.
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Chi partecipa
Serve uno sforzo di rapidità, ha avvertito il premier Tory alla vigilia del summit nella tenuta a 80 chilometri da Londra dove scienziati e intelligence britannici decifrarono sotto la guida del genio di Alan Turing il codice Enigma, vanto della Germania nazista, contribuendo a porre fine alla Seconda guerra mondiale. Al vertice partecipa un gruppo selezionato di nazioni, organismi internazionali, aziende leader nel settore, esperti accademici e della società civile. Fra gli ospiti anche alcuni tycoon innovatori della Silicon Valley come Sam Altman, considerato il padre di ChatGpt, o Elon Musk, secondo cui serve un "arbitro" indipendente in grado di controllare quanto avviene nel campo dell'IA, a suo avviso una delle "più grandi minacce" potenziali che gravano sull'umanità. Musk, che insieme a Sam Altman ha fondato OpenAI, la start-up creatrice di ChatGPT, oggi al termine del summit deve partecipare a un confronto col premier britannico Rishi Sunak, organizzatore del vertice, per discutere dei rischi e delle potenzialità dell'IA. Il primo ministro di Sua Maestà punta a rendere il Regno Unito capofila in questo settore cruciale, invitando i leader mondiali a stabilire principi per governare l'evoluzione di questa tecnologia prima che sistemi di intelligenza artificiale di nuova generazione diventino impossibili da controllare. Una preoccupazione inizialmente focalizzata sulla sicurezza nazionale (per i timori di attacchi informatici o progettazione di armi biochimiche, ad esempio), e ora sempre più ampia, dai deepfake e ai risvolti sul settore sanitario.
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Gli obiettivi e il videomessaggio del re Carlo
Il Regno Unito propone agli altri Stati di adottare collettivamente un Rapporto sullo stato della scienza per comprendere capacità e rischi di questa frontiera della tecnologia. Rapporto elaborato da un gruppo di accademici e presentato da Yoshua Bengio, fra i principali esperti mondiali in materia. Il summit si chiuderà con una nota stampa della presidenza britannica, oltre alla dichiarazione congiunta. Ieri è arrivato anche un videomessaggio di re Carlo III. I rischi dell'intelligenza artificiale devono essere affrontati con "un senso di urgenza, unità e forza collettiva”, ha detto il sovrano, impegnato con la regina Camilla in una visita ufficiale di quattro giorni in Kenya. Carlo ha definito lo sviluppo dell'intelligenza artificiale "non meno importante della scoperta dell'elettricità" ma ha sottolineato che per tenere sotto controllo i rischi, come si fa per contrastare il cambiamento climatico, è necessario coinvolgere i governi, la società civile e il settore privato. Per il monarca, molto sensibile ai temi dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile, "c'è un chiaro imperativo nel garantire che questa tecnologia in rapida evoluzione rimanga sicura e protetta".
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Elon Musk sull'intelligenza artificiale
Il fondatore di Tesla ha dialogato con il primo ministro britannico Rishi Sunak in uno degli eventi e ha affermato che sarebbe positivo per la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e la Cina allinearsi sugli aspetti di sicurezza dell’intelligenza artificiale. Il premier inglese ha intervistato Elon Musk su un piccolo palco in una stanza dorata della Lancaster House, una delle sedi londinesi più opulente del governo, spesso utilizzata per funzioni diplomatiche.