Giornata contro spreco alimentare: ecco lo Sprecometro, l’app che calcola il cibo buttato

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Sviluppata dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari dell’Università di Bologna, l’applicazione punta a far compiere un percorso virtuoso all’utente, riportando i suoi progressi e calcolando quanto perso in termini sia economici che di sostenibilità. “È uno strumento di consapevolezza e partecipazione per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU”, ha dichiarato Andrea Segré, fondatore della campagna Spreco Zero e direttore scientifico dell’Osservatorio Internazionale Waste Watcher

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Ci vogliono 3 domande e 5 minuti per valutare lo spreco alimentare di ciascuno di noi: è questo il sistema utilizzato dallo Sprecometro, la nuova web app dell’Osservatorio Internazionale Waste Watcher lanciata in occasione della 10ª Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, in calendario oggi 5 febbraio. Come ha raccontato al Corriere della Sera Andrea Segré, fondatore della campagna Spreco Zero e direttore scientifico dell’Osservatorio, “l’app è uno strumento di consapevolezza e partecipazione per raggiungere in modo concreto gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Conosciamo l’obiettivo, è un percorso lungo e possibile, ma dobbiamo anche sapere la direzione per arrivarci”.

Come funziona

L’applicazione, sviluppata dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari dell'Università di Bologna e da Last Minute Market, ha un accesso piuttosto elementare: una volta scaricata, occorre registrarsi e aprire un account rispondendo ad un rapido questionario iniziale che ha l'obiettivo di tracciare un profilo dell'utilizzatore, distinguendolo come Sprecone, Disattento, Attento, Parsimonioso. La differenza nei profili è basata sulle abitudini di consumo e spesa alimentare, ma anche sulle quantità in grammi di spreco per 23 categorie di alimenti (carne rossa, carne bianca, frutta fresca, verdure, pane). Tra l'altro, i dati relativi all'impronta carbonica sono convertiti in km percorsi da un’auto mentre l'impronta idrica è espressa anche in bottiglie d'acqua da mezzo litro, così da dare una veloce raffigurazione dell'impatto. Si può aggiornare periodicamente il proprio profilo, valutando i propri progressi e fissando gli obiettivi di riduzione in linea con l'Agenda Onu per lo sviluppo sostenibile, e anche migliorarlo, grazie alla visione dei contenuti educativi previsti dall'app, al cui interno sono presenti video, schede informative di approfondimento e quiz. L’app attribuisce dei punteggi per ogni variazione in diminuzione dello spreco individuale nel tempo e per ogni attività a cui si partecipa. Inoltre, si può collegare il proprio account dello Sprecometro al profilo Instagram in modo da condividere i progressi e i risultati raggiunti. C’è la possibilità di creare dei gruppi tra amici, colleghi, compagni di classe, aziende, pubblica amministrazione per stimolare una sana competizione nella lotta allo spreco alimentare.

Broken eggs on the sidewalk in New York on Monday, April 6, 2020. Wholesale egg prices have shot up, tripling, due to consumer’s demand for the product while remaining home during the COVID-19 pandemic. (ÂPhoto by Richard B. Levine)

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Il test

L’app è già stata testata in questi mesi da più di 500 studenti dei 21 licei di Transizione Ecologica e Digitale (orientamento formativo superiore nato soltanto lo scorso settembre) sparsi in tutta l’Italia. Secondo le prime rilevazioni, il cibo sprecato è pari a 196,5 kg, equivale in termini di impronta carbonica alle emissioni di un’automobile che percorre poco più di 8mila km mentre l’impronta idrica è poco meno di 670mila bottiglie da mezzo litro di acqua. Lo spreco ha anche un costo, pari a 1571,85 euro. Secondo i più recenti studi, ogni anno vengono buttate tonnellate di cibo, corrispondenti ad una perdita economica di 940 miliardi di dollari annui a livello mondiale. Come ha evidenziato al Corriere Andrea Maggi, ambasciatore di Buone Pratiche della campagna Spreco Zero 2023, “la quantità di cibo che produciamo potrebbe nutrire 12 miliardi di persone e solo recuperando gli sprechi alimentari sarebbe possibile sfamare due miliardi di persone. La tutela dell’ambiente e l’educazione alimentare sono temi fondamentali per vivere in armonia tra le persone e con l’ambiente”.

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